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Una situazione pesante
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Foto: Unsplash.com
La marcia indietro non servirà, almeno così dicono osservatori, esperti e giornalisti. Per frau Merkel è arrivata la resa dei conti, il momento del declino e aver chiesto scusa ai tedeschi per il prolungamento del lockdown sino al 30 aprile, annullandolo poi precipitosamente, non basterà a salvarla. La signora d’Europa, la donna che tutti hanno considerato faro ed esempio per la tenuta dell’Unione e per l’intero continente, dopo 16 anni sta chiudendo la partita raccogliendo solo critiche. Perché?
La pandemia ha seminato mine sulla strada dell’addio della signora Merkel. Tecnicamente, ricordiamolo, era in ogni caso al capolinea, cioè alla fine della sua carriera. Qualche mese fa, il suo partito, la potentissima CDU, aveva scelto il suo successore, Armin Laschet. Era sicuro - così come il partito - di subentrare anche alla cancelleria. Sicuro allora. Oggi molto, molto meno.
Comunque sia, Merkel sa da tempo di dover lasciare la ribalta, ma certo non pensava in questo modo. La crisi determinata dalle misure anti Covid19 stanno pesando. E gli errori di percorso, gli scandali, stanno diventando macigni.
C’è, ad esempio, lo scandalo delle mascherine, su cui pesa il sospetto di conflitto di interessi. Lo scandalo ha coinvolto il ministro della Salute, Jens Spahn. E’ democristiano, come la Cancelliera. Il ministero avrebbe acquistato un consistente lotto di Ffp2 da una società di cui è manager Daniel Funke. Piccolo particolare: è il compagno e marito di Spahn.
Un colpo basso, che i giornali tedeschi hanno ripreso, rilanciato assieme alla cronaca quotidiana di un dissenso al Governo che sembra crescere in tutto il Paese. Der Spiegel e la Bild da settimane attaccano, raccontando che l’opinione pubblica è stanca dei lockdown, della mancanza di risultati, della lentezza delle vaccinazioni. Il passaggio è importante: il ruolo della stampa in Germania è fondamentale. L’informazione – come ricordano proprio alcune testate - è in mano a “editori puri”, cioè a società che si occupano esclusivamente di editoria. Sono quasi tutte aziende a gestione famigliare e sono considerati la “cartina tornasole” dell’umore popolare. Se scendono in campo, se attaccano, vuol dire che sono i Tedeschi ad essere esasperati.
I rimproveri alla Merkel sono pesanti: ritardi nelle decisioni, dicono, incapacità a tenere sotto controllo i contagi nonostante le pesanti restrizioni. E ancora, ritardi nelle vaccinazioni, anziani abbandonati e inefficienze nella distribuzione degli aiuti alle piccole e medie imprese e ai lavoratori.
Un quadro disastroso, che mette al centro delle critiche solo lei, frau Merkel. Questo, ha trascinato in basso tutto il partito. La Cdu ha governato la Germania per quasi tutto il secondo dopoguerra. Solo per brevi tratti i socialdemocratici sono riusciti a sopravanzarla. Ora, il consenso del partito è crollato al 27%, tallonato dai Verdi, in crescita ovunque.
Una situazione pesante, che rischia di avere conseguenze anche sull’Unione Europea. Sino ad oggi, proprio Merkel è stata il centro dell’intero palazzo Europeo. La tenuta della politica unitaria, il patto per il rilancio, sono nati grazie alla sua volontà. I Paesi dell’Est Europa sono rimasti legati all’Unione grazie alla capacità della Cancelliera di tessere reti, relazioni e affari. Le cose non sono sempre state lineari: molti criticano Merkel – e la Germania – per aver fatto dell’Europa il proprio cortile di casa, imponendo regole e allargandone i confini al di là del ragionevole. Di fatto, però, l’Unione ha tenuto nei momenti di crisi grazie alle mediazioni o ai diktat di Merkel. Ora, tutto appare in crisi. Non si vedono, all’orizzonte, personaggi in grado di sostituirla. Il presidente francese, Macron, non ha il prestigio politico per farlo e Roma e Madrid mancano di autorevolezza.
Così, molti si chiedono cosa sarà, la prossima volta, quando giungerà a scadenza, del Patto di Stabilità imposto da Merkel ai partner europei. In tanti si domandano se la Germania riuscirà ad essere ancora il “punto di riferimento” comune o se la caduta di Maerkel sarà l’inizio di un diabolico e drammatico domino.
Raffaele Crocco