Cocis: no alla gestione unica dei fondi del maremoto

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Il Cocis (federazione di 25 Ong di sviluppo) esprime la sua profonda costernazione per l'ennesima polemica in corso fra gli operatori umanitari pubblici per la gestione dei fondi degli aiuti destinati alle vittime del maremoto nel Sud-est asiatico. A seguire le dichiarazioni di Giancarlo Malavolti, presidente del Cocis.

"Ancora una volta di fronte ad una catastrofe umanitaria si assiste alla totale confusione fra momenti della prima e seconda emergenza volte rispettivamente a ridurre il numero dei morti e curare i feriti, e ad assistere i sopravvissuti e quelli successivi della riabilitazione e ripristino delle condizioni di normalità e autonomia.

Ancora una volta si assiste alla contesa su chi deve gestire i fondi offerti dai privati e alla assenza di impegni certi da parte delle autorità governative.

Le Ong del Cocis impegnate in azioni di cooperazione allo sviluppo ritengono che le azioni della prima emergenza e della seconda emergenza debbano essere svolte da organizzazioni specializzate in grado di intervenire con la tempestività e mezzi adeguati. Ma per quelle della riabilitazione sono gli organi e i soggetti della Cooperazione Internazionale che con le loro consolidate relazioni di partenariato hanno in mano il principale strumento della ricostruzione.

Riteniamo pertanto che sia del tutto inadeguato e forviante il criterio della gestione unica dei fondi, che perciò non sia corretto affidare alla Protezione Civile o alla Croce Rossa l'insieme dei fondi disponibili.

E' ormai chiaro che i fondi raccolti nel mondo sono molto superiori alle necessità di prima e seconda emergenza, mentre saranno sicuramente insufficienti alla riabilitazione.

Si assegnino quindi i fondi, privati e pubblici necessari per le azioni di emergenza a chi è abilitato a farla e si usino i cospicui fondi residui e gli stanziamenti pubblici straordinari, per contribuire alla riabilitazione con le normali strutture della cooperazione internazionale confermando il metodo consolidato della continuità dell'azione e del coinvolgimento dell'intera società in tutte le fasi dell'azione, con l'accortezza di mettere in moto strumenti di maggiore efficienza e rapidità decisionale".

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