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Zahraa e Nubl simboli scontro sunniti-sciiti
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Con l'inizio delle sollevazioni volte a rovesciare il regime di Bashar al-Assad, le differenze di carattere etnico e religioso sono tornate a farsi tragicamente sentire in Siria. Seppur difficile da spiegare, un paese a stragrande maggioranza sunnita, connotato da una grande varietà di credo minoritari e un governo dall'impronta sciita ma alawita, era riuscito nel corso degli anni a cucire pazientemente per sé e i suoi una tela integra ma variopinta.
Così, anche sotto il vento rivoluzionario che si è dispiegato in Siria a partire dal marzo 2011, e che ha schierato inevitabilmente i tanti milioni di sunniti locali contro una novella coalizione composta dai pochi sciiti al potere e da impaurite famiglie cristiane ai margini, nessuno avrebbe immaginato un tale drammatico esito.
I villaggi a maggioranza sciita di Zahraa e Nubl, situati nella roccaforte sunnita che si dispiega a nord di Aleppo, sono uno dei casi rappresentativi della grave frattura creatasi. Da ciò che riporta l'agenzia di stampa americana Associated Press (AP), nel momento in cui i centri sciiti - e perciò allineate con il governo di al-Assad - sono state riconquistate con la forza dalle forze ribelli sunnite, spalleggiate dalle potenze occidentali, la vita per gli abitanti di quelle localita' è diventata impossibile.
I ribelli sunniti hanno imposto l'assedio su ambo i centri e, piazzate alcune centinaia di cecchini in punti strategici, impediscono con le armi spiegate i più banali movimenti alla compagine sciita. A Zahraa e Nubl i sunniti stanno agendo con smisurata violenza per farla pagare agli uomini armati asserviti al regime alawita, noti ai più come "shabiha", raggruppatisi qui in precedenza e artefici di una lunga serie di rapimenti e brutalità.
Ciononostante, anche ora che la distanza tra le due sette islamiche sembra essere quanto mai estesa, a Zahraa e Nubl, come nel resto dello stato siriano intero, vi sono individui che vorrebbero tornare all'armonia precedente e che, per motivi diversi, si trovano in bilico tra le due comunità avverse.
Bashar al-Hajji, nativo della cittadina sunnita di Beyanon situata lungo la strada che connette Zahraa a Nubl, è sposato da cinque anni a una sciita originaria di Zahraa e vive il dramma in corso con maggior intensità rispetto ai suoi compatrioti. Al-Hajjii è infatti sunnita salafita - termine che fa riferimento all'area più radicale in seno al ramo religioso in questione - ed è l'unico sunnita di Beyanon a essere accompagnato da una sposa sciita. La famiglia della moglie di al-Hajji non perde occasione per sputare veleno contro di lui e sta facendo di tutto per convincere la donna a ritornare a Zahraa dai suoi cari.
"Sanno che sono salafita e perciò pensano che mi sia permesso uccidere gli sciiti," dice al-Hajji. "Se davvero fosse così non dovrei andare molto lontano per farne fuori una," conclude l'uomo ammiccando alla moglie poco distante. Chi è stato vittima di violenze in passato è proprio al-Hajji, il quale zoppica visibilmente a causa di una pallottola sparata lo scorso febbraio da una gang sciita che lo aveva fatto prigioniero. "Solo quando la mia famiglia e altri con loro hanno rapito 20 sciiti e hanno minacciato di ucciderli tutti, sono stato rilasciato," spiega al-Hajji. Indicando un quartiere di Zahraa poco distante, ricorda come in quel periodo i cecchini pro-regime scagliassero incessantemente piogge di proiettili contro "qualunque cosa si muovesse" nella sunnita Beyanon.
"Hanno ucciso e ferito così tanti tra noi che siamo stati costretti a bloccare la strada", conclude al-Hajji. Oggi su questa stessa strada giacciono cumuli di macerie e materiale da lavoro e si ergono checkpoints e cecchini sunniti pronti a far fuoco su chiunque si voglia imbattere nella folle missione di entrare a Zahraa. Per rifornirsi di viveri e quant'altro, i membri della comunità sciita si rivolgono allora a un piccolo villaggio curdo situato sull'altro lato della città, ma mai osano avventurarsi oltre quella soglia per paura di essere ammazzati o rapiti.
Se la vita per gli sciiti di Zahraa è in costante bilico, anche gli abitanti sunniti di villaggi limitrofi come Beyanon, Hayan, Haritan e Mayer non se la passano troppo bene. L'assedio calato sul conclave sciita impedisce a questi cittadini sunniti l'accesso a infrastrutture e comodità presenti esclusivamente nella ricca Zahraa - quali ristoranti, negozi o ospedali, oltre alla possibilità di studiare nell'unico liceo o istituto vocazionale della zona.
La storia di Zahraa, Nubl e Beyanon è paradigmatica di una crisi che si sta dispiegando sull'intero suolo siriano - e non solo siriano, visti gli ultimi scontri nel limitrofo stato libanese.
Nelle principali città della Siria i quartieri noti per l'affascinante mix alawita-sunnita stanno scomparendo progressivamente, e ciò sia perché i membri dell'una o dell'altra setta ne sono allontanati dalla controparte, sia perché questi stessi individui decidono consapevolmente di mescolarsi ai propri simili in località più amene. Nonostante sunniti e sciiti in più di un'occasione si siano dichiarati pronti ad abbondonare la gratuita violenza perpetrata finora, i fatti correnti fanno trapelare la volontà di entrambi a vendicare i torti subiti e non lasciano spazio ad alcuna ottimistica previsione futura.
Eleonora Vio da Nena-news.globalist.it