Zimbabwe: rapporto sul paese rieletto in Commissione Onu

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In un nuovo rapporto, intitolato "Difensori dei diritti umani sotto assedio", Amnesty International documenta gli abusi di potere commessi allo scopo di impedire ai difensori dei diritti umani di criticare pubblicamente le autorità e denunciare il loro comportamento. "Centinaia di persone comuni, impegnate a proteggere i diritti dei propri connazionali, sono andate incontro a intimidazioni, arresti arbitrari, aggressioni e torture ad opera di un governo intenzionato a occultare le violazioni dei diritti umani. Il governo deve garantire che i responsabili siano portati di fronte alla giustizia e che le leggi che violano gli standard e le norme internazionali sui diritti umani siano abolite" - ha dichiarato Clara Spagnoletta, responsabile del coordinamento Africa del sud della Sezione Italiana di Amnesty International presentando il Rapporto.

Il rapporto cita numerosi esempi di violazioni ai danni dei difensori dei diritti umani, tra cui: - il coinvolgimento della polizia in diverse gravi aggressioni e l'assenza di provvedimenti giudiziari; gli arresti arbitrari di centinaia di difensori dei diritti umani, comprese le attiviste del gruppo Women of Zimbabwe Arise, nel mirino delle autorità da due anni; gli attacchi sistematici all'indipendenza dei giudici e degli avvocati, attraverso ripetute minacce e aggressioni che hanno costretto molti di loro a dimettersi o ad andare in pensione; l'uso di leggi repressive, per chiudere gli organi d'informazione indipendenti; il ritorno in auge di leggi introdotte sotto il precedente regime della minoranza bianca, come l'Atto sulle organizzazioni private di volontariato; l'introduzione di una legislazione sulle Organizzazioni non governative, che vieta agli organismi internazionali di operare nel paese e restringe gravemente l'ambito d'azione di quelli locali; l'uso dei mezzi d'informazione controllati dal governo per intimidire i difensori dei diritti umani e screditare la Commissione africana sui diritti umani e dei popoli e il suo recente rapporto sullo Zimbabwe.

Amnesty International chiede al governo di porre immediatamente fine alla persecuzione nei confronti dei difensori dei diritti umani e di ritirare tutte le leggi che violano gli standard internazionali sui diritti umani. Il governo deve inoltre assicurare inchieste indipendenti su tutti i casi di aggressione, tortura, arresti arbitrari e detenzioni illegali ad opera della polizia e portare i responsabili di fronte alla giustizia. "Questo attacco combinato contro i difensori dei diritti umani la dice lunga sul modo in cui il governo intende nascondere le violazioni e impedire le critiche nei confronti del proprio operato. Anche la Commissione africana ha chiesto allo Zimbabwe di ritirare le leggi usate per impedire le attività dei difensori dei diritti umani. È ampiamente giunto il tempo che il governo attui in pieno le raccomandazioni contenute nel rapporto della Commissione africana" - ha concluso Clara Spagnoletta.

Nelle scorse settimane lo Zimbabwe è stato rieletto, non senza qualche sorpresa, come membro della Commissione Onu per i diritti umani affiancando i neo-eletti stati africani del Botswana, Camerun e Marocco (al posto di Burkina Faso, Gabon e Swaziland) oltre ai confermati Repubblica democratica del Congo, Egitto, Eritrea, Etiopia, Guinea, Kenya, Mauritania, Nigeria, Sudafrica, Sudan e Togo. Del continente sudamericano fanno parte, invece, Argentina e Brasile, confermate nonostante il loro mandato fosse scaduto, oltre a Costa Rica, Cuba, Repubblica Dominicana, Ecuador, Guatemala, Honduras, Messico e Perù. Creata 60 anni fa, la Commissione ha destato recentemente perplessità sul suo operato, decisamente influenzato dalla volontà dei cinque membri permanenti, tanto che alcune settimane fa, allorché la 61esima sessione chiuse i battenti, l'Alto Commissario per i diritti umani dell'Onu, Louise Arbour, pronosticò che "È improbabile che la prossima commissione possa avere formato, composizione e struttura di quella attuale". [GB]

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