Tavola della pace: a Natale non dimentichiamo Betlemme, città soffocata

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La tradizione vuole che Gesù sia nato in una grotta, tra gli alberi, non lontano dal villaggio di Betlemme. Oggi attorno a quella grotta c’è una grande chiesa e attorno alla chiesa c’è una piccola cittadina soffocata da un muro imponente e da una dura occupazione militare che continua da oltre quattro decenni. "Se Maria e Giuseppe avessero intrapreso oggi il viaggio da Nazareth non sarebbero riusciti a raggiungere Betlemme e Gesù sarebbe probabilmente nato in uno dei tanti posti di blocco israeliano" - afferma Flavio Lotti, coordinatore della Tavola della pace.

Un recente rapporto (in italiano .pdf) dell’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento delle Questioni Umanitarie (OCHA) nei Territori Palestinesi Occupati descrive infatti Betlemme come "una città soffocata". "Le restrizioni fisiche e amministrative fanno sì che la maggior parte del territorio di Betlemme sia requisito per uso militare israeliano e per l’uso dei coloni degli insediamenti, riducendo così lo spazio a disposizione degli abitanti palestinesi di Betlemme" - afferma il rapporto.

"Le terre potenzialmente a disposizione di Betlemme per la sua espansione industriale e residenziale vengono così drasticamente ridotte, come pure il suo accesso alle risorse naturali - continua il rapporto. I pilastri tradizionali dell’economia del Governatorato di Betlemme (lavoro in Israele, turismo, agricoltura, allevamento bestiame da pascolo, e settore privato) sono in grave difficoltà. Se questi provvedimenti israeliani continueranno, lo sviluppo socio-economico del Governatorato ne sarà seriamente compromesso".

“Trent'anni fa la vita era migliore. Ogni giorno diventa peggio. Non abbiamo alcuna speranza per il futuro” - afferma Imad, 47 anni, un cristiano palestinese di Betlemme. Aveva un lavoro importante, in una banca, ha una moglie, tre figli. Da due anni non può più lavorare per via della costruzione del Muro che circonda Betlemme. Insieme a Imad c’è Robert, un artigiano che costruisce presepi, ha un negozio vicino alla Chiesa della Natività ma non riesce più a guadagnarsi da vivere. Il loro Natale a Betlemme sarà molto diverso dal nostro. La storia di Imad è raccontata in un breve filmato di 6 minuti intitolato “Resta solo il Natale” prodotto dalla Tavola della pace e dal Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani e realizzato da Raffaele Crocco e Enrico Guidi.

“La storia di Imad e di Robert - ha commentato Lotti - è la storia di un’umanità tradita. Betlemme sta morendo, soffocata dal muro che l’ha trasformata in una prigione a cielo aperto e da un’occupazione militare che viola tutti i fondamentali diritti umani.

Nelle scorse settimane la Tavola della pace si era rivolto ai giornalisti e responsabili dell’informazione per chiedere di accendere i riflettori su Betlemme e mostrare cosa vuol dire nascere e vivere oggi, nella città natale di Gesù. "Non vi chiediamo analisi politiche - che pure siamo chiamati a condividere facendo i conti con le nostre responsabilità - ma di dare voce agli abitanti di quella piccola città, vittime innocenti di una grande ingiustizia che il mondo non sembra voler sanare" - aveva detto Lotti.

Lotti invita anche a ricordare il primo anniversario della strage di Gaza denominata “Piombo fuso” che ha sepolto 1.285 persone e ne ha ferito e mutilato 4.336. "Dopo quella tragedia - commenta Lotti - i responsabili della politica mondiale, Italia inclusa, si sono impegnati a chiudere questo conflitto ma poi se ne sono subito dimenticati. Molti soldi sono stati promessi ma nulla è stato ricostruito. E Gaza continua ad essere assediata da più di due anni. Non dimenticare Gaza vuol dire non dimenticare che in quella striscia di terra, poco più grande del comune di Assisi, sono incarcerati più di settecentomila bambini che non hanno nessuna colpa".

Lo scorso ottobre la Tavola della pace insieme ad altre associazioni ha promosso la Marcia Perugia-Assisi in Israele e nei Territori palestinesi proprio per attirare l'attenzione dell'Unione europea e dell'Italia sul dramma in atto. [GB]

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