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Salute itinerante
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Tunisia
Salute itinerante
La Tunisia è stata indicata dall'Unfpa come uno degli stati modello per le politiche sulla popolazione. Il primo passo è stato compiuto all'indomani dell'indipendenza con il Codice dello statuto personale che aboliva la poligamia e gettava le basi per un cammino verso la parità tra uomini e donne. All'epoca il tasso di fertilità era di 7,2 figli per donna, la mortalità infantile di 200 su mille, il 42,5 per cento della popolazione aveva meno di 15 anni. Tutto lasciava presagire un boom demografico che il piccolo stato non avrebbe saputo come affrontare. Nel 1961, insieme all'istruzione obbligatoria per tutti, era stata avviata la vendita di anticoncezionali e nel 1964 era stato varato il primo programma sperimentale di pianificazione familiare. Da questo nacque nel 1966 l'Onfp, l'Ufficio nazionale per la famiglia e la popolazione, oggi diretto dalla signora Nabiha Gueddana. Fondamentale è stata la decisione di far correre parallelamente istruzione e diffusione degli anticoncezionali, migliorando via via strategie e obiettivi: sono stati aperti consultori, ogni ambulatorio è stato dotato di servizi per la salute riproduttiva e a partire dalla metà degli anni Ottanta sono state create équipe mobili con camion-ambulatorio per raggiungere gli angoli più remoti del paese (che sono un po' il fiore all'occhiello di madame Gueddana). Se pure persistono ancora differenze tra città e campagna, Gueddana può presentare con orgoglio le stime per il 1997: tasso di fertilità al 2,9, mortalità infantile al 30 per mille. L'80 per cento dei parti è assistito, il 60 per cento delle donne in aree urbane e il 34.6 per cento in aree rurali usa moderni metodi anticoncezionali (soprattutto la spirale). Nel 1987 è stato aperto un Centro internazionale di formazione alla salute rirpoduttiva, nell'ambito di un progetto di cooperazione sud-sud, cioè con paesi dell'Africa subsahariana e dell'area maghrebina. E nel 1997 medici di ben 19 paesi hanno preso parte ai corsi.
C.S.