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Rifugiati: l'80% nel Sud del mondo, ma i governi europei negano la protezione
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Sono 42 milioni i rifugiati nel mondo e l’80% si trova nei paesi in via di sviluppo così come la stragrande maggioranza degli sfollati costretti alla fuga da guerre e persecuzioni alla fine del 2008. Lo riporta l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato che si celebra oggi. "Questa cifra è dovuta ad un brusco rallentamento dei rimpatri e ad una maggior durata dei conflitti, risultante in forme di esilio protratto. Il numero totale comprende 16 milioni di rifugiati e richiedenti asilo e 26 milioni di sfollati all’interno del proprio paese" - spiega il comunicato dell'Unhcr.
Sebbene la cifra totale di 42 milioni sia minore di 700 mila unità rispetto all’anno precedente, i dati provvisori del 2009, non rappresentati nel rapporto, riflettono già un mutamento di tendenza. "Nel 2009 abbiamo già assistito a un consistente movimento forzato di popolazioni, principalmente in Pakistan, Sri Lanka e Somalia - ha detto l’Alto Commissario António Guterres. Se alcune forme di fuga possono avere breve durata, altre possono durare anni e perfino decenni in attesa di una soluzione. Sono diverse le situazioni di popolazioni sradicate da ormai molto tempo: in Colombia, Iraq, Repubblica Democratica del Congo e Somalia. Ciascuno di questi conflitti ha inoltre generato rifugiati che hanno oltrepassato le frontiere".
"I paesi che si trovano ai confini dell'Europa stanno mostrando un palese disprezzo per i loro obblighi internazionali nei confronti dei rifugiati diffondendo così un messaggio pericoloso sul trattamento di queste persone" - denuncia un comunicato di Amnesty International. Tra questi Amnesty cita espressamente l'Italia che "intercetta i rifugiati in acque internazionali e li trasporta fisicamente, senza prenderne in considerazione eventuali bisogni di protezione internazionale, in Libia, dove i migranti, i richiedenti asilo e i rifugiati sono a rischio di maltrattamenti e di rimpatrio forzato verso paesi in cui potrebbero subire gravi violazioni dei diritti umani". Gli atri paesi citati nella nota di Ammesty sono la la Turchia, la Grecia e "gli accordi bilaterali tra la Spagna e diversi paesi africani che vengono utilizzati per giustificare arresti arbitrari, detenzioni ed espulsione di rifugiati, richiedenti asilo e migranti in questi paesi.
"Altri paesi dell'Unione europea (Ue) chiudono un occhio sulla crescente mancanza di rispetto per i diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo ai confini dell'Ue in quanto essi stessi tentano di accogliere meno rifugiati. Ogni anno migliaia di richiedenti asilo vengono trasferiti, in base al sistema "Dublino II", verso paesi dove i loro diritti non sono adeguatamente protetti" - continua Amnesty nel ribadire che "tutti gli stati devono adempiere agli obblighi nei confronti dei rifugiati e dei richiedenti asilo non solo all'interno dei propri confini ma ovunque esercitino un effettivo controllo sulle persone".
Come riporta una dettagliata analisi di MeltingPot sui dati del rapporto dell'Unhcr "non sono né l’Italia né altri paesi europei ad ospitare e proteggere chi fugge dai contesti di guerra, che sono quelli che 'producono' il maggior numero di profughi". Alla fine del 2007 degli 11,4 milioni di rifugiati sotto la protezione dell’Unhcr nel mondo il 32% vive in Asia e regione del Pacifico (80% afghani), 25% vive in Nord Africa e Medio Oriente (provenienti per lo più dall’Iraq), 20% vive nel reso dei paesi africani, e solo il 14% in Europa e il 9% America. "Tra i paesi che ospitano il maggior numero di rifugiati vi è un solo paese europeo, la Germania, con 579.000 rifugiati, mentre in Italia sono 38.068" - evidenzia MeltingPot. "In questi giorni quotidiani e commentatori non hanno fornito questi dati, utili a capire meglio allarmi e strategie - denuncia l'associazione.
Per dare un segnale contrario alle politiche dei respingimenti adottate di recente dal Governo italiano, le comunità di accoglienza dei missionari Comboniani di Castelvolturno hanno promosso un'iniziativa a livello nazionale di distribuzione di "Permessi di soggiorno in nome di Dio" per tutti gli immigrati. "Si tratta - spiegano - di un’azione che parte dal diritto di ogni persona ad esistere, ad essere rispettata nella sua umanità, nella sua ricerca di vita democratica e libertà. Il diritto a costruire un futuro per se e per i propri figli. Oggi questo mondo chiede, e noi che ci consideriamo colti e civilizzati siamo chiamati a rispondere, di rispettare quei valori che da anni proclamiamo".
La Giornata Mondiale del Rifugiato viene celebrata quest’anno in Italia da decine di enti locali, organizzazioni non governative ed associazioni. Questa sera il Colosseo verrà illuminato con lo slogan della 'Giornata Mondiale del Rifugiato': "Rifugiati, non solo numeri - real people, real needs". [GB]