Via i soldati italiani dall'Iraq

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Il Tavolo di solidarietà con l'Iraq ha chiede che durante le discussioni di martedi 22 e mercoledi 23 sull'invio di soldati italiani in Iraq, la Camera dei Deputati ritiri subito la missione militare e che i fondi così risparmiati (232 milioni di euro) vengano integralmente utilizzati per interventi umanitari e di cooperazione allo sviluppo.

232 milioni di finanziamento per "proteggere" 22 milioni di aiuti umanitari: queste due cifre, contenute nel decreto in discussione alla Camera dei deputati, bastano a chiarire la finalità della cosiddetta "Missione Babilonia": non sono i soldati a servie da protezione agli aiuti, ma gli aiuti a costituire il pretesto per inviare 3.000 soldati che, inquadrati sotto il comando britannico, avranno funzione di controllo territoriale e di ordine pubblico nella regione di Nassiriya.
L'Italia si aggiunge così agli Usa e alla Gran Bretagna come potenza occupante, e mentre si inviano soldati che dovranno fronteggiare il malcontento iracheno, le aziende italiane si mettono in fila (oltre 200 di cui una dozzina già vincitrici di appalti) per partecipare alla torta della ricostruzione.
La protezione degli aiuti è un pretesto, anzi l'invio dei militari può mettere a rischio gli operatori umanitari italiani.
In Iraq operano da mesi centinaia di volontari e cooperanti internazionali, delle ONG, della Croce Rossa, delle agenzie delle Nazioni Unite, senza bisogno di nessuna protezione militare, anzi è proprio questa indipendenza che ha garantito sinora la loro incolumità. L'eventuale legame con le forze di occupazione potrebbe compromettere la loro sicurezza.
Chiediamo che la Camera ritiri subito la missione militare e che i fondi così risparmiati (232 milioni di euro) vengano integralmente utilizzati per interventi umanitari e di cooperazione allo sviluppo.

Via i soldati italiani dall'Iraq
Firma la petizione: www.tavoloiraq.org/petizione.asp
Scrivi alle commissioni difesa del parlamento: www.unponteper.it/it/letteracommissioni.htm

Fonte: Tavolo di solidarietà con le popolazioni dell'Iraq

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