Wwf: i G8 bocciati sul clima, Italia ultima tra gli europei

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A una settimana dall’inizio del G8 che si terrà a L’Aquila e ad appena cinque mesi dalla Conferenza sul clima di Copenhagen, WWF e Allianz danno le pagelle alle politiche climatiche dei Paesi del G8 e ai cinque principali Paesi emergenti attraverso il rapporto "G8 Climate Scorecards" realizzato da Ecofys.

Prime della classe Germania, Regno Unito e Francia, che hanno già raggiunto i rispettivi obiettivi nazionali per il Protocollo di Kyoto. L’Italia resta ferma al quarto posto per il terzo anno consecutivo, collocandosi a un livello intermedio insieme al Giappone. Restano di gran lunga indietro il Canada, la Russia e gli USA, anche se questi ultimi, grazie alle iniziative pianificate o annunciate dell’amministrazione Obama, hanno comunque guadagnato una posizione in classifica rispetto all’ultimo posto dell’anno scorso,

Secondo il rapporto, siamo ben lontani dagli obiettivi che il WWF ritiene necessari, ovvero, per i Paesi industrializzati la riduzione di almeno il 40% delle emissioni entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990 (di cui il 30-35% realizzate su territorio nazionale) e la riduzione del 95% delle emissioni entro il 2050; per i Paesi in via di sviluppo, la deviazione dall’aumento delle emissioni di almeno il 30% entro il 2020, sempre rispetto al 1990.

Soprattutto sono ancora lontani gli obiettivi per l’Italia che oscilla tra misure incoraggianti - come la promozione dell’efficienza energetica negli edifici e nell’industria e il conto energia per le rinnovabili - e misure che il WWF considera negative come il via a nuove centrali a carbone e i finanziamenti al nucleare. "L’Italia vivacchia a metà classifica, come al solito unendo provvedimenti buoni a incentivi ai combustibili fossili, e soprattutto senza alcuna strategia precisa" - commenta il WWF. Lo studio dimostra che con un investimento di 4 miliardi di euro all’anno, ovvero appena lo 0,2% del PIL, l’Italia può ridurre le proprie emissioni del 29% entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990, raggiungendo l’obiettivo del 30% previsto dalla UE nel Pacchetto clima ed energia.

"L’Italia, come presidente del G8, deve dare il buon esempio, in casa propria e nel far sì che il G8 costituisca una pietra miliare verso un accordo globale sul clima, a Copenaghen, giusto, efficace e in linea con le indicazioni della comunità scientifica" – ha commentato Mariagrazia Midulla, responsabile Energia e Clima del WWF Italia. "Un futuro a basse emissioni rappresenta un importante potenziale di sviluppo per i Paesi del G8 così come per le nazioni emergenti. I futuri investimenti e lo sviluppo di nuovi prodotti necessitano di un’impostazione" – ha dichiarato Joachim Faber, membro del board di Allianz SE.

Il WWF si aspetta dai leader del G8 appunto che facciano i leader. "Abbiamo di fronte una sfida che ci impone di agire insieme, con obiettivi precisi. Chiediamo che il G8 che si impegni a mantenere l’aumento medio della temperatura al di sotto dei 2°C rispetto all’epoca pre-industriale. Questo implica che il picco e il declino delle emissioni globali si manifestino ben prima del 2020. I leader del G8 devono impegnarsi a trasformare le loro economie su un percorso a bassa emissione di carbonio, con ambiziosi obiettivi di medio termine e l’obiettivo a lungo termine di ridurre le emissioni di almeno l’80% entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990" - ha aggiunto Mariagrazia Midulla.

Il WWF chiede anche l’immediato adeguamento dei finanziamenti per l’adattamento nei paesi meno sviluppati che non hanno causato il cambiamento climatico, ma sono tra i più vulnerabili ai suoi effetti. In particolare, i leader del G8 dovrebbero annunciare che forniranno 2 miliardi di dollari entro quest’anno per i Programmi d'azione sull’Adattamento. Vanno varati "Piani Nazionali di Azioni di Mitigazione" (NAMAS) pilota garantendo il loro immediato finanziamento. Il WWF chiede infine l’approvazione di programmi di azione per le tecnologie che consentano ai Paesi in via di sviluppo il ‘salto tecnologico’ verso le tecnologie pulite. [GB]

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