Stop alle mutilazioni genitali femminili

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L'Udi (Unione donne italiane) e l'Associazione italiana donne per lo sviluppo (Aidos) stanno collaborando alla realizzazione del progetto "Donne. Vite da salvare". Considerando la necessità per tutte le donne di esercitare il controllo del proprio corpo e il diritto di scelta in tutti i momenti della propria vita: dalla maternità vissuta nella sicurezza e nel benessere, al diritto all'istruzione e ad una piena partecipazione alla vita sociale e politica in tutti i contesti, per il 2003 la collaborazione tra Udi e Aidos avrà per oggetto la prevenzione delle mutilazioni dei genitali femminili in Africa e nei paesi europei di immigrazione attraverso il progetto "STOP FGM!". Organizzazioni non governative africane, AIDOS e Non c'è Pace Senza Giustizia avevano lanciato già il 10 dicembre scorso a Bruxelles l'appello internazionale per contrastare la pratica dell'infibulazione riducendola o eliminandola, se possibile, entro il 2015. A tutt'oggi sono 3000 le persone di numerosi paesi che hanno aderito a "FGM". Le mutilazioni genitali femminili sono un argomento che non riguarda però solo l'Africa: secondo l'Unicef in Italia sono circa 40 mila le donne che hanno subito mutilazioni sessuali. Ogni anno almeno 6 mila bambine subiscono questo trattamento.

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