G8/Scozia: pochi e deludenti risultati dicono le Ong

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Raddoppio degli aiuti al continente africano fino a raggiungere 50 miliardi di dollari ma non prima del 2010, conferma della cancellazione del debito solo a 18 nazioni, generiche promesse di accesso universale al trattamento per l'Aids "nei prossimi anni", nessuna scadenza precisa sulla riduzione dei sussidi alle esportazioni agricole che danneggiano il Sud del mondo, ma un appello ai Paesi africani perchè riducano dazi e tariffe per agevolare l'import-export interno al continente ed un solo serio mandato a formare 75 mila militari per una "peacekeeping force" entro il 2010 per le zone calde del mondo tra cui l'Africa alla quale sono richiesti impegni per la democrazia e il buon governo. Sono questi i deludenti risultati del Vertice dei G8 concluso oggi a Gleneagles, in Scozia. L'Autorità nazionale palestinese (Anp) potrà contare su uno stanziamento di 3 miliardi di dollari, ma va registrato un totale fallimento sulle questioni rilevanti del commercio e del clima. "Con questa loro presa di posizione i leader del G8 girano le spalle ai poveri e li condannano a non raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo del Millenio entro il 2015" - dichiarano Mani Tese e Campagna per la Riforma della Banca Mondiale (CRBM).

Anche il Segretario Generale dell'Onu Kofi Annan, pur parlando di un "esito incoraggiante" del Vertice, ha lamentato come dal Summit non sia arrivata la "svolta" che sperava sulla fine dei sussidi alle esportazioni e ha chiesto ai leader di "fissare almeno una data" entro cui far cessare queste misure e di rilanciare i negoziati in questa materia in vista della ministeriale di dicembre a Hong Kong.

Circa gli aiuti, sebbene il punto 27 del documento finale di Gleneagles preveda per l'Africa un aumento dei fondi per lo sviluppo di 25 miliardi di dollari entro il 2010, più del doppio di quelli del 2004, il punto 29 chiarisce che 25 miliardi serviranno per ridurre il debito estero di tutti i Paesi africani e per cancellare quello dei 16 più poveri. Ma l'obiettivo è ma legato alle stime dell'Ocse, che parlano di una crescita economica del 2% l'anno dei Paesi ricchi nei prossimi 5 anni: "una stima ottimistica, alla luce delle prospettive di crescita economica per il 2006 di alcuni dei più importanti Paesi europei, dell'incessante apprezzamento del barile di petrolio sui mercati internazionali e del pericolo terroristico che, secondo esperti dei mercati finanziari, potrebbe ritardare o addirittura minare la tanto attesa ripresa economica" - commenta la Misna, l'agenzia del mondo missionario.

"Il G8 si è limitato a ratificare l'accordo definito dallo scorso G7 delle finanze di Londra per una potenziale riduzione del debito dei 18 paesi più poveri ed indebitati (di cui 14 africani e 4 latinoamericani)" - nota un dettagliato comunicato congiunto Mani Tese e Campagna per la Riforma della Banca Mondiale. "Nonostante lo stesso Gordon Brown avesse auspicato la cancellazione ad un numero maggiore di paesi (minimo 23), questo risultato non è stato raggiunto. Nonostante si sia detto che il valore nominale di questi debiti sia pari a 40 miliardi di dollari, in realtà si tratta di solamente 15 miliardi di dollari in valore attuale".

Secondo l'Associazione ONG Italiane il trentunesimo summit del G8 appena conclusosi in Scozia ha certamente segnato un piccolo passo avanti nella giusta direzione, ma non determinante. Paesi poveri, Africa, società civile mondiale, i nostri stessi concittadini si attendevano da questo G8 molto più di quanto deciso dagli otto Capi di Stato dalle cui decisioni dipendono largamente i destini di miliardi di persone. "La decisione assunta a Gleneagles di stanziare 50 miliardi di dollari entro il 2010 - dichiara Sergio Marelli, Presidente dell'Associazione ONG Italiane - è un piccolo passo nella giusta direzione. Lo sradicamento della povertà richiederebbe che questa somma fosse stanziata già nel 2006 e la decisione di rimandare questo traguardo di altri cinque anni e ancor più di subordinarlo ad una crescita economica del 2% del nostro Pil continua a lasciarci estremamente insoddisfatti. Nessuna assicurazione, nel caso in cui queste promessa fosse mantenuta, è stata inoltre fornita sulla destinazione esclusiva alla lotta alla povertà delle risorse rese disponibili" - nota Marelli.

Per quanto riguarda il ruolo dell'Italia il risultato è ancor più deludente. Il governo italiano ha di fatto confermato di non essere in grado di rispettare gli impegni internazionali nella lotta alla povertà. "Nella conferenza stampa del governo italiano c'è stato poco spazio, se non nessun spazio, dedicato all'Africa" - nota Luca De Fraia di ActionAid International. "Già breve di per sé, questa conferenza si è quasi interamente svolta sulle questioni del terrorismo. La mia impressione è che nell'agenda politica italiana, lo sviluppo dell'Africa rimane molto indietro. Ho avuto modo di intrattenermi brevemento con lo sherpa del Ministero degli affari esteri Monticelli. Per l'Italia, si tratta di una conferma degli impegni presi nel passato. Quello più recente assunto a livello di consiglio europeo risale al 24 maggio scorso. Un impegno accolto del resto con riserva da parte del nostro governo. Bene, rispetto a questa data, non c'è nulla di nuovo. Questo dimostra se non un disimpegno, un'assenza di strategia da parte del nostro governo. Non a caso, il nostro comunicato stampa di stamane si intitolava "L'Italia si arrende a Gleneagles". [GB]

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