Il Punto - La pace improbabile

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Immagine: Unsplash.com

Il Risiko, questa settimana, lo giochiamo sul filo di un annuncio. A farlo il comandante dell'esercito sudanese, Abdel Fattah al-Burhan. Lunedì 27 ottobre 2025, in piena notte, ha annunciato il ritiro dei suoi soldati dalla loro ultima roccaforte nel Darfur. Erano assediati dai militi del gruppo paramilitare delle Forze di supporto rapido (RSF). Il ritiro dell'esercito da el-Fasher lascia circa 250mila persone - metà sono bambini - sotto il controllo delle RSF. Le organizzazioni umanitarie hanno segnalato scene caotiche, tra cui uccisioni, arresti, attacchi agli ospedali e scontri tra occupanti e truppe in ritirata. Un disastro certificato dall’Onu, che proprio il giorno prima aveva denunciato le atrocità che i paramilitari delle RSF stavano commettendo nella città, mano a mano che avanzavano e la conquistavano. Nella sua dichiarazione, al-Burhan ha spiegato che gli ufficiali hanno deciso di ritirarsi completamente dalla città nella speranza di risparmiare alla popolazione civile ulteriori violenze. Ha poi aggiunto che "siamo determinati a vendicare quanto accaduto al nostro popolo a el-Fasher. Noi, come popolo sudanese, chiederemo conto a questi criminali".

La caduta di el-Fasher nelle mani della RSF potrebbe annunciare un'altra divisione del Sudan, a più di un decennio dalla creazione del Sudan del Sud. È il Darfur, ora, che potrebbe diventare indipendente. Questa fase di eterna guerra, ricordiamolo, è iniziata nel 2023, quando la tensione tra l'esercito nazionale e RSF, sino a poco tempo prima alleati, è esplosa. I combattimenti erano iniziati a Khartoum, poi si erano spostati in tutto il Paese, uccidendo decine di migliaia di persone e costringendone quasi 12 milioni alla fuga. Il rischio di disastro umanitario è concreto, il tutto nel silenzio generale del Mondo.

Silenzio che pare regnare su un’altra guerra in corso, quella fra Afghanistan e Pakistan. Le azioni militari delle scorse settimane, costate centinaia di morti, sembrano congelate dal 19 ottobre, data del tentativo di negoziato avviato da Turchia e Qatar. Dopo i primi colloqui a Doha, le delegazioni si sono trasferite a Istanbul. Le trattative sembrano arenate, nonostante funzionari ed esperti continuino a ripetere che “gli sforzi dell'ultimo minuto continueranno, per cercare di far uscire i due Paesi da un conflitto a pieno titolo”. L’ostacolo maggiore pare essere la posizione della delegazione afghana, che non vuole cedere alla richiesta pakistana di reprimere il gruppo armato talebano pakistano, noto come TTP. Su questo si infrangono le aspettative di pace. 

Pace che appare improbabile anche in Palestina, nella Striscia di Gaza. Il governo israeliano non perde occasione per dare ai militari l'ordine di attaccare. Solo nell’ultima settimana “di tregua" sarebbero più di 100 i palestinesi uccisi, fra questi 46 bambini. Il tutto, con la benedizione del grande mediatore, il presidente statunitense Donald Trump, che ha spiegato al Mondo che Netanyahu ha solo reagito all’eliminazione di un soldato israeliano e che nulla metterà a repentaglio la tregua. Intanto, il Parlamento israeliano ha votato per la seconda volta la risoluzione per l’annessione della Cisgiordania, scrivendo un’altra pagina nel piano di eliminazione dei palestinesi dalla storia. Ma Israele non si accontenta. La guerra “contro tutti” di Tel Aviv continua anche nel Sud del Libano, con violazioni quotidiane del cessate il fuoco in vigore dal novembre del 2024. In un raid notturno, le forze armate israeliane hanno ucciso un lavoratore comunale libanese.  Da Beirut, il presidente libanese Joseph Aoun ha spiegato di avere dato istruzioni alle proprie forze armate di contrastare, armi in pugno, qualsiasi ulteriore incursione israeliana nel sud del Paese.

In Europa, Russia e Ucraina continuano a contendersi la terra metro per metro. Sono passati 1.345 giorni dall’invasione russa e la pressione delle forze armate di Mosca sta diventando sempre più difficile da contenere per gli uomini di Kiev. Lungo la linea del fronte, la gente scappa, lascia la propria casa. Il capo dell'Amministrazione militare regionale di Kharkiv, Oleh Syniehubov, ha spiegato alla televisione nazionale ucraina che a mezzogiorno di martedì 28 ottobre 2025, nella città di Kupiansk, rimanevano solo 561 residenti: prima della guerra aveva oltre 26.000 abitanti. Kiev reagisce attaccando la Russia con droni e missili. Gli attacchi ucraini contro le regioni russe, la scorsa settimana hanno causato la morte di circa 20 persone, tra cui un bambino.

I progetti di pace di Trump, quelli sbandierati al Mondo dopo l’incontro con Putin in Alaska, paiono tramontati. Il presidente statunitense si consola siglando con il presidente cinese Xi una tregua commerciale di un anno. E’ successo il 30 ottobre,  a margine del vertice dell'Asia-Pacific Economic Cooperation (APEC) in Corea del Sud. Gli esperti dicono che si tratta di una tregua utile alle aziende, messe in difficoltà da mesi di tira e molla commerciali. In realtà, l’accordo non ha elementi utili ad eliminare le barriere commerciali esistenti. Sul tavolo, irrisolti, restano tutti i numerosi punti di contesa tra le due potenze.

Raffaele Crocco

Sono nato a Verona nel 1960. Sono l’ideatore e direttore del progetto “Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo” e sono presidente dell’Associazione 46mo Parallelo che lo amministra. Sono caposervizio e conduttore della Tgr Rai, a Trento e collaboro con la rubrica Est Ovest di RadioUno. Sono diventato giornalista a tempo pieno nel 1988. Ho lavorato per quotidiani, televisioni, settimanali, radio siti web. Sono stato inviato in zona di guerra per Trieste Oggi, Il Gazzettino, Il Corriere della Sera, Il Manifesto, Liberazione. Ho raccontato le guerre nella ex Jugoslavia, in America Centrale, nel Vicino Oriente. Ho investigato le trame nere che legavano il secessionismo padano al neonazismo negli anni’90. Ho narrato di Tangentopoli, di Social Forum Mondiali, di G7 e G8. Ho fondato riviste: il mensile Maiz nel 1997, il quotidiano on line Peacereporter con Gino Strada nel 2003, l’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, nel 2009. 

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