Europa: dannoso il mais ogm, parola di Monsanto

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Secondo il rapporto pubblicato dal quotidiano inglese 'Independent on Sunday' e commissionato dalla Monsanto, colosso delle biotecnologie, topi nutriti con mais Mon863 prodotto dalla stessa multinazionale hanno sviluppato reni più piccoli del normale, una diversa composizione del sangue e altre gravi anomalie fisiche. La multinazionale dell'agrobusiness non aveva mai reso pubblici i risultati della ricerca consapevole che altrimenti le istituzioni europee avrebbero frenato l'entrata degli ogm. Di fatto parere positivo è stato rilasciato dall'EFSA sul mais MON863 con la precisazione che il prodotto della Monsanto è sicuro per l'importazione in Europa: evidentemente, senza tenere nella dovuta considerazione le controverse scoperte degli studi sull'alimentazione dei ratti.

"La Commissione europea e l'Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA), che approvano a occhi chiusi gli OGM, hanno molto di cui rendere conto" è quanto denuncia Greenpeace. I dati scientifici su questo OGM sono stati fonte di discussione tra esperti indipendenti e governi nazionali: nel corso degli studi è stato infatti rilevato che questo mais transgenico ha causato effetti di rilievo sull'alimentazione dei ratti. Esperti nazionali e indipendenti hanno evidenziato preoccupazioni riguardo alla sicurezza e criticato fondamentali mancanze nel modo in cui i test sono stati condotti. Nonostante ciò, l'EFSA ha liquidato questi risultati come "non di rilevanza biologica" o "scoperte accidentali". Alla luce dei dati pubblicati e del controverso dibattito, un requisito minimo avrebbe dovuto essere quello di optare per ulteriori test e ricerche, cosa che invece non è accaduta

Greenpeace ha inoltre di recente denunciato che la Commissione europea ha fornito false informazioni agli Stati membri, sostenendo che la Monsanto si è conformata alle condizioni necessarie per consentire la coltivazione di un altro mais geneticamente modificato, il MON810; in realtà, le informazioni fornite dalla compagnia non rispettano le attuali norme di legge. Proprio a causa della mancanza di adeguate valutazioni di rischio ambientale, l'Ungheria ha già bandito la coltivazione del mais MON810 sul proprio territorio. E la storia si ripete. Recenti studi scientifici hanno rivelato che il mais MON810 può avere impatti negativi sull'ambiente. Ma neppure questi sono stati presi in considerazione dalle autorità europee né esiste un piano per monitorare i rischi evidenziati.

"La coltivazione di piante OGM deve essere interrotta in quanto gli OGM rappresentano una minaccia per l'ambiente. L'Europa non sta adottando misure adeguate né per proteggere l'agricoltura OGM-free, né per assicurare la purezza delle sementi convenzionali e biologiche, mentre aziende come la Monsanto stanno avendo "carta bianca" per portare avanti i loro interessi sprezzanti delle regole basilari", denuncia Federica Ferrario, responsabile campagna Ogm di Greenpeace. "Gli OGM sono basati su una tecnologia rozza che equivale semplicemente a sparare geni a casaccio negli organismi. L'Ue non dovrebbe consentire che questi prodotti così scarsamente elaborati invadano l'Europa e minaccino la nostra agricoltura e la nostra alimentazione".

"L'opposizione che la gran parte dei Paesi Ue continua a mostrare - dichiara il presidente di Legambiente Della Seta - verso la diffusione degli Ogm è a ragion veduta. Non solo infatti si tratta di una tecnologia molto giovane che ha bisogno di studi approfonditi, ma è anche vittima di omertà da parte delle lobby delle biotecnologie. Non è il primo caso, questo della Monsanto, di tentativo di oscurantismo sulle conseguenze del trattamento di ogm, oscurantismo spinto unicamente da squallidi interessi economici". Legambiente infatti ricorda come nel 1992 la Food and Drug Administration (Fda), l'Ente governativo che tutela i consumatori americani, ignorò le obiezioni e gli avvertimenti di alcuni dei suoi scienziati che consigliavano la massima prudenza nella produzione e nella distribuzione di cibi geneticamente alterati. Le valutazioni degli scienziati erano molto circostanziate. La Fda ha reagito mettendo in discussione la preparazione scientifica e il livello dei suoi stessi esperti spiegando che i commenti critici provenivano da "impiegati" di basso profilo. Con ciò proseguendo la politica governativa di difesa degli interessi delle grandi aziende americane. [AT]

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