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World Blood Donor Day: “Grazie per avermi salvato la vita”
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Mentre l’Expo di Milano cerca di “nutrire il pianeta”, oggi, in occasione di questo dodicesimo World Blood Donor Day, (WBDD) giorno in cui l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ricorda l’anniversario della nascita di Karl Landsteiner, il biologo austriaco che ha scoperto i gruppi sanguigni, c’è chi all’Expo si impegna a “trovare il sangue per il Pianeta”. È il Coordinamento Interassociativo dei Volontari Italiani del Sangue (Civis) che riunisce Avis, Fidas, Fratres e i donatori di sangue della Croce Rossa Italiana, cioè le quattro principali associazioni e federazioni di donatori di sangue nazionali, che in occasione di questo 14 giugno, assieme al Centro Nazionale Sangue e alla Federazione Internazionale delle Organizzazioni Donatori di Sangue, hanno deciso di organizzare un convegno sullo stato dell’arte della donazione nel mondo, con un focus su alimentazione e corretti stili di vita nella cornice della Cascina Triulza, luogo simbolo del non profit in Expo. Un contesto ideale per presentare anche i primi dati salienti, frutto di oltre 10.000 compilazioni, del questionario sulle abitudini alimentari della popolazione mondiale, promosso da Avis (che con i suoi volontari è all’Expo dai primi di giugno) e Nutrition Foundation of Italy.
Titolo dell’evento? “Grazie per avermi salvato la vita”, lo stesso slogan scelto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) per l’edizione di quest’anno di questa Giornata mondiale del donatore che da Shanghai sarà dedicata a tutte le persone che ogni anno permettono 108milioni di donazioni e che ha assunto, da quando è stata istituita nel 2004, un significato sempre più profondo, rappresentando un’occasione per ribadire a livello globale l’importanza di compiere un gesto semplice, ma fondamentale come quello del dono. Nel lanciare la presentazione di questo #WorldBloodDonorDay l’Oms ha sottolineato la necessità di incoraggiare più persone in tutto il mondo a donare il sangue volontariamente e, poiché le necessità sono sempre superiori alle disponibilità, “ciò rende necessario non solo incrementare il numero di donatori, ma incentivare la donazione periodica”. Altra sfida fondamentale lanciata dall’Oms è quella tesa ad “abolire definitivamente entro il 2020 le donazioni a pagamento o effettuate da parenti e amici”. Secondo i dati della stessa Organizzazione, ad oggi, in soli 62 paesi le scorte di sangue provengono al 100% da donatori volontari e non pagati, mentre in 40 paesi si ricorre ancora alle donazioni dei familiari del paziente o di donatori a pagamento.
Anche nella giornata milanese di oggi riecheggeranno questi temi internazionali e oltre al ringraziamento ai donatori italiani si rinnoverà l’invito affinché anche dall’Expo si possa coinvolgere chiunque è in buona salute e che non ha mai teso il braccio, a ridistribuire quel “prodotto biologico di origine umana” unico nel suo genere che è il sangue. Perché “Mentre ringraziamo quanti ogni giorno contribuiscono a salvare migliaia di vite con il dono del sangue e degli emocomponenti, vogliamo anche ricordare che si può fare sempre di più - ha ricordato Aldo Ozino Caligaris, presidente nazionale Fidas -. L’Italia può contare su un milione e settecentomila donatori di sangue volontari che garantiscono ogni giorno oltre 8.500 trasfusioni, ma vogliamo che le nuove generazioni si avvicinino consapevolmente a questo gesto civico di responsabilità”. Come fare? I primi sponsor di questa “etica e cultura della donazione di sangue” sono proprio i volontari donatori (286.186 quelli periodici della sola Fidas nel 2014) che a centinaia si raduneranno nella piazza di Triulza sotto a cappellini e magliette con i loghi della Giornata mondiale, partecipando dal vivo alla realizzazione dell’opera “Tavola della solidarietà” dell’artista Alberto Gianfreda. Un momento per vedere e incontrare i donatori che vorranno raccontare ai visitatori di Expo l’importanza della cultura di una donazione del sangue periodica, volontaria, responsabile e non remunerata.
