www.unimondo.org/Notizie/Save-the-Children-la-tutela-dell-infanzia-e-un-urgenza-145684
Save the Children: la tutela dell’infanzia è un’urgenza
Notizie
Stampa
In vista delle prossime elezioni europee, il 15 aprile scorso Save the Children ha diffuso il rapporto “Povertà ed esclusione sociale minorile in Europa - in gioco i diritti dei bambini” secondo il quale sono 27 milioni i bambini europei a rischio povertà (28%), 1 milione in più dal 2008.
Manca poco più di un mese alle elezioni del Parlamento Europeo del 25 maggio. Si mobilitano tanto i partiti della politica quanto quelli dell’antipolitica e dell’anti-europeismo. E come ogni elezione che si rispetti, anche la società civile scende in campo per cercare di vincolare le promesse elettorali dei futuri europarlamentari al soddisfacimento degli interessi che ciascun gruppo promuove. Nelle scorse settimane sul tavolo dei possibili impegni da inserire nella prossima agenda europea sono stati posti i diritti dei 27 milioni di bambini europei a rischio povertà o esclusione sociale. È stata la ong Save The Children a lanciare la poderosa campagna mediatica diffondendo i dati allarmanti del rapporto “Povertà ed esclusione sociale minorile in Europa – in gioco i diritti dei bambini”. C’è di che preoccuparsi se si è calcolato che è a rischio povertà più di un minore su 4, pari al 28% della popolazione europea sotto i 18 anni, numeri in crescita costante: quasi 1 milione in più nel quadriennio 2008-2012, e mezzo milione in un solo anno tra il 2011 e il 2012. Una situazione che riguarda tutti gli Stati europei, in particolare Romania e Bulgaria (52%), Grecia, Ungheria e Lettonia (35-41%), Italia (33,8%), Slovenia, Olanda, Germania e Repubblica Ceca (12-19%), e che non risparmia neanche i Paesi scandinavi, tradizionalmente a forte welfare.
Il rapporto addita la crisi economica che persiste dal 2008 e la mancata distribuzione delle risorse quali le cause di questa situazione, andando a condizionare pesantemente due aspetti determinanti: il lavoro dei genitori e i servizi di welfare legati all’educazione e alla salute. La mancanza di denaro produce infatti non solo una limitazione della possibilità di soddisfare i diritti all’alimentazione, al vestiario e all’abitazione dei bambini, ma va a intaccare sensibilmente l’accessibilità ai servizi per l’infanzia o a una educazione adeguata, e spesso, alla partecipazione ad attività sociali e culturali con gli altri bambini. Addio quindi non solo a ripetizioni, gite scolastiche, o vacanze-studio all’estero, ma anche a cinema, pizza, calcio e corso di chitarra. Una realtà multidimensionale dunque, che, in base a questo report, è da ascrivere tra le cause maggiori della violazione dei diritti dei bambini in Europa.
È Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia, a rincarare la dose alle istituzioni europee con l’intento di evidenziare la necessità di stabilire strategie e piani mirati per la riduzione della povertà minorile. “L’Europa deve prendere atto dei gravi danni che la crisi ha prodotto sulle condizioni di vita e di crescita dell’infanzia pressoché in tutti i Paesi, anche se in misura diversa, e mettere tra le sue priorità la lotta alla povertà minorile”. Le sue parole evidenziano chiaramente che si è delineato un gap sempre più ampio rispetto agli obiettivi stabiliti dalla Commissione Europea nel Programma Horizon 2020 che invece miravano a una crescita sostenibile e inclusiva. Dai dati risulta infatti che sono proprio gli Stati con la maggior disuguaglianza lavorativa o incapaci di ridistribuire adeguatamente le risorse a segnare le percentuali più elevate di povertà o esclusione sociale minorile. Occorrerebbe dunque ora una inversione di tendenza, con investimenti per il sostegno diretto delle famiglie, l’introduzione di misure come edilizia popolare, accesso all’impiego e al congedo parentale, salario minimo, indennità di disoccupazione, deduzioni fiscali e accesso universale ai servizi e all’educazione per l’infanzia con un sostegno per i più vulnerabili.
Chissà se alcune di queste proposte saranno colte dai futuri europarlamentari e messe al centro dei loro programmi. Per rinfrescare loro la memoria (e magari quella degli elettori) alle porte delle elezioni, il prossimo 12 maggio Save the Children lancerà in Italia la campagna “Illuminiamo il futuro”, un programma nazionale di intervento per far conoscere e affrontare il dramma della povertà educativa che sta privando molti bambini e giovani che vivono in condizioni e aree disagiate dell’opportunità di una crescita formativa e culturale. Non si tratta di un’iniziativa isolata. Numerosi sono i rapporti e le campagne di mobilitazione per indurre i vari governi italiani che si sono succeduti negli ultimi anni a usare come termine di riferimento delle politiche economiche e sociali da loro adottate le condizioni dei fanciulli. Ad esempio 2 anni fa, nel maggio del 2012, il web si riempiva di immagini di famosi “da bambini” al lancio della campagna “Caro Mario, ricordati dell’infanzia”. Mario non poteva essere che l’allora presidente del Consiglio Monti, e la foto che spiccava on line come sulle locandine era proprio quella del futuro economista all’età di 10 anni. Nel marzo dello scorso anno, i neoparlamentari italiani ricevevano invece dalla ong il ParlaMemo, un’agenda particolare che ricordava loro le misure urgenti da adottare per la tutela dell’infanzia. All’efficacia mediatica di tali iniziative si è inoltre affiancato dal 2010 “L’atlante dell’infanzia (a rischio)”, uno strumento didattico quanto di sensibilizzazione che mette a nudo la realtà italiana, evidenziando la stretta relazione fra povertà e bassi livelli di istruzione, competenze, salute, opportunità di bambini e ragazzi. Tuttavia ben poco, se non nulla, è stato fatto a tutela dell’infanzia nell’Italia di oggi sommersa dalla crisi.
Il nostro governo è dunque chiamato a lavorare per cercare di dare una qualche risposta alle sollecitazioni sempre più preoccupanti che provengono dal Terzo settore che lavora con l’infanzia. E non solo all’interno del Paese. Con l’assunzione da parte dell’Italia del prossimo semestre di Presidenza del Consiglio Europeo, in luglio, sarà compito del Belpaese delineare le priorità dell’agenda politica dell’Unione Europea così come dei suoi finanziamenti.
E allora perché non formulare un ennesimo appello sulla base di quello lanciato da Save the Children nel 2012? “Caro governo, so che hai molto da fare tra spread, banche, disoccupazione, evasione fiscale, crescita del PIL e debito pubblico. Tutte cose molto importanti. Ti vorrei chiedere però di fermarti solo un attimo: oggi, in Italia, 1 bambino su 4 è a rischio di povertà e i suoi sogni potrebbero non realizzarsi mai. Ricordati dei diritti dell’infanzia”.
Questa pubblicazione è stata prodotta con il contributo dell'Unione Europea, nel quadro dei programmi di comunicazione del Parlamento Europeo. La responsabilità sui contenuti di questa pubblicazione è di Unimondo.org e non riflette in alcun modo l'opinione dell'Unione Europea. Vedi la pagina del progetto BeEU - 8 Media outlets for 1 Parliament .