Vivisezione: dati animali usati, più cani e gatti

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Il 4 gennaio il Ministero della Salute ha finalmente pubblicato in Gazzetta Ufficiale la quarta edizione dei dati statistici relativi al numero di animali utilizzati a fini sperimentali nel triennio 2001-2003, così come previsto dal Decreto Legislativo 116/92 che regola la materia nel nostro Paese. Si assiste ad una lievissima flessione del numero totale di animali impiegati annualmente, passando da una media di circa 988.000 del triennio 1998-2000 ad una media di 912.000, differenza non significativa da un punto di vista statistico.

"Il numero di animali impiegati è solo timidamente diminuito nel 2003 rispetto agli anni precedenti, mentre nel 2001 e 2002 è addirittura aumentato rispetto al 2000 - dichiara Roberta Bartocci, responsabile LAV del Settore Vivisezione - Tra le novità un aumento sensibile del numero di cani impiegati, da una media inferiore ad 800 individui impiegati ogni anno nel triennio 1998-2000, agli oltre 1100 dell'ultimo triennio 2001-2003; la maggior parte di questi viene utilizzata in studi di tossicità sui possibili effetti dannosi di sostanze chimiche prima della loro immissione in commercio".

"Brutte notizie anche per i gatti, impiegati soprattutto in studi di medicina veterinaria, che da una quota vicina allo zero del 2000, sono stati di nuovo utilizzati nell'ultimo triennio (73 nel 2001, 10 nel 2002 e 13 nel 2003) - prosegue Roberta Bartocci - Aumentato anche il numero di topi impiegati, diffusi in tutti i settori della sperimentazione animale, ma in particolar modo nella ricerca di base, come per lo studio di malattie di vario tipo. Il topo si conferma la specie maggiormente impiegata in assoluto, non per ragioni scientifiche ma per il fatto di essere una specie molto economica (il costo di ogni topo è di circa 13 euro, contro i 30 di un ratto e i circa 1000 euro di un cane), altamente prolifica e maneggevole. Si rileva anche l'incremento del numero di scimmie utilizzate, da un valore medio di circa 300 ad oltre 400".

I dati sull'utilizzo di cani, gatti e primati nel triennio 2001-2003 confermano una realtà preoccupante che la LAV aveva già denunciato nel Rapporto "La vivisezione in Italia, regione per regione", ovvero che le sperimentazioni "in deroga" (quelle condotte su cani, gatti, primati, specie in via di estinzione e/o esperimenti senza anestesia) sono elevate e addirittura in aumento nel 2000-2002, stimabili in circa il 20% del totale degli esperimenti condotti su animali. Questo dato sembra disattendere ciò che la normativa vigente in materia prevede (Decreto Legislativo 116/92), ovvero che gli esperimenti "in deroga", dovrebbero essere autorizzati solo in caso di dimostrata inderogabile necessità e quindi rappresentare l'eccezione e non una regola.

La tabella evidenzia un sensibile aumento degli animali impiegati nella ricerca di base, a fronte di diffuse dichiarazioni rese da note Fondazioni per la ricerca che invece parlano spesso di un ricorso residuale ad esperimenti condotti con animali. Infine, nonostante la normativa sulla sperimentazione animale promuova, almeno in linea di principio, l'impiego di metodi alternativi, le statistiche non riportano il dato della loro utilizzazione, soprattutto in termini di effettivo contributo alla sostituzione di animali.

I dati resi noti dal Ministero della Salute provengono dalla autocertificazione, da parte dei ricercatori, sugli animali che si prevede di utilizzare e non da una rilevazione dei dati sul campo. Si ricorda, inoltre, che nelle statistiche non sono enumerati gli animali che vengono uccisi prima di essere utilizzati nelle procedure sperimentali, né i feti, cosa che farebbe lievitare le cifre di almeno quattro volte se non di più; inoltre, non sono considerati gli animali "inutilizzati", sia negli allevamenti che negli stabilimenti utilizzatori, i quali, se non impiegati, vengono soppressi e gettati via. "Le cifre pubblicate sono quindi una significativa sottostima della realtà", conclude la LAV.

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