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Tradurre l’indignazione in risparmio responsabile
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L’indignazione che in queste settimane sta riempiendo le strade delle grandi capitali europee è più che legittima: non è accettabile che a distanza di tempo ancora non si sia intervenuti in modo deciso sulle cause strutturali della crisi. Che ancora non si sia voluto riconoscere che un sistema basato sulla semplice crescita quantitativa ha chiuso, è al capolinea.
I mercati sono quotidianamente interessati da perturbazioni che portano con sé autentici tornado. La distanza tra finanza ed economia reale – pressoché unanimemente riconosciuta come una delle principali cause della crisi – anziché ridursi si è prepotentemente allargata. Il credito è merce ormai rara.
In questo scenario Banca Etica ribadisce con forza che l’accesso al credito è un diritto delle persone. Il credito è un bene comune, un asset relazionale irrinunciabile, fondamentale per il bene delle persone e delle comunità. Nei primi nove mesi del 2011 il credito concesso da Banca Etica è cresciuto del 13%. Dal 2008, anno di inizio ella crisi, le erogazioni sono cresciute del +77%. In questo momento di particolare difficoltà abbiamo introdotto misure agevolate a favore delle cooperative sociali perché il pagamento degli stipendi dei cooperatori non sia messo in discussione. Abbiamo finanziato cooperative di produzione che hanno fatto rinascere esperienze imprenditoriali in difficoltà.
Accompagniamo e finanziamo esperienze di genitori che si costituiscono in cooperativa per installare i pannelli fotovoltaici sui tetti delle scuole dei figli in modo che quanto risparmiato sulla bolletta elettrica possa essere utilizzato dalla scuola per una migliore qualità della didattica. Con la forza che ci viene dai tanti soci che rendono ogni giorno Banca Etica un po’ più grande continuiamo nel sostegno alle emergenze ma anche nella voglia e nella determinazione di essere protagonisti della costruzione di un’economia altra, che abbia al centro la persona.
La speranza è che l’indignazione espressa dai tanti movimenti - da “Occupy Wall Street” alle piazze europee - si traduca per un numero crescente di persone in scelte concrete di risparmio e di consumo responsabile. Per noi, un modo importante è costituito dalla necessità di acquisire nuovi soci e nuovo capitale. Un circolo virtuoso: rafforzare Banca Etica perché possa continuare a sostenere l’economia civile e sociale.
Mario Crosta
(Direttore Generale di Banca Popolare Etica)
Fonte: Banca Etica - Vita - non profit magazine