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Se gli incendi modificano gli ecosistemi acquatici
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Foto: Unsplash.com
Come ogni estate rieccoci con un appuntamento dalle conseguenze distruttive: dalla Grecia alla California gli incendi imperversano nei boschi di tante parti del mondo, causando danni gravissimi per numero ed estensione e confermando purtroppo le previsioni relative al cambiamento climatico, che delineano all’orizzonte un aumento esponenziale di danni economici e ambientali legati al fenomeno. Ma se la maggior parte degli studi si concentra sul terreno, un recente lavoro dell’Università di San Diego (California) in collaborazione con altre istituzioni del settore ha messo in evidenza come anche gli ecosistemi acquatici stiano pagando le conseguenze delle fiamme che divorano la terraferma.
Tutto inizia qui, nel laboratorio di Scienze biologiche guidato dal professor Jonathan Shurin: i ricercatori hanno analizzato i cambiamenti dei sistemi acquatici in conseguenza dell’inserimento di materia organica derivante da piante incenerite, considerando anche gli effetti sulle reti alimentari collegate. I risultati sono stati raccolti in due studi pubblicati sulla rivista «Global Change Biology» e da essi emergono alcuni aspetti decisamente interessanti, a partire dal fatto che gli incendi trasformano chimicamente i resti delle piante e modificano il ruolo attivo degli ecosistemi acquatici nel ciclo del carbonio, in particolare nel modo in cui immagazzinano, processano ed emettono carbonio. I dati raccolti sono importanti proprio in relazione alla preziosa funzione degli ecosistemi acquatici che catturano le correnti e fungono da stoccaggio del carbonio nei propri sedimenti.
“Gli effetti degli incendi non si limitano agli ecosistemi terrestri”, ha dichiarato Chris Wall, ricercatore membro del gruppo del dott. Shurin e primo autore dello studio. “Quando pensiamo all’aumento degli incendi boschivi è importante considerare che materiali bruciati fluiscono direttamente nelle vie d’acqua, che sono vitali per le persone e per la fauna selvatica. Gli incendi influiscono pesantemente sulla salute degli ecosistemi, avendo implicazioni anche per le risorse d’acqua come per esempio la pesca”.
L’impatto di questi enormi fuochi i ricercatori lo hanno visto in particolar modo nella zona della Sierra Nevada dove si sono concentrati i rilevamenti. Molti degli ecosistemi di laghi e stagni, per esempio, emettono normalmente più CO2 di quanta ne assorbano, perché ricevono carbonio dalle fonti confinanti: lo studio mette in luce come questa relazione potrebbe drasticamente modificarsi con l’aumento dell’immissione di materiale bruciato, in particolar modo con esiti rilevanti rispetto alla quantità – maggiore – di carbonio stoccato. “I residui di piante incendiate”, ha dichiarato Shurin, “favoriscono l’assorbimento di più CO2 dall’atmosfera, ma questa capacità tende a saturarsi rapidamente con l’aumento di materia incenerita, generando effetti contrari”.
La materia incenerita cambia la chimica della vegetazione e ne influenza il ciclo anche negli ecosistemi ad acqua dolce. Durante gli esperimenti i ricercatori hanno rilevato come in alcune aree test permanessero le specie caratteristiche di quei sistemi, come per esempio lo zooplancton, mentre in aree severamente compromesse dall’inserimento di materia organica bruciata si trasformassero in paradisi per insetti, come per esempio le zanzare.
Ciò significa che incendi più frequenti e intensi potrebbero pesantemente alterare la capacità dei sistemi acquatici di trasformare e scambiare carbonio con l’atmosfera. Ecco perché, concludono i ricercatori nel paper, in futuro le previsioni relative al cambiamento climatico dovrebbero includere modelli integrativi che permettano di analizzare la relazione tra ecosistemi acquatici e terrestri, al fine di comprendere in maniera più approfondita i cambiamenti nel ciclo del carbonio a livello globale.
Anna Molinari

Giornalista freelance e formatrice, laureata in Scienze filosofiche, collabora con diverse realtà sui temi della comunicazione ambientale. Gestisce il progetto indipendente www.ecoselvatica.it per la divulgazione filosofica in natura attraverso laboratori e approfondimenti. È istruttrice CSEN di Forest Bathing. Ha pubblicato i libri Ventodentro (2020) e Come perla in conchiglia (2024). Per la testata si occupa principalmente di tematiche legate a fauna selvatica, aree protette e tutela del territorio e delle comunità locali.