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Treni: i 'no Tav' si impongono, niente recinzioni
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Dalla piemontese Val di Susa arriva il forte no ai faraonici progetti dei treni ad alta velocità (Tav) che vedono l'opposizione di decine di amministrazioni comunali e cittadini organizzati in comitati spontanei. Anche ieri centinaia di persone hanno invaso pacificamente la stazione di Borgone di Susa paralizzando la circolazione dei treni. Partita lunedì pomeriggio, la protesta dopo aver ottenuto il clamore della stampa è rientrata perché le forze dell'ordine avevano garantito i sindaci della val di Susa che non sarebbero più intervenuti sui terreni destinati ai sondaggi che erano stati presidiati fin dalle prime ore dell'alba. I manifestanti sono stati però beffati nella notte del 31 ottobre da un blitz della polizia che ha consentito ed aiutato i tecnici delle aziende di trivellazione di recintare i terreni. Per questo i manifestanti hanno poi occupato i binari riuscendo a bloccare numerosi treni e nel pomeriggio la linea ferroviaria Bruzolo- Bussoleno e poi la statale 25. Dal gruppo di Legambiente della Val di Susa arriva una clamorosa rivelazione sulla recinzione mai fatta dei siti di sondaggio. " Non esistono picchetti saldamente ancorati al terreno o altri segni di delimitazione fissi, ma nonostante questo è partita una tempesta mediatica dal TG3 che ha presentato la bufala come vera".
Durissimo il commento del comitato no Tav sul blitz della notte di Halloween. " Chi ha creduto di beffare una valle e suoi abitanti mandando fantasmi notturni nei boschi a violare i sentieri dei partigiani, ha dimostrato ancora una volta che può disporre soltanto della forza militare e non di quella della ragione; chi ha tentato di imporre con la forza l'abuso mascherato di legalità ha semplicemente dimostrato di essere privo di un minimo di buon senso. I carabinieri che presidiano oggi i siti dei sondaggi sono il simbolo del fallimento di una politica miope che alterna le lusinghe alle minacce, le bugie e gli inganni alle prove di forza; chi vuole ricondurre un problema sociale con pesanti riflessi sul piano economico e sanitario ad un problema di ordine pubblico è un irresponsabile che dovrà prendere atto del fallimento. Chi ha veramente segnato un punto a favore, in questa lotta pacifica contro la stupidità e la sopraffazione, sono gli abitanti di una valle che vuole continuare a vivere: sono gli anziani, le donne, i giovani, i sindaci che per un'intera giornata hanno pacificamente impedito una nuova violenza con una determinazione ed un'efficacia entusiasmanti".
Piena solidarietà arriva dall'Associazione Idra di Firenze che ricorda che la Commissione Europea ha messo a nudo di recente il buco nero finanziario provocato dalla lievitazione dei costi pubblici della TAV. Il Mugello piange da anni, e piangerà forse per sempre, le gravi ferite ambientali, anche irreversibili, inferte al territorio appenninico dalla TAV. Degrado idrogeologico e inquinamento, pesante depauperamento delle risorse idriche in siti protetti anche dalla normativa comunitaria: la cantierizzazione TAV è alla sbarra in un mega-processo penale che si celebra da mesi presso il Tribunale di Firenze. A testimoniare l'instabilità della TAV è il crollo di un importante frutteto sotto il quale è stata costruita una finestra di accesso alla galleria TAV, a San Giorgio, nel Comune di Scarperia, deve convivere con un fronte franoso avviatosi nel '98 e minacciosamente in movimento. Secondo Idra il fenomeno non è stato mai affrontato in modo da ripristinare condizioni di sicurezza, nonostante l'evidenza del dissesto, le numerose segnalazioni a livello istituzionale e le qualificate attestazioni tecniche al riguardo. Per questo Idra sollecita l'Osservatorio Ambientale Nazionale sulla tratta Alta Velocità Bologna-Firenze, ad adottare "ogni provvedimento atto a garantire una soluzione tempestiva, efficace e duratura del problema, a tutela di qualsiasi pubblico o privato interesse che sia".
"Errare è umano, perseverare diabolico: i cantieri della Tav non si possono militarizzare". Il commento del presidente nazionale di Legambiente, Roberto Della Seta, e di quello regionale, Wanda Bonardo. "Questo spiegamento di forze è veramente degno di miglior causa. I valsusini non vogliono il tunnel dell'alta velocità per il suo devastante impatto territoriale: una posizione legittima, tanto più che si fa carico dell'interesse generale molto di più di chi vorrebbe gettare decine di miliardi per un'opera che non serve a dare al Piemonte e all'Italia un sistema dei trasporti moderno ed efficiente. In quell'area e lungo tutto l'arco alpino ci sono svariate linee ferroviarie sottoutilizzate e fatiscenti: spendendo molto meno si otterrebbero risultati ben più rapidi e significativi che non con la 'cattedrale' della Torino-Lione".
Intanto Trenitalia si appresta a tagliare la tratta storica Faenza/Firenze. " Ma come, - aggiunge Luigi Rambelli Presidente di Legambiente Emilia Romagna - Governo, Regione e Ferrovie dello Stato ci hanno sempre spiegato che con l'Alta Velocità si faceva la scelta del treno e, ora, si vogliono chiudere le linee storiche?" La nostra associazione ha
denunciato da tempo la scelta di spendere tutto per l'Alta Velocità anche come causa dell'incuria per le linee minori, ma non credevamo che si potesse arrivare a tanto. Fra l'altro il potenziamento di quella linea era una contropartita data agli enti locali per ottenere l'assenso alla "Grande Opera". Ma a pensarci bene la proposta di chiudere la Faenza/Firenze sta
nella logica "di cassa" che Trenitalia sta seguendo da tempo che prevede fin dal prossimo orario di sostituire gli interregionali (sui quali si viaggia con il biglietto normale) con intercity (a supplemento) anche sulla Milano/Ancona. Questa scelta segue quella compiuta sulla negli anni scorsi anche sulla Bologna/Firenze dove oramai sono rimasti soltanto gli Eurostar (treni a prezzi piuttosto salati)". Legambiente porrà la questione sul tavolo della Giunta Regionale e delle Amministrazioni Locali con la consapevolezza che questa è la strada per salvare le città dallo smog e dalla congestione. [AT]
Altre fonti: Comitato No-Tav Torino, Legambiente Val di Susa, Comitato No-Tav Torino