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Una goccia al giorno e il consenso politico supera ogni cosa
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Foto: Unsplash.com
Non voglio entrare nel merito del processo al ministro Matteo Salvini, ma mi si conceda di fare una riflessione su un altro aspetto. Da anni, ormai, c’è uno scontro tra politica e magistratura (una delle eredità del periodo berlusconiano) e la destra ne ha fatto un suo mantra: le indagini della magistratura non sono più un atto dovuto, ma diventano un atto di ingerenza nei confronti della politica e spesso sono un mezzo in mano all’opposizione per poter “combattere” l’avversario politico.
Finanche nel recente caso dell’ex presidente della Liguria, la parte politica vicina a Giovanni Toti ha subito gridato al complotto e a una magistratura politicizzata, salvo poi vedere che lo stesso interessato, per chiudere la vicenda, ha chiesto il patteggiamento.
Con l’attuale governo sembra poi che si sia fatto addirittura un ulteriore passo in avanti. Complottano la sinistra, i giornali e le tv. Complottano ovviamente i poteri forti. Complotta anche il cinema italiano e forse anche gli agenti della polizia di Stato che sono al piano nobile di Palazzo Chigi.
Ma se ogni azione o atto della magistratura nei confronti della parte politica del governo, diventa una indebita ingerenza, tutto ciò non vale se è il governo (e i suoi sodali) a fare lo stesso. E, quindi, alla Presidente del Consiglio è sembrato normale scrivere che ha dell’incredibile ciò che sta succedendo a Salvini, e all’avvocato Giulia Bongiorno affermare che questo processo è un attacco alla linea politica del governo. Due dichiarazioni - soprattutto quella della premier - che spostano l’attenzione dei cittadini ed esercitano una pressione notevole su coloro che dovranno giudicare Salvini...