State of the Net. Rete al centro a Trieste

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Si apre oggi a Trieste una due giorni sullo stato dell’arte di internet, le trasformazioni della Rete e le sue implicazioni sullo scenario sociale, economico e politico. Si tratta della seconda edizione di State of the Net (la prima si era tenuta a Udine nel 2008), che ospita in uno dei primi magazzini ristrutturati del Porto Vecchio del capoluogo giuliano, oltre 20 speaker di caratura internazionale, 350 tra imprenditori e creativi, rappresentanti di brand internazionali, operatori turistici e addetti ai lavori. Tra gli esperti spiccano Dave Snowden, uno dei maggiori specialisti di knowledge management, Euan Semple, punto di riferimento per chi vuole trarre la massima efficienza dall’utilizzo del web, Marc Canter, uno dei primi imprenditori multimediali e fondatore di Macromedia, azienda sviluppatrice del primo multimedia player, che oggi conosciamo come Flash, e Andrew Keen, imprenditore e critico del Web 2.0. Tra gli ospiti italiani, Luigi Contu, Direttore dell’Ansa, e Luca Colombo, Country Manager di Facebook.

Gli interventi in programma propongono una fotografia analitica dell’industria del web, una discussione sulle sue possibili evoluzioni future e sull’esperienza dell’individuo e della collettività in rete. “La riflessione di base da cui muove l’evento è che internet ormai semplicemente è. È diventata trasparente, necessaria, invisibile” spiega Sergio Maistrello, giornalista, esperto di social media, co-fondatore, insieme al giovane giornalista triestino Beniamino Pagliaro e Paolo Valdemarin, imprenditore e programmatore, dell’associazione State of the Net. Una realtà nata nel 2009 a Trieste per promuovere la conoscenza di internet e dei suoi strumenti e per studiare i fenomeni sociali e tecnologici connessi. “Internet è parte della nostra quotidianità, anche più di quanto a volte ce ne rendiamo conto – continua Maistrello -. Influisce sulla nostra vita, anche se non siamo minimamente appassionati di tecnologia. Ha ripercussioni sul modo in cui gli individui interconnettono le loro idee e le loro competenze, sulle dinamiche di aggregazione e sintesi della comunità, sul modo in cui le aziende lavorano e si proiettano sul mercato e via dicendo. Sono tutti fenomeni interconnessi e potenti, che stanno agendo davanti ai nostri occhi. In futuro questo scenario è destinato a consolidarsi e ad accelerare, segnando discontinuità importanti. Nell’abilitare ogni nodo della rete a fare di più e meglio, la rete tesse relazioni che ridisegnano giorno dopo giorno la nostra comunità”.

State of the Net, che potrebbe presto diventare un appuntamento annuale, nasce come conferenza di respiro internazionale per fare il punto sullo stato dell’arte della rete in Italia e nel mondo e analizzare l’impatto che internet sta avendo su ogni aspetto della società. “È il tentativo di uscire dai confini spesso asfittici della divulgazione tecnologica italiana e rappresentare anche il nostro paese nel calendario europeo di incontri sul tema, come Leweb a Parigi e Londra, Reboot a Copenhagen o Lift a Ginevra, dove una folta comunità di sviluppatori, innovatori d’azienda e governanti si confrontano in modo laico e contemporaneo sulle novità legate alla rete”.

Il web costituisce nuove opportunità di partecipazione e cambiamento sociale, che però in Italia non siamo ancora pronti per cogliere. Secondo Maistrello, culturalmente siamo molto indietro. “I media mainstream nel nostro paese – dice - hanno sostanzialmente mancato la notizia della nostra epoca, preferendo continuare a concentrarsi sui gossip, sui gadget e sulla cronaca nera. Chi per lavoro è deputato a riconoscere e dare le notizie ha mancato quella più importante, che riguardava la propria professione, e ha affrontato con grande ritardo il salto di complessità e di rinegoziazioni del web sociale. Fino a qualche anno fa, quando la rete e le sue implicazioni erano argomento per un circolo ristretto di pionieri, questo poteva suonare semplicemente bizzarro. Oggi che questi strumenti ci stanno letteralmente cambiando la realtà sotto gli occhi, è drammatico e criminale”.

Secondo l’esperto, mentre il giornalismo tradizionale continua a marcare un ritardo quasi incolmabile, la politica sta finalmente muovendo passi significativi, anche se la reazione resta farraginosa e lenta. “Mi riferisco in particolare all’agenda digitale in discussione in modo congiunto tra i ministeri di Passera, Profumo e Patroni Griffi” precisa. Affinché anche in Italia le enormi potenzialità del web possano essere sfruttate appieno, Maistrello ritiene necessari investimenti su due fronti. “Quello tecnologico, spalancando le porte a quell’agenda di investimenti sul digitale, di cui si parla da diversi mesi, e sul fronte culturale, cominciando a spiegare in modo sereno e completo delle opportunità e delle conseguenze del diventare nodi attivi di una rete per l’esplorazione della conoscenza”.

Daniela Bandelli

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