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Brasile: disarmo, sondaggi per il Sì al 76%
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Un'inchiesta realizzata dall'Istituto Ipsos e diffusa dall'Agenzia di Stato rivela che il 76% dei brasiliani sono favorevoli al disarmo. Quelli che sono contrari alla proibizione della vendita di armi in Brasile costituiscono invece il 21%; il rimanente 3% del campione sondato non ha espresso la propria opinione. L'inchiesta, realizzata tra il 25 e il 29 agosto, segnala altresi' che l'intervento ritenuto dalla popolazione brasiliana come il piu' importante per eliminare la violenza sia la creazione di posti di lavoro. E ancora, che i brasiliani considerano che le politiche sociali in generale siano le forme piu' efficaci per combattere la criminalita'. A partire da questi dati Per Denis Mitze, dell'Istituto Sou da Paz, di San Paolo, "naturalmente il disarmo e' solo una misura (necessaria e fondamentale) all'interno di un insieme di provvedimenti in favore della sicurezza. L'idea che la violenza si possa risolvere con un tocco di bacchetta magica non e' certo nostra, ma piuttosto di quelli che dicono che le armi sono la soluzione". Secondo l'inchiesta, la persone tra i 16 e i 34 anni con educazione media superiore completa o incompleta, appartenenti alle classi sociali medio-basse e abitanti nelle regioni del Nordest e del Sud, sono la fascia della popolazione piu' favorevole alla proibizione della commercializzazione delle armi da fuoco in Brasile.
Tutti i sondaggi che provengono dagli istituti demoscopici brasiliani ci dicono che il 23 ottobre vincera' il si' al disarmo, ma si deve considerare che sono sondaggi fatti su campioni assai ridotti e in aree urbane fornite di servizi in quanto contattate perlopiu' telefonicamente, condizione questa non della maggioranza dei brasiliani. "Questi sondaggi cosi' favorevoli non devono persuaderci che il piu' e' stato fatto" commenta Severino Vardacampi sul foglio "La nonviolenza in cammino" precisando che la lotta entra solo ora nel vivo, e questa manciata di giorni che ci separa dal 23 ottobre sara' decisiva per per informare, coscientizzare, convincere piu' persone possibile di quell'immenso paese ad andare a votare, con piena cognizione di causa, secondo scienza e coscienza.
"Chiunque puo', informi parenti, amici, colleghi, associazioni, movimenti, istituzioni, mass-media, e a tutte e tutti chieda un ascolto, un impegno, un gesto" - è l'appello di Vardacampi che chiede anche un aiuto "per le sorelle e i fratelli che in Brasile hanno innalzato la bandiera dell'umanita' contro le armi assassine, e stanno chiamando a questa grande lotta nonviolenta".
Un'inchiesta dell'Unesco, diffusa il 9 settembre, dimostra che nel 2004 il numero di morti per armi da fuoco è diminuito del 15,4% rispetto alle previsioni. Sono state risparmiate 5.563 vite. "Questo grazie alla campagna per il disarmo del governo Lula" scrive il teologo Frei Betto, animatore delle comunità di base e gia collaboratore del governo. "Grazie al fatto che molti hanno detto addio alle loro armi, nella regione Sudest la riduzione di morti per armi da fuoco, nel 2004, è stato dell'ordine del 20,1%, la maggiore del paese". Secondo Frei Betto l'argomentazione usata dai contrari al referendum che i malviventi continueranno a esssere armati è una fallacia. "Meno commercio di armi, meno possibilità di ottenerle. Oggi i malviventi agiscono sotto l'effetto della droga. Quando vedono la vittima armata, sparano per uccidere. Le statistiche comprovano che una vittima disarmata ha più chance di sopravvivere di quella che porta con sé un'arma. Il paese più violento del mondo sono gli USA e ciò dimostra che violenza non è risultato della miseria, ma della mancanza di una cultura umanista. Chi impara a sentire piacere nell'uccidere pupazzi virtuali nei videogame sta bevendo il veleno bellicista".
Intanto proseguono le iniziative. In tutto lo stato del Ceará, nel Nordest del Brasile lo scorso 4 ottobre, giorno di San Francesco d'Assisi, si é realizzata una ‘Catena per la Pace e per la Vita'. Senza lasciare il posto di lavoro, in qualsiasi luogo, ogni persona é stat invitata a formare una catena con tutte le persone vicine per rilanciare il Sì al disarmo. Nel parco si sono tenute musiche, poesie e preghiere con il professore Pardal che ha recitato versi del suo cordel (composizione popolare letteraria tipica del nordest) "Disarmo Sì o No: questo il problema" come strumento che permette di arrivare alle persone più facilmente. Anche in Italia cresce l'attenzione al tema. Nella seduta del 3 ottobre 2005 il Consiglio Provinciale di Viterbo ha approvato all'unanimita' l'ordine del giorno a sostegno della Campagna per il disarmo in Brasile. Il testo adottato e' quello predisposto dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo. Questo primo pronunciamento ufficiale di un organo istituzionale italiano a sostegno del voto referendario del 23 ottobre costituisce un buon auspicio affinche' anche altre istituzioni approvino analoghi documenti. [AT]
Approfondimenti: Rete italiana per il disarmo, Dossier sulla campagna per il referendum