Un voto contro il colpo di stato e la guerra infinita

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Pensiamo tutto il male possibile di una campagna elettorale all'insegna della cialtroneria e della disonesta'. E vediamo bene che entrambi gli schieramenti hanno le mani sporche di sangue, e in entrambi gli schieramenti vi sono partiti e personaggi corrotti e totalitari cui non affideremmo giammai il nostro paese o la nostra citta'. Ma il voto di domenica e lunedi' in verita' riguarda altro.

Il voto di domenica e lunedi' e' divenuto nei fatti altra cosa: sara' la prima decisiva occasione in cui esprimere un voto contro il colpo di stato con cui l'attuale governo e il suo bivacco di manipoli sta distruggendo la Costituzione della Repubblica Italiana, sta distruggendo la repubblica italiana, le nostre istituzioni, il nostro ordinamento giuridico, il nostro stato di diritto, la nostra democrazia, la nostra liberta'. Se la fazione golpista verra' sconfitta con lo strumento democratico del voto domenica e lunedi', ebbene, e' probabile che il tentativo di colpo di stato verra' rintuzzato e sventato, e' probabile che il Presidente della Repubblica prendera' coraggio e si ricordera' di essere supremo garante della Costituzione e del nostro ordinamento giuridico, e' probabile che il piano piduista non si compira', e' probabile che il golpe in corso neppure arrivi alla seconda lettura nei due rami del Parlamento.

E non solo questo: il voto di domenica e lunedi' sara' anche la prima vera occasione per esprimersi concretamente, efficacemente, contro la guerra infinita e il terrorismo di cui essa consiste e che essa suscita ed arma e promuove. Al di la' del folklore e delle ciance, col voto di domenica e lunedi' si puo' finalmente opporre in modo esplicito e cogente la volonta' di pace del popolo italiano al governo che ci tiene in guerra, che ci rende complici a un tempo della guerra e del terrorismo, e non solo complici ma anche bersagli e vittime di essa e di esso; col voto di domenica e lunedi' si puo' imporre al governo e al parlamento una radicale ed autentica soluzione di continuita' in politica estera, la cessazione della nostra partecipazione alla guerra, il rientro nel mandato e nei limiti tracciati dall'articolo 11 della Costituzione, il ritorno alla legalita' costituzionale ed internazionale. Un'Italia limpidamente impegnata per la pace, contro la guerra e contro il terrorismo, puo' dare un aiuto grande all'umanita' in questa tragica ora.

Il voto di domenica e lunedi' ha quindi una valenza politica forte: puo' essere un voto in difesa della legalita' costituzionale, dell'ordinamento giuridico democratico e della liberta' di tutti; un voto contro la guerra e contro il terrorismo; un voto per salvare ad un tempo vite umane, dignita' nazionale, civilta' giuridica, lo stato di diritto e il diritto a vivere e convivere, in pace e in solidarieta'. Per questo occorre che il blocco golpista e razzista, criminogeno e belligeno, coagulatosi intorno alla figura, agli interessi e ai piani dell'attuale presidente del consiglio dei ministri, sia sconfitto da un pronunciamento popolare inequivocabile. Altro che voto amministrativo: il voto di domenica e lunedi' puo' essere il piu' importante voto politico dal referendum su monarchia o repubblica del 2 giugno 1946. Peccato che quasi nessuno se ne sia accorto, che quasi nessuno lo dica.

Ma questo e' cio' che conta. E il resto e' silenzio, o - fatte le debite, ma scarse eccezioni - poco piu' che fastidioso brusio di piccoli arrampicatori sociali, di imbonitori in carriera che continuano a distrarre l'attenzione dei piu' mentre la casa brucia.

di Pepe Sini, Centro di ricerca per la pace di Viterbo

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