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Ecco come ti sistemo l'impegno sociale!
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di Giulio Marcon*
La bocciatura dell'emendamento alla legge finanziaria sull'ampliamento della deducibilità delle donazioni alle organizzazioni del Terzo settore è solo un ulteriore segnale di questo governo verso il sociale ed il welfare. Ogni giorno migliaia di organizzazioni di solidarietà e di volontariato organizzano e offrono servizi sociali, culturali e civici: un pezzo di welfare che affonda le radici nell'auto-organizzazione, dal basso di una democrazia del fare che promuove diritti e giustizia sociale. Il provvedimento avrebbe portato più risorse a queste organizzazioni e quindi più servizi per la comunità. Ma questo governo ha l'obiettivo di privatizzare parti consistenti del welfare riducendolo a beneficenza, magari utilizzando anche le componenti più ambigue e compiacenti di quel Terzo settore un po' 'parastato', un po' new profit. La critica alla bocciatura di questo emendamento è quella di una categoria che rivendica corporativamente per sé, per le sue organizzazioni, agevolazioni fiscali e contributi economici.
Questa è ben poca cosa (ed è comunque grave) di fronte ai ben più pesanti tagli al fondo per le politiche sociali, agli enti locali, alla sanità che minano diritti sociali costituzionali, che il Terzo settore deve difendere e promuovere.
L'affossamento del provvedimento che amplia la deducibilità delle donazioni per il Terzo settore va collocato nel contesto della macelleria sociale del governo Berlusconi. L'idea di fondo del governo è aprire nuovi mercati nel welfare (soprattutto scuola e sanità) e ridurre i diritti sociali ad assistenzialismo compassionevole per i più poveri.
È vero che il livello di spesa pubblica in Italia (e di debito, oggi al 106% del Pil) è molto alto, ma è anche vero che questo
non è determinato dalla spesa sociale o per la ricerca e l'innovazione - ben al di sotto della media europea - ma prevalentemente dal servizio degli interessi sul debito. Inoltre, una parte della spesa pubblica continua ad aumentare, come quella delle spese militari e del sostegno agli investimenti delle imprese all'estero.
La bocciatura dell'emendamento è dovuta dunque alla necessità di reperire risorse sufficienti per coprire il provvedimento di
tagli fiscali, ispirati ad una ideologia liberista e individualista.
La filosofia delle proposte della Campagna Sbilanciamoci! è esattamente l'opposto: accentuare la progressività dell'imposizione fiscale, colpire la rendita finanziaria, introdurre tasse di scopo per orientare positivamente consumi e comportamenti economici. Rivalutare il ruolo del settore pubblico - del welfare e di un Terzo settore rivolto alla promozione dei diritti - riformare la leva fiscale come strumento di sviluppo e di coesione sociale e ripensare il modello di sviluppo, sono le sfide che non solo questa finanziaria, ma anche le politiche economiche dei prossimi anni, pongono all'associazionismo e all'arcipelago delle organizzazioni sociali.
*coordinatore della Campagna Sbilanciamoci