Snapchat & Fentanyl: quale responsabilità di app e piattaforme?

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Negli Usa, una causa intentata da 64 famiglie contro la popolare app di messaggistica potrebbe stravolgere l’ecosistema digitale e le sue regole. L’accusa è di negligent design, progettazione ingegneristica negligente rispetto alla valutazione del proprio impatto: l'applicazione favorirebbe l’incontro apparentemente casuale tra spacciatori e nuovi potenziali consumatori, in particolare bambini e adolescenti.

Quando si discute dei social network, l’accento cade inevitabilmente sulla loro influenza: alterano i normali processi neurofisiologici? Sono intrinsecamente dannosi? Mutano forme e percezioni della realtà? La realtà digitale sostituisce o compenetra quella materiale? Che impatto avranno sull’attenzione, lo studio, la crescita delle future generazioni?

Quale responsabilità per le piattaforme digitali?

Tuttavia, la questione cruciale potrebbe essere un’altra. Molto più semplice e molto più diretta. Molto più concreta, soprattutto: le piattaforme digitali devono essere ritenute responsabili socialmente, oltre che civilmente e penalmente, dell’uso che alcuni utenti ne fanno a discapito di altri? Sono un terreno di gioco neutrale dove non è importante quale gioco si pratichi, purché si giochi o sono dei facilitatori, oltre che di connessioni, di transazioni al limite – e oltre il limite – della liceità? 

Fentanyl-Snapchat, la causa che cambierà le regole? 

Il caso Fentanyl-Snapchat mette in evidenza un problema urgente e complesso, rivelando il lato oscuro di tecnologie progettate per connettere persone, gruppi e interi blocchi di società. Una causa legale che promette di cambiare le regole d’ingaggio tra società e social ha infatti acceso i riflettori su una realtà drammatica: è possibile attribuire responsabilità a una di queste piattaforme, Snapchat, nell’offerta e nella vendita di uno dei più potenti e controversi antidolorifici, che ha trovato nel mercato dell’autoterapia e delle dipendenze il suo Eldorado.

Snapchat è una app multipiattaforma tra le più popolari che consente agli utenti della propria rete di inviare messaggi multimediali (i cosiddetti “snap”), un mix di testi, foto e video visualizzabili solo per 24 ore. L’app, il cui claim è «less social media, more snapchat» è accusata di essere diventata negli anni un canale privilegiato per la vendita di pillole contraffatte, contenenti fentanyl. Questo oppioide sintetico, cento volte più potente della morfina, è oramai di facile produzione e può essere inserito in qualsiasi pillola in un laboratorio, riducendo il costo di produzione e aumentando gli effetti. 

Come rivelato da un’inchiesta di Bloomberg Businessweek, giovani e giovanissimi utenti, ignari di acquistare fentanyl, avrebbero ordinato farmaci tramite la piattaforma. Farmaci che si sono rivelati mortali. 

Il risultato è stato un’onda di decessi tra bambini e adolescenti, che ha spinto molte famiglie delle vittime a intraprendere azioni legali contro l’azienda di proprietà della società statunitense Snap Inc., fondata nel 2011 da Evan Spiegel, Bobby Murphy e Reggie Brown.   Con oltre 800 milioni di utenti attivi e miliardi di messaggi al giorno, Snapchat rappresenta uno dei mezzi dell’infosfera digitale più utilizzati al mondo, soprattutto tra i giovani. Il suo successo è determinato dalle sue caratteristiche strutturali: messaggi che si autodistruggono e filtri di realtà aumentata...

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