G8/Scozia: l'Italia si arrende a Gleneagles

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Il Summit del G8 arriva a conclusione oggi e l'Italia non ha saputo rispondere alle sfide per lo sviluppo dell'Africa. Per ActionAid International "in queste ultime ore il Governo ha confermato che non è in grado di assicurare le risorse per la lotta alla povertà più volte promesse per tenere fede agli impegni internazionali. L'Italia è arrivata a questo Summit respingendo le proposte per meccanismi che consentano di raccogliere nuove risorse e senza una propria strategia". Dopo le bombe di ieri a Londra il pensierio dell'organizzazione va alle vittime e ai loro familiari. "Ma non possiamo non pensare alle vittime che la fame e la disuguaglianza faranno nei prossimi minuti, giorni e anni. La sfida per sconfiggere la povertà nel mondo continua e deve essere affrontata con maggiore forza e convinzione: ogni tre secondi muore un bambino a causa della povertà. L'auspicio è che anche i Grandi del mondo, riuniti qui a Gleneagles, accettino la sfida e vogliano annunciare oggi quelle iniziative per maggiori aiuti, maggiore cancellazione del debito e regole del commercio più giuste richieste da milioni di persone".

"Le dichiarazioni rilasciate a Gleneagle dal Presidente Berlusconi e dalla delegazione italiana sono estremamente preoccupanti", sottolinea Luca De Fraia di ActionAid International, che aggiunge "emerge l'immagine di un Paese che sul tema della lotta povertà del mondo non è in grado di rispettare gli impegni internazionali. Viene invocato il principio del realismo, ma nei fatti si tratta di una rinuncia ad avanzare delle proprie proposte sul tema degli aiuti; si tratta di una resa".

ActionAid International ricorda che oggi l'Italia investe meno di 10 centesimi al giorno per ogni cittadino nella lotta alla povertà nel mondo. Siamo gli ultimi tra i Paesi donatori, con lo 0,15% del Pil contro lo 0,33% che dovremmo raggiungere entro il 2006. La possibilità che questa percentuale cresca nei prossimi anni è affidata anche alla contabilizzazione delle operazioni di cancellazione del debito, e fra queste quelle collegate all'IRAQ. La società civile italiana non può accettare che l'Italia sia destinata a rimanere nelle ultime posizioni e che rinunci oggi a mantenere un ruolo da protagonista in settori quali la lotta all'AIDS. Anche in questo caso l'inerzia è disarmante, il contributo per il 2004 di 100 milioni di euro al Fondo Globale per la lotta all'AIDS tubercolosi e Malaria non é stato ancora versato e non sono stati ancora quantificati i nuovi contributi per il 2006-2007, facendo perdere al nostro Paese la leadership europea tra i donatori del Fondo.

Il G8 rischia di essere un'opportunità mancata anche per l'assenza di volontà da parte del Governo: alla vigilia del vertice tutti i G7 hanno fatto dichiarazioni importanti d'impegno per il sostegno in risorse all'Africa; purtroppo l'Italia é rimasta in silenzio. E' necessaria una svolta affinché i prossimi appuntamenti cruciali del 2005 per lo sviluppo, quali la revisione degli obiettivi del Millennio e il Summit di Hong Kong, non siano un altro colpevole nulla di fatto.

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