Sulle rotte del-l'arcobaleno

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E' uscito il numero di giugno - luglio di Cem Mondialità, rivista di educazione interculturale.

Chi opera in campo educativo spesso viene preso da mille emergenze e non riesce a trovare i luoghi adatti a cogliere le domande che emergono dai mutamenti della società: la complessità ormai è una categoria usata fin troppo spesso per descrivere ciò che ci circonda. L'educatore, il genitore, l'insegnante sa di operare in contesti complessi. Chi può, cerca di evitare ogni conflitto insito nella relazione con chi vive le cose diversamente da lui, italiano o straniero che sia. Noi abbiamo bisogno di tenere sotto controllo la realtà per non perdere i nostri punti di riferimento. Così, quotidianamente corriamo il rischio di difenderci chiudendoci nei mondi a noi conosciuti e che ci rassicurano. La complessità - abbiamo visto la scorsa annata - sta dichiarando superate modalità di approccio lineari e analitiche: globale e particolare si connettono per dare una dimensione plurima e sferica alla percezione della realtà, dove hanno un ruolo preminente i paradossi, la circolarità della comunicazione, la comprensione dialogica, l'arte di ascoltare e di ristrutturare le situazioni.
Acquisire nuove competenze per affrontare la molteplicità dei punti di vista diventa allora un punto di partenza necessario per aprire le finestre al futuro.
Un'educazione incapace di generare futuri di pace e solidarietà rende asfittico il crescere, alimenta squilibri psichici e sociali perché l'ostilità diventa una delle poche modalità relazionali. Quando si recidono i legami di identificazione con gli altri, mettendo al primo posto l'individualità con le sue ipotetiche esigenze e la produttività/efficienza in una progressiva aziendalizzazione degli aspetti della vita umana, corriamo veramente il rischio di chiudere alle nuove generazioni gli spazi del futuro. (di Rita Vittori)
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