Tunisia: un nuovo governo sorvegliato speciale

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Foto: Unsplash.com

Tunisi 2 settembre. La fumata é stata subito bianca, anche se cosparsa da luci e ombre (molte). 

Dopo una giornata non stop di dibattiti, enunciazioni di riserve, dichiarazioni di appoggio, sconfessioni e reticenze, l’Assemblea dei rappresentanti del popolo (ARP), riunitasi nell’emiciclo della sua sede al Bardo, ha votato, a maggioranza, la fiducia al governo presieduto dal tecnocrate Hichem Mechichi, 46 anni, alle ore 01:30 della notte fra l’ 1 e il 2 settembre.

Un governo, il nono dalla fine della “rivoluzione dei gelsomini” (2011), il terzo in dieci mesi, formato, come dicono qui, da competenze non partigiane. Un governo di tecnici come si dice in Italia.

Una compagine governativa formata da 24 Ministri, di cui 8 donne, e da 3 Segretari di Stato.

Un voto positivo che ha creato molti mal di pancia ed é stato frutto di camaleontiche trasformazioni fino all’ultimo minuto. Un voto dato “turandosi il naso”, per usare un’espressione di “montanelliana” memoria. Ma anche un voto con il quale i partiti maggiori hanno voluto rimarcare il loro peso politico. Un voto con riserva, stando alle prime dichiarazioni all’uscita dalla sede parlamentare.

Questi i numeri: presenti e votanti 201 deputati su 217; maggioranza richiesta di 109 voti; risultato finale della votazione 134 voti di fiducia e 67 contro.

Riavvolgendo la pellicola di un film dalla trama imprevedibile e densa di colpi di scena, ecco il riassunto delle puntate precedenti. Sono state tutte girate all’interno delle mura che racchiudono il Palazzo Presidenziale e le sue differenti residenze, lambite dalle onde del Mar Mediterraneo, che da sempre raccoglie voci e segreti, trasportati dalla brezza marina che accarezza questi luoghi di potere di Cartagine: 

Palazzo Presidenziale, 15 luglio: il precedente Primo ministro Elyes Fakhfakh ha consegnato al Presidente Kaïs Saïed la sua lettera di dimissioni dopo 4 mesi e 26 giorni di governo, al culmine di una profonda crisi politica.

Palazzo Presidenziale, 25 luglio: a tarda sera il Capo di Stato, ha dato l’incarico di formare un nuovo Governo a Hichem Mechichi, 46 anni, enarca e grand commis di Stato, Ministro dell’interno uscente. Un nome a sorpresa che ha dato un nuovo scossone alle già traballanti relazioni intra-istituzionali.

Ancora una volta, il Presidente della Repubblica ha preso in contropiede l'intera classe politica. Nominando Hichem Mechichi per formare il nuovo governo, Kaïs Saïed é sembrato voler assumere un maggiore controllo della scena politica, tirando gradualmente il tappeto da sotto i piedi di un’Assemblea confusa e frammentata.

Non appena il Presidente della Repubblica gli ha dato l’incarico, Hichem Mechichi si é trasferito a Cartagine, nel piccolo Palazzo di Dar Dhiafa, una delle residenze del Palazzo Presidenziale, adibito normalmente alle cerimonie. In questo contesto ha dato il via alle danze, ricevendo tutti coloro che a Tunisi hanno il sapore del potere, sia esso politico, economico, sindacale o istituzionale. E, in seconda battuta, i rappresentanti dei partiti, soprattutto quelli presenti nella ARP, che, da subito, si sono messi in stato di allerta, sospettosi di quello che più osservatori hanno definito “il Primo ministro del Presidente della Repubblica”.

La Costituzione gli ha dato trenta giorni per portare a termine la sua missione.

Palazzo Presidenziale, 24 agosto: in prima serata Hichem Mechichi si é incontrato, per definire la lista dei ministri, prima di presentarla al Presidente, con Nadia Akacha, potente Capo-gabinetto, e consigliera giuridica, di Kaïs Saïed.

Qui sono nati i primi problemi che si sono tradotti nel nome cambiato di un ministro e in un altro che si é dimesso e poi ha ritirato le dimissioni.

La testata online Business news ha scritto che “dopo l'annuncio dei media, Nadya Akacha ha riletto la composizione del governo, e ha deciso di cancellare il nome del Ministro delle infrastrutture Kamel Doukh e sostituirlo con un altro, Kamel Omezzine”.

La supposizione appare inverosimile, ma il mistero rimane irrisolto e porta acqua alle rimostranze dei partiti che sono contrari a Hichem Mechichi ed alla politica di Kaïs Saïed.

Altro caso che ha fatto scorrere fiumi di inchiostro é quello di Walid Zidi, un professore universitario, non vedente, designato come Ministro della Cultura.

In un breve battito i ciglia ha declinato la nomina, poi é tornato sui suoi passi. Hichem Mechichi, irritato, ha comunicato alla stampa che le sue dimissioni erano state, irrevocabilmente, accettate.
Ma dato che in questo film a puntate i colpi di scena non mancano mai, il 27 agosto Walid Zidi é stato ricevuto al Palazzo Presidenziale da Nadya Akacha prima e dal Presidente della Repubblica poi, con tanto di elogio diffuso alla stampa. Kaïs Saïed ha espresso "il suo sostegno incondizionato e la sua totale fiducia" a Walid Zidi. 

