WSA: a Trento con eventi e riflessioni sull'Europa dell'Est

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La World Social Agenda (WSA) passa da Padova a Trento continuando a proporre riflessioni e incontri sui paesi dell'Est. Dopo la ricca maratona di appuntamenti nell'ambito di Civitas 2007 a Padova (3-6 maggio scorsi) che hanno avuto il momento principale nella conferenza internazionale "Quale Europa: tra EUfobia ed EUforia", con interventi di tre donne provenienti dall'Ungheria, dalla Romania e dalla Bosnia, nei prossimi giorni la WSA arriva Trento (19-25 maggio) con una ricca serie di eventi e manifestazioni.

La Conferenze internazionale "Ritrovare l'Europa: Speranze e esperienze dall'Europa orientale e balcanica" (19 maggio) proporrà le riflessioni di tre donne dell'Est europeo (Monika Kaminska dalla Polonia, Anila Husha dall'Albania e Irena Sargànkova dalla Repubblica Ceca) e chiusura della conferenza l'Orchestra in concerto di Adrian Gaspar e ritmi balcanici.

Lunedì 21 maggio, dieci classi di dieci Istituti superiori trentini presenteranno dieci libri sull'Europa dell'Est ed i Balcani. A commentare gli interventi degli studenti ci sarà Fabrizio Franchi dell'Ordine dei Giornalisti di Trento e interverranno, in qualità di ospiti d'eccezione, la moglie e la figlia del grande reporter polacco Ryszard Kapuściński.

Il 25 maggio la Tavola rotonda "Insieme per l'Europa" con rappresentanti di movimenti e comunità di varie Chiese presenti nel Trentino ed esponenti dell'informazione, politica, cultura, società civile presenteranno la manifestazione promossa da 180 movimenti e associazioni di diverse Chiese cristiane a Stoccarda il 12 maggio e rifletteranno sulle sfide dell'Europa di oggi e la risposta dei Movimenti.

Da non dimenticare le Cene dell'Altro Mondo (22-24 maggio) al parco di Martignano (Trento) con cibi, suoni e danze di dialogo con le comunità di immigrati dell'Europa dell'Est e dei Balcani.

Un tema quanto mai di attualità, quello dell'Europa dell'Est e dei Balcani: quest'anno si è passati dal sistema "Europa 25" a quello "Europa 27" con l'ingresso di Romania e Bulgaria nell'Unione Europea. "La scelta dell'Europa orientale come tema di World Social Agenda 2007 è stata dettata da due diversi fattori. - ha spiegato Marina Boetti, direttrice della Fondazione Fontana Onlus che da anni promuove la WSA. Da un lato, approdare all'Europa era logico perché è l'area che completa il nostro viaggio quadriennale attraverso i diversi continenti. Dall'altro lato, invece, c'è l'attualità dell'argomento. L'ingresso dei paesi dell'Est nell'Unione Europea che reazioni socio-politiche genera in noi, che facciamo parte dell'Europa 15, e nei paesi entrati nel 2004 e nel 2007, far parte del sistema europeo? Possiamo parlare, da una parte come dall'altra, di "EUforia" ma anche di "EUfobia". Non è infatti vero che solo in occidente si avvertono con timore queste nuove entrate e che, invece, ad oriente, tutto viene visto come una grande opportunità. Per i neocomponenti dell'Unione, reduci del passaggio dal sistema sovietico alla sovranità nazionale, reinserirsi in un altro ingranaggio rinunciando a parte di quanto è stato da poco conquistato non è così semplice".

Oltre a ciò, va evidenziato che nel contesto padovano e veneto affrontare le tematiche legate a questa area del mondo assume un significato ancor più profondo: non solo per il massiccio fenomeno di delocalizzazione che coinvolge le imprese economiche della zona, ma anche per il fatto che gli immigrati provenienti dall'Europa orientale nel Nordest e in particolare a Padova rappresentano la comunità di stranieri più consistente. Infatti a Padova, in base al "Dossier statistico sull'immigrazione 2006" di Caritas e Migrantes, i rumeni sono il 30 per cento della popolazione immigrata e i moldavi il 33,6 per cento.

E' stato dunque chiesto a tre donne, tutte impegnate nei processi di cambiamento e di "europeizzazione" del proprio paese, di portare il proprio punto di vista e di tentare di consigliare ai vecchi e ai nuovi stati membri dell'Unione Europea come potersi sentire tutti parte di un unicum. La scelta di affidare a tre voci femminili l'analisi di un così delicato argomento si inserisce da un lato nella tradizione di World Social Agenda, che, a partire dal 2004, ha cominciato ad esplorare le altre culture attraverso lo sguardo differente e privilegiato delle donne, dall'altro ha voluto essere un modo per ricordare e celebrare l'"Anno delle pari opportunità" attualmente in corso.

