Sangue su sangue…

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Date, dati. Il 14 giugno si celebra nel mondo la Giornata mondiale del donatore di sangue, istituita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) con un duplice scopo: da un lato sensibilizzare la popolazione sulla necessità costante di sangue ed emoderivati, dall’altra perché sia un’occasione per rendere grazie ai donatori che scelgono di compiere un gesto a favore di chi ha bisogno di terapie trasfusionali. Come tante giornate di celebrazione internazionali o nazionali, anche questa corre il rischio di restare un altro segno estemporaneo di vicinanza e solidarietà, destinato a cadere nel dimenticatoio alla scadenza delle 24 ore di doodle, retweet, post e comunicati stampa.

Forse però questa volta non è così. I dati, in particolare quelli raccolti dalle associazioni che nel quotidiano lavorano perché i processi complessi che una donazione di sangue comporta (analisi, compatibilità, ricerca donatori, informazione attenta e comunicazione corretta, solo per citarne alcuni) garantiscano risultati efficaci e procedure efficienti, ci parlano di un’altra verità, che non scade al tramonto della sua giornata di gloria mediatica. Tra le varie realtà che se ne occupano prendiamo per esempio Fidas, Federazione Italiana Associazioni Donatori del Sangue, la quale rende noto che, nel 2016, sono state poco più di 379 mila le unità raccolte tra sangue intero e aferesi, e oltre 450 mila i donatori volontari e associati. E’ un numero che, se da un lato rileva con orgoglio la presenza di molti nuovi donatori e dà quindi conferma di una rete vivace e in continuo rinnovo, dall’altro risulta inferiore a quello del 2015 e invita quindi a sostenere la promozione delle donazioni ben oltre la Giornata del 14 giugno. Confermano questo trend anche i dati di Avis, Associazione Volontari Italiani del Sangue, che con le sue 3400 sedi sul territorio italiano contribuisce ogni anno a circa il 70% del fabbisogno nazionale, contando su più di 1 milione e 320 mila soci e su oltre 2 milioni di unità di sangue ed emocomponenti donate (dati 2015).

La scelta operata per la campagna di quest’anno punta il focus sulle necessità trasfusionali in emergenza, con uno slogan e una carrellata di immagini che pongono senza margine di interpretazione l’urgenza del dono: “Give blood. Give now. Give often. Donare sangue ora e spesso, questo l’invito per sollecitare una donazione costante, che permetta di affrontare non solo necessità relative a trattamenti programmati ma anche di tamponare le emergenze derivanti da calamità naturali, incidenti, conflitti. E i testimonial scelti, di origini diverse e rappresentanti di altrettanto variegati contesti sociali, politici e culturali rendono evidente la trasversalità di questo bisogno, che non conosce confini né distinzioni di provenienza, razza, sesso, nazionalità.

Un messaggio forte dunque, lanciato e ribadito per rafforzare l’accesso sicuro a sangue ed emoderivati in quantità sufficiente, elemento imprescindibile per un sistema sanitario efficace che però purtroppo, in molti Paesi, non riesce a rispondere alle sfide principali poste in termini di sicurezza e accessibilità. Aspetto che invece in Italia ci lascia ben sperare, come ci ricorda il presidente nazionale di Fidas, il dottor Aldo Ozino Caligaris, membro del Comitato Direttivo del Centro Nazionale Sangue (CNS) e del Comitato Tecnico Sanitario del Ministero della Salute: “la terapia trasfusionale rientra tra i Livelli Essenziali di Assistenza e grazie alla presenza di 1 milione e 700 mila donatori volontari il nostro paese è un esempio a livello internazionale”. Si tratta di un livello di autosufficienza (obiettivo nazionale sovraregionale e sovraziendale secondo la legge 219/2005) faticosamente raggiunto e altrettanto faticoso da mantenere, soprattutto alla luce di una popolazione in costante invecchiamento che deve rapidamente chiamare a raccolta forze nuove e giovani anche tra i donatori. Se il quadro è nel complesso positivo, è vero anche che in un futuro non troppo lontano si dovrà lavorare molto sul rafforzamento della donazione volontaria, periodica, responsabile e gratuita, sulla fidelizzazione dei donatori e sulla loro flessibilità in relazione a bisogni programmati, questioni che oggi i responsabili delle Associazioni e Federazioni dei donatori di sangue non mancheranno di sottoporre all’attenzione della Ministra della Salute Beatrice Lorenzin, evidenziando l’importanza di un lavoro in rete che non perda di vista le nuove generazioni.

Insomma sì, date e dati che riaccendono l’attenzione su un impegno costante e discreto compiuto ogni giorno grazie alla partecipazione di migliaia di persone che investono tempo e risorse per rispondere a un bisogno a cui si tributa sempre insufficiente riconoscimento. Proprio su questo punto c’è un pensiero che mi preme ricordare oggi e in questa sede, e che riallaccio al titolo di questo articolo, rubato a una canzone di De Gregori: “E tutto è creduto e tutto è dovuto e tutto è rimpianto / in questa notte che si sta avvicinando ogni giorno di più / E sangue su sangue e sangue su sangue soltanto”, e prima ancora “Sangue su sangue non macchia, va subito via”. Ma sangue su sangue non va subito via in questo caso. Non va via se restiamo vigili e partecipi, se non diamo per scontato che tutto sia dovuto, se scegliamo anche noi di condividere con responsabilità una delle ricchezze che abbiamo e di cui abbiamo il dovere e l’onore di prenderci cura. Il nostro sangue, appunto, linfa che ci tiene vivi dalle radici alle foglie. C’è un verso della poetessa Wislawa Szymborska che fin dalla prima volta che l’ho incontrato mi ha punto l’anima. Dice semplicemente, spiazzando: “Ascolta come mi batte forte il tuo cuore”. E’ un verso a cui ripenso chiudendo questo pezzo, qualche parola messa in fila che risuona di senso anche in un “ascolta come mi scorre grato il tuo sangue”, ed è un grazie personale e caldo a chi rende concreta la generosità di questo dono.

Anna Molinari

Giornalista freelance e formatrice, laureata in Scienze filosofiche, collabora con diverse realtà sui temi della comunicazione ambientale. Gestisce il progetto indipendente www.ecoselvatica.it per la divulgazione filosofica in natura attraverso laboratori e approfondimenti. È istruttrice CSEN di Forest Bathing. Ha pubblicato i libri Ventodentro (2020) e Come perla in conchiglia (2024). Per la testata si occupa principalmente di tematiche legate a fauna selvatica, aree protette e tutela del territorio e delle comunità locali.

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