Bolivia: mossa di Mesa e la legge sugli idrocarburi

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Dopo più di una settimana di proteste e i blocchi stradali attorno a La Paz il presidente boliviano Carlos Mesa ha firmato un decreto per indire, domenica 16 ottobre, le elezioni per l'assemblea costituente e un referendum sull'autonomia delle regioni. "Il Paese vive un momento contrassegnato dall'emergenza e una situazione di confronto ad alto rischio" ha detto Mesa in un intervento televisivo non programmato. Ma il problema di fondo rimane chi controllerà le grandi riserve di gas naturale della nazione, la cui produzione si è impennata a 53.3 trilioni di litri dai 5.6 trilioni di litri prodotti nel 1999. Le proteste si sono sollevate una settimana dopo che il congresso ha approvato una legge che aumenta le tasse alle società petrolifere straniere che controllano la ricchezza petrolifera della Bolivia, risultato di una privatizzazione indiscriminata avvenuta nel 1996. Le società considerano la nuova legge fin troppo severa, mentre la maggior parte del popolo indigeno sottovaluta la legge perché troppo debole.

Parte dell'opposizione, guidata dal MAS (il Movimento al Socialismo) e dal suo leader, Evo Morales, richiede il 50 percento delle royalty sorgenti invece della combinazione prevista dalla nuova legge del 18 percento di royalty e un 32 percento di tasse sui profitti di società più facilmente nascosti. Il MAS richiede, inoltre, che si ricontratti risolutamente con le società straniere e anche altri quattro emendamenti principali della nuova legge. Tuttavia, molti settori del movimento popolare chiedono la nazionalizzazione completa e un rovesciamento del governo. Il settore in testa in questa lotta è il settore ben orgnizzato dei contadini Aymara, i quali sono scesi in massa dall'altopiano, sopra la capitale. A loro si sono uniti 800 minatori. Con giacche pesanti, cappelli flosci di feltro, bombette e cappelli di lana, i loro visi segnati e lucidati da anni di vento e freddo, le colonne di Aymara marciano veloci e spietate, portando bastoni, fischietti, fruste e la wiphala dei pastori, la bandiera dell'autodeterminazione indigena dei colori dell'arcobaleno.

Mentre Senato e Camera approvavano la "nuova" legge sugli Idrocarburi, il Tribunale Costituzionale segnalava che questi contratti sono anticostituzionali in quanto non hanno rispettato il paragrafo 5 dell'articolo 59 della Costituzione, in cui si enuncia che uno degli attributi del Potere Legislativo è "approvare ed autorizzare la contrattazione di prestiti che coinvolgono la cassa generale dello Stato, così come i contratti relativi all'esplorazione delle ricchezze nazionali". Insomma, un contratto che non abbia l'approvazione del Congresso non ha alcun valore. Di quei 78 contratti a rischio compartito ne risultano validi solo 5. Gli altri 73 no. In teoria, quindi, le multinazionali come la Repsol, Petrobras, Halliburton (in cui compare il nome di un tale signor Dick Cheney), British Gas, British Petrolio, Total, Exxon, Shell, Enron ecc. non solo dovrebbero rimborsare interamente tutto il greggio già estratto, ma dovrebbero essere giudicate per un qualche reato bello grosso.

José Sergio Gabrielli, direttore della Petrobras, multinazionale del petrolio che, con i suoi investimenti e con il riconoscimento di quell'elemosina che sono le tasse sul prodotto estratto, rappresenta il 20% del Prodotto Interno Lordo della Bolivia, ha dichiarato che l'aumento delle imposte porterà a dei conseguenti tagli sugli investimenti. E poi ci sono le altre paure. Il 30% dei boliviani, cioè circa due milioni e mezzo di persone, sono impiegati statali (esercito e varie divise delle forze dell'ordine in cima alla lista). Recentemente la Bolivia ha ricevuto l'ennesimo prestito per il pagamento dei salari, prestito che copre ben il 50% dell'esborso. FMI e Banco Mondiale non hanno mai nascosto di subordinare i loro prestiti alla stabilità del Paese. Cosa succederà la prossima rivolta? Dopo la guerra del gas è stata l'Unione Europea ad annullare i prestiti. Chi chiuderà i rubinetti questa prossima volta? E in Bolivia cosa salterà, lo stipendio ai medici, agli insegnanti, le banche? [AT]

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