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Romania: gioia per liberazione dei tre giornalisti rapiti in Iraq
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Gioia in Romania per la liberazione domenica scorsa dei tre giornalisti rumeni, Marie Jeanne Ion, Sorin Miscoci e Ovidiu Ohanesian, e del loro traduttore, Mohammad Musaf cittadino americano di origini irachene, sequestrati in Iraq il 28 marzo scorso, sono stati liberati. Le circostanze del rilascio non sono note: i rapitori avevano minacciato di ucciderli, se la Romania non avesse ritirato i suoi 800 militari dall'Iraq. Dal momento del sequestro il popolo romeno ha vissuto col fiato sospeso il dramma del rapimento. La giornalista tv Marie Jeanne Ion, il cameraman Sorin Miscoci e il reporter del quotidiano Romania Libera Ovidiu Ahasedian erano infatti stati mostrati in un video seduti sul pavimento a piedi nudi, apparentemente ammanettati. Uomini con il volto coperto e armi in pugno stavano accanto a loro. Il video diceva che i rapitori appartenevano al gruppo sconosciuto "Squadroni di Mu'adh bin Jebel", che prende il nome da un personaggio della storia dell'Islam.
I rapitori, che si definivano "patrioti iracheni", avevano chiesto il ritiro dei 800 militari romeni dall'Iraq e minacciavano di uccidere i giornalisti se le autorità di Bucarest non avessero rispettato le condizioni poste. Le poche informazioni circa il gruppo M'adh bin Jabal indicano la pista di Ansar Al-Islam, formazione vicina ad Al-Zarkawi, ideologicamente sulla stessa linea di Al-Qaida. L'ultimatum scadeva il 27 aprile. Le autorità di Bucarest, riunite nel Consiglio Supremo di Difesa della Romania (CSAT), avevano chiesto ai rapitori una proroga e si erano rivolte al Consiglio degli Ulema iracheni per un aiuto nei negoziati con i sequestratori. I rapitori sembravano molto informati sulla situazione in Romania e mandavano messaggi ai giornalisti di Bucarest, intimando che le loro condizioni fossero presentate integralmente. Il presidente della repubblica, Traian Basescu, aveva diffuso un appello alla riservatezza e alla prudenza ai direttori delle testate radio e tv.
La redazione di Osservatorio sui Balcani, che ha seguito da vicino la vicenda, si felicita per la liberazione dei tre colleghi rumeni e nei prossimi giorni dedicherà ulteriori spazi alla vicenda. [GB]