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Tolleranza religiosa? Siamo all’“anno zero”
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"Ogni cinque minuti un cristiano viene ucciso a causa della sua fede. Nel 2011 si stima che saranno 105 mila le vittime della persecuzione contro i cristiani. Tra il 2000 e il 2010 le vittime sono state 160 mila all’anno, mentre nel XX secolo sono stati 45 milioni i cristiani uccisi a motivo della loro religione". Numeri impressionati. Sembrano cifre da bollettino di guerra; invece è un rapporto di un istituto laico: l’Osce per la lotta alla discriminazione, al razzismo e alla xenofobia. Lo afferma Massimo Introvigne direttore del Cesnur (centro studi sulle nuove religioni). Trattasi di "una vera e propria emergenza umanitaria, che non riguarda solo i cristiani ma tutta la società civile e le istituzioni internazionali".
Un esempio recente su tutti. In Iran il giovane pastore cristiano evangelico Yousef Nadarkhani avrebbe rifiutato di abiurare dalla sua fede in Gesù. Potrebbe essere impiccato giovedì per apostasia. A lanciare l'allarme è il sito d'informazione 'BosNewsLifè, che cita fonti iraniane vicine al religioso, secondo le quali Nadarkhani, che sarà imputato in una nuova udienza del processo a suo carico, avrebbe respinto la richiesta di "pentimento".
Ma il problema non riguarda solo i cristiani. In Tibet si alzò un urlo disperato: "Vogliamo libertà di religione", poi il rogo. Così due giovani monaci tibetani si sono dati fuoco nella provincia sudoccidentale del Sichuan, per protestare contro “l'occupazione cinese” che vorrebbe cancellare ogni presenza di Dio dalla faccia della terra. I due monaci, Kelsang e Kunchak, entrambi diciottenni appartengono al monastero di Kirti, già epicentro in passato di proteste contro il governo di Pechino. Il gesto estremo è arrivato in risposta alle ultime dichiarazioni delle autorità di Pechino, secondo cui la scelta del prossimo Dalai Lama spetta al governo. Certo. Quando il governo si sente Dio può questo ed altro.
In fatto di tolleranza religiosa siamo, quindi, all’anno zero. Come sortirne? In Giordania l’Iman Jamal Al Sufrati ha sparigliato le carte dedicando la moschea a Gesù Cristo che per l’islam è un profeta. Trattasi di una mano tesa all’altra religione. Nello stesso giorno (e sceglierne un altro no vero?) la città di Bergamo mette i lucchetti alla moschea con tanto di “divieto di preghiera”.
Per la vicina Brescia non solo la preghiera è vietata ma anche la cultura imponendo un divieto all’ampliamento dei centri culturali. Anche qui la logica dell’“occhio per occhio” con la quale diventiamo tutti ciechi: “se oltremare bruciano le chiese cristiane perché mai dovremmo far loro costruire le moschee?” Ma oltremare non è un tutt’uno come ci insegna l’Iman in Giordania. E poi questa politica del “noi” e del “loro” non vi sa anche a voi estremamente vecchia, stantia, avariata, claudicante. La storia insegna che se vogliamo aumentare il proselitismo nell'altrui religione è sufficiente confinarla oggi nei garage come ieri nelle catacombe.
Si. Certo. La storia va studiata, direte voi, e nei territori attraversati dall'A4 lo studio sembra un tantino in disuso. Ma andiamo avanti; guardiamo al futuro, alle nuove generazioni. Quanta tristezza fanno i pochi giovani inebetiti da fazzoletti verdi o bandiere di Forza Nuova che, tra un girovagare tra un bar e l’altro, ripetono slogan senza senso contro il diverso che, poi, diverso non è affatto. E quanta gioia, nel contempo, ci danno i vari Fida, Alaud, Anwar, Rizwan, Naveed, Shakeel, Wakeel, Bhatti, Hasnat, Waqas, Waseen che si sono laureati campioni d'Italia di cricket di serie A nella mia città. Sul podio più alto hanno cantato (intonati e con la mano sul cuore) l’inno nazionale italiano avvolti dal tricolore. A 150 anni dallo stesso. Perché ci attardiamo a comprendere che il mondo è cambiato/sta cambiando ed insistiamo a leggerlo con le lenti di ieri?
Chiudo raccomandandovi un libro: “sentire sicurezza nel tempo delle paure” ove ho avuto l’onore di far sintesi del pensiero di Andrea Olivero che ha aperto e chiuso il 42° convegno di studi di Perugia del 2009 dal titolo: “cittadini in-compiuti”. Allora lanciammo l’idea del diritto di voto per tutti coloro che vivono e pagano le tasse in questo paese. Ora abbiamo la proposta di legge d’iniziativa popolare e potete firmare. Ogni firma ci aiuta a liberarci dal clima d’intolleranza civile e religiosa. Tipica del nazismo. Che Dio ce ne scampi.
Fabio Pipinato
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