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Tav: grandi costi umani e ambientali
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Il progetto "Alta velocità italiana" rientra nel trend europeo che spinge verso la diffusione delle reti ferroviarie ad alta velocità. Partito 12 anni fa e costato sinora oltre 78 miliardi di euro, il progetto non sembra destinato a vedere le fine nel breve periodo, ha sottolineato un'inchiesta di Altreconomia.
Ma il caso italiano, spiegano gli esperti più critici, è del tutto particolare, poiché si lega al sistema che affida i lavori ai "general contractor", grandi aziende come Fiat e i consorzi costituiti da Iri ed Eni, Cociv, che nel 1991 e nel 1992 hanno firmato i contratti per la realizzazione del progetto dei treni ad alta velocità, e a cui sono state delegate di fatto, tutte le decisioni, o almeno quelle più importanti.
Alcune ricerche rilevano come l'Alta velocità abbia un senso solo su alcune tratte, ad esempio la Milano-Roma-Napoli. Angelo Tartaglia del Politecnico di Torino sottolinea: "L'80% degli spostamenti ferroviari in Italia avviene entro i 100 chilometri e per distanze così brevi "Alta velocità non serve, perché i vantaggi di tempo sono minimi". Un caso limite è forse quello del Veneto dove del traffico ferroviario è coperto dai pendolari.
Un progetto, quello dell'Alta velocità, che molti considerano non indispensabile, dispendioso e poco remunerativo, vista anche la scarsa competitività con il trasporto aereo sulle lunghe distanze. Da anni alcune associazioni sostengono l'inutilità dell'opera a fronte di ingenti danni ambientali in zone come la Val di Susa e il Mugello, dal 1997 punteggiato dai cantieri per la tratta Firenze-Bologna.
Nel Mugello, sul fronte ambientale, Idra denuncia pubblicamente i danni provocati dall'apertura dei cantieri, dai lavori in galleria, dal trasporto di materiali alle zone di scavo e dallo smaltimento dei materiali di risulta. Legambiente e il Mugello Social Forum hanno documentato evidenti fenomeni quali l'essiccazione di sorgenti centenarie, l'abbassamento del livello delle acque dei fiumi, la trasformazione di vallate rigogliose in zone secche. Inoltre Idra e Medicina Democratica si impegnano a dare voce ai lavoratori, spesso immigrati dal Sud d'Italia e sottoposti a condizioni di lavoro massacranti, ai quali non sempre la sicurezza è garantita. Lo testimoniano i gravi incidenti, di cui alcuni mortali, accaduti in questi cantieri negli ultimi anni.
Al presidente della Comunità Montana e ai sindaci del Mugello Idra rivolge un appello affinché queste problematiche siano seriamente affrontate a partire dall'istituzione di un Osservatorio Sociale sull'Alta Velocità. [14-05-03]
Fonti: Altreconomia, Idra;