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Romania: verso una nuova legge sulle adozioni, critiche le Ong
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In seguito allo scandalo delle adozioni internazionali dei mesi scorsi, quando la Romania fu accusata dalla Commissione europea di aver violato la moratoria per le adozioni internazionali che vige dal 2001, permettendo l'adozione di 105 bambini da parte di famiglie italiane, il paese balcanico ha accelerato i tempi per la ratifica di una nuova legislazione sulla protezione dei bambini. Il progetto di legge dovrebbe essere ratificato nelle prossime settimane e renderà molto più difficili le adozioni da parte di stranieri se non esiste un rapporto di parentela di primo o secondo grado con i nuovi genitori che vivono all'estero. Secondo il nuovo regime giuridico i bambini sotto due anni non potranno essere adottati e i fratelli devono rimanere insieme. Inoltre è ben precisato il diritto del bambino di restare in contatto diretto con i suoi parenti, cioè genitori, fratelli, nonni.
La nuova normativa elaborata sulle esigenze dell'UE, se approvata, entrerà in vigore solo dopo sei mesi dalla sua votazione e rimangono quindi ancora sei mesi in cui bambini romeni potranno essere adottati da parte delle famiglie straniere secondo le vecchie regole. Ma l'associazione "Amici dei bambini", Aibi critica la proposta di legge in discussione al parlamento rumeno che, a suo avviso, crea impedimenti all'adozione internazionale ed ha inviato un appello al presidente della Commissione europea Romano Prodi affinchè la nuova normativa garantisca ai bambini abbandonati di trovare una famiglia all'estero. L'appello rivolto a Prodi ha l'obiettivo di riconoscere l'adozione internazionale come strumento ''legittimo ed idoneo per assicurare una famiglia a quei bambini abbandonati ai quali non è stata trovata una famiglia in Romania''.
In base a dati ufficiali dell'Autorità nazionale per la protezione del bambino (Anpca) in Romania sono 83.847 i minori soggetti a protezione sociale e l'80% di questi sono stati sottratti alla tutela dei loro genitori dalle autorità legali in quanto abusati o molestati ripetutamente, mentre i rimanenti hanno perso i genitori o sono stati abbandonati dalla famiglia spesso troppo povera per poterli educare. Dei quasi 84mila minori soggetti a protezione sociale, 13.179 vivono presso 'assistenti maternali' o famiglie affidatarie temporanee, mentre 37.879 in istituti pubblici o privati.
Un rapporto di Save the Children recentemente presentato a Roma ha ricostruito passo dopo passo il ciclo del traffico di minori dall'Est verso l'Occidente, via Italia e Spagna (paesi di transito) verso Danimarca e Gran Bretagna (paesi di destinazione). Secondo i dati di Save the Children, negli ultimi anni migliaia di bambini di età tra 8 e 18 anni sono stati vittime di questo traffico. La documentazione su questo fenomeno fornisce anche i prezzi dei bambini: un neonato costerebbe 15.000 euro, mentre una bambina è venduta a 7.000 euro. La maggior parte dei bambini proviene da paesi come Romania, Bulgaria, Albania, Moldova o Russia e finisce nei paesi occidentali dove sono costretti a prostituirsi o diventano vittime delle reti dei pedofili. [GB]