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Ue: il Parlamento approva il 'pacchetto asilo' per migliorare le norme comunitarie
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Ieri il Parlamento europeo ha approvato le nuove norme per le procedure di asilo, il cosidetto "Pacchetto asilo" cioè l’insieme di testi legislativi che mira a migliorare il sistema comunitario d’asilo e rafforzare i diritti dei richiedenti e le loro condizioni, definendo i criteri che debbono essere garantiti per quanto riguarda l'assistenza legale, il ricongiungimento familiare, l'istruzione, le cure, l'aiuto finanziario, la libertà di movimento e l'accesso al lavoro. La proposta prevede inoltre disposizioni specifiche per la protezione di persone particolarmente vulnerabili, come i minori, i minori non accompagnati, le donne in gravidanza e le vittime di torture e violenze.
Il "pacchetto" comprende quattro proposte legislative: una direttiva riguarda la revisione della direttiva sull'accoglienza, un regolamento intende migliorare il sistema di Dublino sulla gestione delle domande, un altro riguarda la revisione del sistema Eurodac, un sistema informatico di confronto delle impronte digitali, e l'ultimo prevede la creazione di un ufficio europeo che abbia il compito di assistere gli Stati membri nella gestione delle domande di asilo. Non essendoci un accordo con il Consiglio sugli emendamenti adottati, l'esame delle proposte proseguirà nel corso della prossima legislatura.
Più in particolare, per quanto riguarda il trattenimento dei richiedenti asilo, la proposta precisa che una decisione in tal senso deve essere presa caso per caso e non deve avere luogo in istituti penitenziari, bensì in centri specializzati e in ogni caso, dovrebbe essere vietato il trattenimento di minori non accompagnati. Inoltre vanno fornite garanzie giuridiche contro il trattenimento arbitrario. La decisione, comunque, spetterebbe unicamente alle autorità giudiziarie. Provvedimenti amministrativi dovrebbero intervenire solamente in caso di urgenze ed essere confermati dalla giustizia entro 72 ore: passato questo tempo, il richiedente dovrà essere rilasciato immediatamente. L’assistenza giuridica dovrà essere assicurata in tutte le fasi in una lingua comprensibile dal richiedente.
I rifugiati "in stato di trattenimento", inoltre dovrebbero beneficiare delle cure sanitarie e del sostegno psicologico adeguato. Le procedure amministrative connesse alla domanda d'asilo dovrebbero essere espletate rapidamente, mentre i ritardi non causati dal richiedente non dovrebbero giustificare un prolungamento del trattenimento. Inoltre, l'accesso al lavoro dovrebbe essere garantito entro un termine massimo di sei mesi dalla richiesta di protezione internazionale. Ai minori, poi, andrebbe garantito l'accesso all'istruzione al più tardi entro tre mesi.
Le persone vulnerabili, come i minori, le donne in gravidanza e le vittime di torture e violenze (incluse le mutilazioni genitali femminili) dovrebbero ricevere un'attenzione adeguata. Gli Stati membri dovrebbero favorire il ricongiungimento familiare e nominare dei tutori per consigliare e proteggere i minori non accompagnati.
La seconda proposta definisce invece i principi per la condivisione dell’onere dell’accoglienza tra i 27 Stati Ue, migliorando le disposizioni del regolamento di Dublino del 2003 - che stabilisce che i richiedenti asilo possano presentare domanda nel primo paese in cui mettono piede e che è alla base delle frizioni tra l’Italia e Malta - prevedendo la possibilità di rialloggiare i richiedenti asilo da un paese all’altro in base alle possibilità di accoglienza offerte e creando infine squadre europee d’assistenza per le emergenze migratorie.
Il terzo rapporto definisce il funzionamento della banca dati elettronica ‘Eurodac’, il cui scopo è evitare che un richiedente presenti domanda in più di uno Stato Ue, mentre l’ultimo ‘capitolo’ prevede la creazione di un Ufficio europeo d’assistenza in materia d’asilo: i suoi compiti saranno principalmente di coordinamento dell’assistenza tra Stati membri anche per quanto riguarda la segnalazione di emergenze e il rialloggio. Il Parlamento europeo auspica che questa Ufficio, che prenderebbe la forma di un'agenzia di regolazione, sviluppi in collaborazione con l'Alto Commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) e le Ong, delle formazioni in materia di asilo destinate ai membri delle amministrazioni nazionali.
Dieci anni fa, al Vertice di Tempere, i governi dell'UE hanno scelto di trattare la politica di asilo a livello europeo. Nel 2003, con il regolamento "Dublino II", l'UE ha integrato nel diritto europeo la Convenzione di Dublino riavvicinando le legislazioni nazionali grazie a un insieme di direttive che hanno armonizzato le condizioni di accoglienza dei richiedenti asilo e le procedure per attribuire lo statuto di rifugiato. Nella pratica, tuttavia, questo sistema si è rivelato insufficiente: una valutazione della Commissione, pubblicata nel 2007, ha sottolineato che l'ampio potere discrezionale lasciato dalla direttiva agli Stati membri non garantisce condizioni d'accoglienza adeguate ai richiedenti asilo. Il "pacchetto asilo" proposto dalla Commissione introduce quindi una serie di norme più precise per un'armonizzazione effettiva delle normative nazionali e il rafforzamento dei diritti dei richiedenti asilo. [GB]