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Sulle orme di Vittorio: intervista a Egidia Beretta Arrigoni
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Egidia Beretta Arrigoni e Laura Tussi - Foto: Peacelink.it
Nel 2012, un anno dopo la morte di Vittorio, nasce la Fondazione Vittorio Arrigoni "Vik Utopia": “Al di là delle latitudini e delle longitudini, apparteniamo tutti alla stessa famiglia, che è la famiglia umana”. Intervista a Egidia Beretta Arrigoni di Laura Tussi.
Egidia, puoi parlarci della Fondazione Vittorio Arrigoni "Vik Utopia"?
Nel 2012, un anno dopo la morte di Vittorio, nasce la Fondazione Vittorio Arrigoni “Vik Utopia” Onlus. Si voleva trovare un modo sia di preservare la memoria di Vittorio, il suo lascito etico e intellettuale, sia di proiettarci, nel suo nome, verso quei mondi, a lui cari, dove la povertà e le ingiustizie ledono i diritti universali dell’uomo. La Fondazione ci è parsa la scelta migliore e su questa strada ci siamo avviati. Nel 2013 otteniamo la qualifica di Onlus e iniziamo il nostro percorso “per onorare la memoria di Vittorio Arrigoni e continuare la sua azione disinteressata di impegno civile a servizio del bene comune, dei diritti umani e della giustizia”. Così recita lo Statuto della Fondazione e, da questa premessa fondamentale, si sviluppano le nostre azioni.
Per quali motivazioni e ideali è nata la Fondazione?
Quel “Vik Utopia”, con cui spesso Vittorio si firmava, ci muove a cercare i luoghi e le situazioni dove far confluire il nostro sostegno, tenendo sempre presente che “al di là delle latitudini e delle longitudini, apparteniamo tutti alla stessa famiglia, che è la famiglia umana”. Per questo i progetti che finanziamo abbracciano non solo la Palestina, così cara a Vittorio, ma raggiungono i più disparati angoli del mondo, là dove riteniamo di poter contribuire ad azioni concrete di solidarietà verso i più deboli e spesso dimenticati. E chi, fra questi, se non principalmente, i bambini e quindi le famiglie e le comunità? Dalla Striscia di Gaza, al Congo, alla Romania, alla Turchia, al Benin, all’Afghanistan, al Nicaragua, all’Argentina, all’Uganda, alla Cisgiordania, dal 2013 a oggi, abbiamo sostenuto, secondo le nostre pur non grandi disponibilità finanziarie, ospedali, scuole, mense, borse di studio, serbatoi d’acqua, reparti maternità…
Quali sono le attività più importanti della Fondazione?
La Fondazione non agisce direttamente sul posto; lo fa attraverso Onlus o ONG già presenti con i propri operatori e i loro partner locali, selezionando con cura i progetti man mano proposti. Proprio pensando ancora ai bambini, nel 2016 la Fondazione accoglie e fa propria l’idea di un libro loro dedicato. Sabina Antonelli, insegnante di scuola dell'infanzia a Spoleto, già autrice di libri per bambini, amica della Fondazione, scrive e illustra un libro per raccontare i sogni di Vittorio ai più piccoli. Nasce così “Il Bambino che non voleva essere un lupo”. Parafrasando proprio ciò che Vittorio scrisse a sette anni, "non ho zanne perché non sono un lupo”, è sbocciata una storia che racconta un mondo diverso dove un uomo non è mai lupo per un altro uomo, ma semplicemente fratello. Edito da “Segni e Parole” di Novara, il libro è distribuito direttamente dalla Fondazione alla quale vanno tutti i proventi delle vendite. Anche in questo modo, cerchiamo di promuovere e diffondere la cultura della giustizia e della pace, anch’essa tra i nostri principi fondanti.
Con lo stesso spirito, abbiamo patrocinato le edizioni 2018 e 2019 del NAZRA Palestine Short Film Festival, promosso dalle organizzazioni Restiamo Umani con Vik (Venezia), École Cinéma (Napoli) e Centro Italiano di Scambi Culturali-VIK (Striscia di Gaza – Palestina), con l’istituzione di un premio denominato “Vittorio Arrigoni Prize” da assegnare all’opera che, “pur narrando un contesto di occupazione e prevaricazioni, meglio rappresenti lo spirito di resistenza, le azioni positive, solidali e di emancipazione mirate alla promozione dei diritti umani universali in Palestina”.
Dal 2016 è attivo inoltre un sito internet: www.fondazionevikutopia.org ricchissimo di testimonianze, scritti di e per Vittorio, video, foto, dedicazioni, oltre ad una pagina dedicata ai progetti. Un modo, per chi volesse, di conoscere o approfondire la sua vita.
Laura Tussi

Docente, giornalista e scrittrice, si occupa di pedagogia nonviolenta e interculturale. Ha conseguito cinque lauree specialistiche in formazione degli adulti e consulenza pedagogica nell'ambito delle scienze della formazione e dell'educazione. Coordinamento Italia Campagna Internazionale ICAN - Premio Nobel per la Pace 2017 per il disarmo nucleare universale, collabora con diverse riviste telematiche tra cui Pressenza, Peacelink, Ildialogo, Unimondo, AgoraVox ed ha ricevuto il premio per l'impegno civile nel 70esimo Anniversario della Liberazione M.E.I. - Meeting Etichette Indipendenti, Associazione Arci Ponti di Memoria e Comune di Milano. Autrice dei libri: Sacro (EMI 2009), Memorie e Olocausto (Aracne 2009), Il dovere di ricordare (Aracne 2009), Il pensiero delle differenze(Aracne 2011), Educazione e pace (Mimesis 2012), Un racconto di vita partigiana - con Fabrizio Cracolici, presidente ANPI Nova Milanese (Mimesis 2012), Dare senso al tempo-Il Decalogo oggi. Un cammino di libertà (Paoline 2012), Il dialogo per la pace. Pedagogia della Resistenza contro ogni razzismo (Mimesis 2014), Giovanni Pesce. Per non dimenticare (Mimesis 2015) con i contributi di Vittorio Agnoletto, Daniele Biacchessi, Moni Ovadia, Tiziana Pesce, Ketty Carraffa, Antifascismo e Nonviolenza (Mimesis 2017), con Alfonso Navarra, Adelmo Cervi, Alessandro Marescotti. Collabora con diverse riviste di settore, tra cui: "Scuola e didattica" - Editrice La Scuola, "Mosaico di Pace", "GAIA" - Ecoistituto del Veneto Alex Langer, "Rivista Anarchica". Promotrice del progetto per non dimenticare delle Città di Nova Milanese e Bolzano www.lageredeportazione.org e del progetto Arci Ponti di memoria www.pontidimemoria.it. Qui il suo canale video.