Ma la ricerca di nuovi donatori, che impegna le quattro principali associazioni e federazioni di donatori di sangue nazionali tutto l'anno, è arrivata anche in radio quando venerdì il Trio Medusa ha tenuto a battesimo l’edizione 2015 di One nation one donation, l’evento promosso da Radio Deejay per sensibilizzare al dono del sangue e dare voce tramite la Fidas a quanti ogni giorno contribuiscono a salvare tante vite. Così mentre in alcune sedi della Federazione (che raccoglie 73 associazioni di donatori volontari sparse per l’Italia) come Torino, Milano, Udine, Parma, Genova, Bologna, Vicenza, Roma, Bari e Gela, in tanti si sono prenotati per rimboccarsi le maniche ed offrire il proprio “contributo di sangue”, alle 8.20 in diretta il celebre Trio composto da Furio, Giorgio e Gabriele nel corso di “Chiamate Roma triuno triuno” ha fatto ascoltare le testimonianze di chi deve la propria vita ai donatori di sangue. “Nella scorsa edizione abbiamo quasi raggiunto le 500 donazioni e speriamo che questa volta vada altrettanto bene. Del resto non serve essere eroi per donare il sangue, che per tanti è davvero un regalo unico” hanno spiegato i tre mattatori del buongiorno di Radio DeeJay che si sono poi uniti ai donatori in fila nell’autoemoteca della Regione Lazio gestita dal personale medico dell’Ospedale San Camillo Forlanini per l’occasione parcheggiata in Via Cristoforo Colombo sotto gli studi di Radio Dee Jay. Nella stessa giornata la Civis ha presentato al Ministero della Salute, in occasione della sottoscrizione del Protocollo d’intesa tra Civis e l’Associazione Donatrici Italiane Sangue Cordone Ombelicale (Adisco) il francobollo commemorativo dedicato al Dono del sangue inserito dal Ministero dello Sviluppo Economico nel programma di emissione dei valori postali per il 2015 nella serie tematica ordinaria “Il Senso civico”, e che sarà emesso ufficialmente proprio da oggi 14 giugno.
Tutte iniziative che fanno ben sperare per il futuro della donazione del sangue e del volontariato in generale, visto che secondo il recente “The State of the World’s Volunteerism Report 2015”, il primo rapporto globale dell’Onu sul tema, “nel mondo i volontari sono circa un miliardo, operano soprattutto nel loro paese d’origine e giocano un ruolo indispensabile nel rendere i governi più responsabili e trasparenti”. Un dato confortante ma attenzione. Per il Report “il loro potenziale è sottostimato ed andrebbero maggiormente incoraggiati” visto che siamo al cospetto si di persone comuni, ma capaci di influenzare le decisioni legislative e di farsi portavoce dei deboli e degli emarginati difendendo i loro diritti”. Inutile dire che le nazioni che costruiscono un ambiente favorevole allo sviluppo del volontariato traggono vantaggio da una maggiore partecipazione dei cittadini alla vita pubblica. Al contrario, i paesi in cui il ruolo del volontariato non è riconosciuto oppure è osteggiato hanno maggiori difficoltà di sviluppo economico e sociale. Ricordando l’importanza di giornate come il World Blood Donor Day non possiamo non dedurre che questi ultimi paesi avranno sicuramente meno persone che potranno dire “Grazie per avermi salvato la vita”, proprio perché poche persone sono state aiutate e motivate a “trovare il sangue per il Pianeta”.
Alessandro Graziadei

Sono Alessandro, dal 1975 "sto" e "vado" come molti, ma attualmente "sto". Pubblicista, iscritto all'Ordine dei giornalisti dal 2009 e caporedattore per il portale Unimondo.org dal 2010, per anni andavo da Trento a Bologna, pendolare universitario, fino ad una laurea in storia contemporanea e da Trento a Rovereto, sempre a/r, dove imparavo la teoria della cooperazione allo sviluppo e della comunicazione con i corsi dell'Università della Pace e dei Popoli. Recidivo replicavo con un diploma in comunicazione e sviluppo del VIS tra Trento e Roma. In mezzo qualche esperienza di cooperazione internazionale e numerosi voli in America Latina. Ora a malincuore stanziale faccio viaggiare la mente aspettando le ferie per far muovere il resto di me. Sempre in lotta con la mia impronta ecologica, se posso vado a piedi (preferibilmente di corsa), vesto Patagonia, ”non mangio niente che abbia dei genitori", leggo e scrivo come molti soprattutto di ambiente, animali, diritti, doveri e “presunte sostenibilità”. Una mattina di maggio del 2015 mi hanno consegnato il premio giornalistico nazionale della Federazione Italiana Associazioni Donatori di Sangue “Isabella Sturvi” finalizzato alla promozione del giornalismo sociale.