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Un panino consuma come un camion.
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Sembra ieri che mi trovavo con gli amici de “la casa per la pace” di Trento a volantinare davanti ad un fast food a Trento sud indicando nei volantini: “è meglio un canederlo che una polpetta”. Ne son passati di anni. Ne son passate di polpette. Ma quanto consuma una polpetta? Secondo Vittorio Zucconi, che non è proprio un integralista o talebano, come un SUV.
Oggi non è più così. A Tokyo hanno lanciato un panino con due hamburger e l'hanno pure chiamato: “mostro di carne”. Un vero e proprio schifo galattico che riempie i reparti di Medicina generale dell'ospedale di Tokyo. Altro che centrale di Fukushima. Ma chi è l'inventore di cotanto spreco? La Burger King, rivale di Mc Donalds, ha realizzato il primo panino al mondo che consuma come un camion. Non più 8 chili di anidride carbonica ma il doppio esatto: 16; l'equivalente di una camion a 4 tubi di scappamento.
Allevare, nutrire, macellare, tagliare, tritare un bovino genera, per chilo di carne prodotta, quattro volte più emissioni nocive di un chilo di carne suina e dieci volte più di un chilo di carne di pollo.
Ma è possibile, per ferragosto, un menù ad impatto zero? Si. Se eliminiamo costolette d'agnello, bistecca e hamburger, mozzarella e parmigiano, prosciutto e salmone e posiamo sul barbecue tacchino e pollo.
Queste informazioni vengono dalla "Guida del carnivoro al cambiamento climatico", preparata dall' Environmental Working Group, un'organizzazione ambientalista americana, sommando le emissioni nell'intera fase produttiva della carne: dal mangime al trasporto al supermercato.
I consumatori americani, i maggiori divoratori di bistecche e hamburger del pianeta, mangiano quasi il doppio di carne degli europei. Ma il problema è ormai mondiale: fra il 1971 e il 2010, la popolazione globale è aumentata dell'81 per cento, ma il consumo di carne è triplicato, grazie alla dieta più ricca che reclamano le classi medie in espansione dei paesi emergenti, cinesi in testa.
L'appello, dunque, è ad una sorta di reintroduzione del "venerdì di magro". Un giorno alla settimana senza fettina. I benefici, in termini di emissioni di gas serra, assicura la Guida, sarebbero immediati. Mangiare un hamburger in meno a settimana, per un anno, infatti, calcolato in CO2, corrisponde a 500 chilometri in meno della nostra auto.
Ma, se dalla carne macinata saliamo a tagli più pregiati, i benefici si moltiplicano. Per una famiglia di quattro persone, rinunciare a carne e formaggio una volta a settimana, per un anno, equivale ad azzerare le emissioni della loro auto per cinque settimane. Se la carne a cui rinunciano è la bistecca, le emissioni risparmiate sono quelle di tre mesi in macchina. Se, poi, fosse l'intera popolazione americana a fare a meno di carne e formaggio per un giorno a settimana, il risparmio equivarrebbe alla CO2 emessa guidando per 150 miliardi di chilometri. Come togliere dalla strada, per un anno, 7,6 milioni di automobili.
Ma, per rasserenare i complessi di colpa degli ambientalisti amanti delle bistecche, l'avvertenza più importante è che i calcoli dell'Ewg fanno riferimento agli Stati Uniti e ai metodi di allevamento americani e, in generale, di buona parte dell'Occidente. Cioè agli allevamenti intensivi e industriali, quelli con gli animali confinati nelle stalle e allevati a ritmi accelerati, grazie ad un mangime fatto non d'erba, ma di cereali. Nella catena produttiva, è nelle coltivazioni di queste granaglie (soia e granturco, in particolare) che incidono, in termini di emissioni, pesticidi, fertilizzanti, gasolio per i trattori e il trasporto. È una quantità enorme di cereali: oltre 600 milioni di tonnellate vengono destinati, ogni anno, all'alimentazione dei bovini nelle stalle.
Il fenomeno riguarda, quasi esclusivamente, i paesi industrializzati. Due terzi di quei 600 milioni di tonnellate di mangime vanno, infatti, nelle stalle dei paesi ricchi. L'America, soprattutto, che ne consuma un quarto, 150 milioni di tonnellate di soia e granturco per il suo bestiame. Con gli allevamenti industriali si ottiene più carne, ma, in termini generali, l'uso dei cereali come mangime è inefficiente: con quei 600 milioni di tonnellate di cereali, perfettamente idonei all'uso umano, si potrebbero sfamare un miliardo e mezzo di persone. Ma non erano un miliardo gli affamati nel mondo?
Ecco il motivo per cui dovremmo ridurre, anche a ferragosto, nei nostri barbecue le carni rosse per quelle bianche magari accompagnate da qualche ottima verdura salata e poi condita con l'olio d'oliva che caratterizza la dieta mediterranea. Ecco perché anziché tagliare alberi con il consumo di hamburger potremmo piantarne con la nostra campagna: 1 fan 1 albero. Facciamo a gara se ne tagliano più loro o ne piantiamo più noi?