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Soffia il vento delle rinnovabili… ma non abbastanza
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Foto: Unsplash.com
Soffia il vento delle rinnovabili. O almeno accade in Portogallo, dove secondo gli ultimi dati forniti dalla compagnia che gestisce la rete elettrica nazionale (Redes Energéticas Nacionais REN, 2023) si è registrato un record storico: il 61% della domanda è stata soddisfatta da fonti pulite, con la produzione di 31,2 Terawattora complessivi di energia proveniente da fonti rinnovabili.
L’eolico è sul podio, con il 25% dell’energia prodotta e consumata nel Paese, mentre l’idroelettrico segue a poca distanza (23%). Il fotovoltaico si attesta intorno a un 7% e la biomassa al 6%. Al di là dei dati però, la rilevazione che ci fa riflettere viene dal confronto con l’anno precedente, rispetto al quale la produzione di energia idroelettrica è aumentata del 70% e quella del solare fotovoltaico del 43%. Un mercato, quello delle rinnovabili, che conferma la sua potenzialità, soprattutto se consideriamo che il Portogallo è una delle 50 economie più grandi del mondo, un Paese con oltre 10 milioni di abitanti. È pur vero che sole e vento non mancano, ma quelli pubblicati sono dati particolarmente significativi, anche a fronte di un simultaneo crollo di consumo di gas naturale (-21%), fonte fossile di importazione che ha toccato il limite più basso dal 2014. E di record al ribasso si parla anche per le energie non rinnovabili, che hanno raggiunto la quota più bassa dal 1988: solo il 19%.
E in Italia, come ce la caviamo? Bene ma non benissimo, come direbbe qualcuno. Diciamo che le cose non vanno poi così male, ma abbiamo ancora da imparare dai cugini europei per quanto riguarda le rinnovabili. Il 2023 ha segnato anche per la nostra penisola qualche record: la produzione netta totale di elettricità (fonte Il Sole 24 Ore secondo i dati pubblici di Terna) è avvenuta per il 43,8% grazie alle fontigreen (idroelettrico, eolico, solare, biomasse e geotermico), dato certamente incoraggiante soprattutto perché seguito alla crisi del gas russo. Mettiamo però in pausa l’entusiasmo: il trend è stato favorito dal calo della produzione (ai minimi dal 1999) e pesa il confronto con l’Europa. Al di là dei dati portoghesi, si prendano gli esempi di Germania e Spagna che hanno superato la soglia del 50% di rinnovabili o della Gran Bretagna che è a quota 47%.
Nicola Monti, CEO di Edison, afferma che ciò significa sì andare nella giusta direzione, ma essere ancora “lontani dalla velocità di crociera”: manca come spesso nel nostro Paese la capacità di una visione più di sistema. “Le installazioni di rinnovabili hanno viaggiato a rilento causa fine incentivi, burocrazia e scarsa reattività dei policy makers” rincara Alessandro Marangoni, CEO di Althesys e lo conferma anche Davide Tabarelli, presidente di Nomisma Energia, che invita alla prudenza e non lascia spazio all’ottimismo: “Il primato del 2023 è legato al trend di riduzione strutturale delle nostre industrie e all’efficienza energetica: sarà molto difficile centrare il target del 60% da rinnovabili al 2030”, dichiara al Sole 24 Ore.
Insomma, per l’Italia il nodo resta e si chiama termoelettrico. L’intreccio tra questione energetica, cambiamento climatico e sicurezza globale evidenzia ancora una volta che l’attuale modello di sviluppo fondato sull’energia fossile non è più sostenibile. Siamo chiamati a una profonda e coordinata trasformazione nelle modalità di produzione e consumo dell’energia e non solo. A questo è connesso un necessario cambiamento nella produzione di beni e servizi, nella mobilità di persone e merci, nei livelli di confort e di benessere che dovranno essere alimentati da tecnologie che si appoggiano a fonti diverse da quelle ancora troppo in voga. Le energie rinnovabili rappresentano un orizzonte desiderabile ad ampio spettro, che riguarda anche la generazione di un sistema economico e sociale sostenibile per le presenti e future generazioni.
Anna Molinari

Giornalista freelance e formatrice, laureata in Scienze filosofiche, collabora con diverse realtà sui temi della comunicazione ambientale. Gestisce il progetto indipendente www.ecoselvatica.it per la divulgazione filosofica in natura attraverso laboratori e approfondimenti. È istruttrice CSEN di Forest Bathing. Ha pubblicato i libri Ventodentro (2020) e Come perla in conchiglia (2024). Per la testata si occupa principalmente di tematiche legate a fauna selvatica, aree protette e tutela del territorio e delle comunità locali.