Sofiène Ben Hamida, giornalista di punta nel panorama mediatico tunisino, ha dichiarato nei giorni scorsi ad una radio privata “che il Capo del governo nominato, Hichem Mechichi, aveva chiesto un'udienza al Presidente Kaïs Saïed, ma che il Gabinetto presidenziale gli avrebbe rifiutato questa richiesta.”

Vero o falso che sia un duro colpo per il Primo ministro incaricato, che, da pupillo, rischia di ritrovarsi ripudiato dal suo mentore.

Il futuro, a breve termine, forse delineerà meglio i contorni dell’inghippo, che ha comunque rimescolato tutte le carte dei giochi politici e partitici.

Palazzo Dar Dhiafa, 24 agosto: Sono le 23:58 quando Hichem Mechichi, facendo buon viso a cattivo gioco, si é presentato davanti ad una selva di microfoni e telecamere. Velocemente l'elenco dei futuri ministri é stato enunciato. Mezzanotte e tre minuti: il Capo del governo designato ha lasciato la scena ed é scomparso dietro una robusta porta intarsiata del palazzo.

La tarda ora sarebbe frutto di un piccolo colpo di teatro. In ambienti giornalistici si vocifera che tutti hanno pensato, compresi i diretti interessati, che l'ultima scadenza per presentare la squadra governativa fosse martedì 25 agosto. L'ex deputato Habib Khedher, che é stato relatore per la stesura della Costituzione, ha ricordato loro la realtà, sottolineando che il termine di un mese nella Costituzione significa 30 giorni anche se il mese é di 31. Pertanto, l'ultima scadenza per presentare la formazione del governo era il 24 agosto, prima di mezzanotte.

Palazzo Presidenziale, 25 agosto: il Capo dello Stato ha invitato l'Ufficio parlamentare dell’ARP a riunirsi entro due giorni per fissare una data in cui la sessione plenaria voterà se concedere la fiducia o meno al governo proposto. Data poi fissata per l’ 1 settembre.

Palazzo Dar Dhiafa, 27 agosto: di buona mattina Hichem Mechichi ha riunito per la prima volta tutti i suoi potenziali ministri.

Docenti universitari, giuristi, dirigenti e amministratori di aziende, tecnocrati pubblici, perlopiù sconosciuti. Il motore di ricerca google é stato immediatamente sommerso da richieste per svelare i loro curricula.

Palazzo Dar Dhiafa, 27 agosto: in una conferenza stampa il Primo ministro designato ha annunciato che il nuovo governo darà la precedenza alla questione economica.

Ha spiegato “ che è imperativo preservare le conquiste nazionali e le istituzioni pubbliche e riconquistare la stima di un popolo che ha perso la fiducia nella classe politica.”

Cinque le priorità che, se fiduciato, il nuovo Governo si darà: fermare l'emorragia delle finanze pubbliche, finanziamento del bilancio dello Stato nell'ambito di un lavoro con la BCT (Banca Centrale della Tunisia), discutendo con i partner finanziari, razionalizzazione della spesa statale, preservare il potere d'acquisto del cittadino e proteggere le categorie fragili con la lotta alla povertà.

Palazzo Presidenziale, 27 agosto: il Presidente della Repubblica ha incontrato il Presidente dell’ARP Rachid Ghannouchi. Come ha scritto la testata online Tunisie numerique, “l'incontro si è concentrato sulla situazione generale del Paese, in particolare sugli sviluppi relativi al processo di formazione del governo.

Il Presidente della Repubblica ha ricordato che il processo è iniziato il 15 novembre 2019 e che il periodo è trascorso senza raggiungere la stabilità auspicata, aggiungendo che desidera rispettare la Costituzione tanto quanto vuole far uscire la Tunisia dal deterioramento della situazione in cui si trova”.

Dichiarazione che, oltre a una fredda correttezza diplomatica, conferma la natura tesa dei rapporti fra le due massime cariche dello Stato.

Le ultime convulse ore prima del voto di fiducia hanno visto un super attivo Presidente Kais Saied che, secondo i resoconti di alcuni media, avrebbe fatto capire, ai segretari dei maggiori gruppi parlamentari, convocati d’urgenza, al Palazzo di Cartagine, nel pomeriggio del 31 agosto, che avrebbe gradito un voto a sfavore della nascita di un governo di Hichem Mechichi.Vero, non vero, é andata diversamente. Ora in molti si chiedono se Kais Saied sia un moderno Machiavelli o uno pesce fuor d’acqua nel panorama politico. Lo sapremo presto.

Ferruccio Bellicini

Pensionato, da una quarantina d’anni vivo nei Paesi della sponda sud del Mediterraneo: Algeria, prima, Tunisia, ora. Dirigente di una multinazionale del settore farmaceutico, ho avuto la responsabilità rappresentativa/commerciale dei Paesi dell’area sud del Mediterraneo, dal Libano al Marocco e dell’Africa subsahariana francofona. Sono stato per oltre 15 anni, alternativamente, Vice-Presidente e Segretario Generale della Camera di commercio e industria tuniso-italiana (CTICI). Inoltre ho co-fondato, ricoprendo la funzione di Segretario Generale, la Camera di commercio per lo sviluppo delle relazioni euro-magrebine (CDREM). Attivo nel sociale ho fatto parte del Comitato degli Italiani all’estero (COMITES) di Algeri e Tunisi. Padre di Omar, giornalista, co-autore con Luigi Zoja del saggio “Nella mente di un terrorista (Einaudi 2017).

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