La conferenza internazionale del 4 maggio scorso a Padova Quale Europa: tra EUforia ed EUfobia?" ha così riunito attorno ad un tavolo Julianna Davidné Hidvégi (Ungheria), Renate Weber (Romania), Radmila Zarkovic (Bosnia), ovvero l'Unione Europea di ieri, quella di oggi e quella di domani.

Il dibattito si è sviluppato partendo da una considerazione condivisa da tutte: "L'Unione Europea sarà tale solo quando si diffonderà alla base, tra i cittadini dei diversi paesi, membri e non solo, la consapevolezza di essere parte di un unica entità: senza "eufobia" né "euforia", ma con un razionale ottimismo".

Julianna Davidné Hidvégi, ungherese, a capo del Dipartimento per la Famiglia e il Sociale del Ministero degli Affari sociali e Lavoro in Ungheria, ha rappresentato l'Europa di ieri, a 25 stati. L'Ungheria è entrata a far parte dell'Unione nel 2004, ma ancora oggi il popolo ungherese, che nel 1989 è uscito dal regime comunista, non ha maturato la consapevolezza della cittadinanza europea e bene rappresenta l'oscillazione tra EUufobia ed EUforia: "Nel mio paese - ha spiegato Julianna - si percepisce l'Unione Europea in maniera contraddittoria: da un lato avvertiamo il vantaggio di avere accesso ai fondi europei e di poter circolare liberamente, dall'altro però ci spaventa la mancanza di tutte quelle garanzie (lavoro, studio, ecc.) che il regime socialista offriva. Ora lo scoglio più grande per noi ungheresi, abituati dal socialismo a non pensare, è imparare ad essere propositivi".

A rappresentare la neo entrata Romania è intervenuta invece Renate Weber, avvocato, politologa ed attivista rumena, ex consigliere del Presidente della Repubblica Rumena Traian Basescu. La relatrice ha voluto puntualizzare che identificare il suo paese soltanto come la patria delle numerose badanti che lavorano in Italia e di scellerati criminali è un grosso errore. "Come ha affermato il presidente rumeno in occasione dell'ingresso del paese nella UE, la Romania sarà una piacevole sorpresa per l'Unione Europea- ha assicurato -Scoprirete che la maggior parte dei rumeni sono persone di talento e che lavorano sodo".

E chi nell'Unione non è ancora entrato, che opinione ha del sistema Europa che va costituendosi? Radmila Zarkovic, bosniaca che preferisce però definirsi "jugoslava", presidente della Cooperativa agricola Insieme di Brutanac (cittadina al confine tra Bosnia e Serbia), impegnata nel promuovere ed avviare la ripresa economica dell'area dopo la guerra, è intervenuta per rappresentare l'Unione Europea di domani ed ha offerto un punto di vista esterno, per ora, al sistema in graduale allargamento.

"L'Europa oggi? Molto chiusa in se stessa, timorosa di tutto ciò che è all'esterno: ma noi, i popoli della ex Jugoslavia, anche se non apparteniamo all'Unione siamo comunque Europa, per storia e bagaglio culturale", ha affermato. Radmila ha anche ricordato come proprio la sua Bosnia possa offrire un valido esempio di convivenza pacifica tra i popoli alla nuova congregazione di stati: "Prima della guerra, serbi, croati e mussulmani vivevano insieme nel rispetto e nella condivisione, ricordo che quando una etnia era in festa eravamo in festa tutti. - ha spiegato- Oggi, dopo gli orrori che abbiamo vissuto, i mussulmani stanno gradualmente tornando in Bosnia e sentiamo la necessità di ricostruire le case, le attività, la cultura, la vita, la comunità come un obiettivo prioritario e soprattutto comune".

L'incontro è stato moderato da Patrizia Messina, docente di Scienza Politica presso la facoltà di Scienze Politiche dell'Università di Padova ed esperta di politiche europee per lo sviluppo locale, che ha concluso: "Il processo per formare l'Europa dell'economia e dei governi è in corso, adesso ci si deve attivare per costruire l'Europa delle persone". Alla serata è intervenuto anche il Duo Bubesapràvie, che ha proposto un coinvolgente repertorio di musica balcanica.

di Ilaria Tonetto

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