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Rifugiati: ancora sofferenze nonostante i progressi dei processi di pace
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Dodicimila sfollati nella zona di Bukjumbura Rurale, usati dai ribelli del FNL, il Fronte Nazionale di Liberazione che si è rifiutato finora di partecipare ai negoziati di pace in Burundi. Usati come arma di pressione per dimostrare che non è vero che la situazione è sotto il controllo del governo e dei nuovi entrati dell' FDD (Fronte Difesa della Democrazia). Secondo il governatore Ignace Ntawembarira questi si vanno ad aggiungere ai 40.000 che nei mesi scorsi hanno lasciato le loro case per sfuggire ai combattimenti ed hanno urgente bisogno di assistenza da parte del WFP.
A sud della regione, per sfuggire il conflitto in RDC, un flusso continuo, anche se per il momento non preoccupante, di persone si stà muovendo verso il vicino Zambia, afferma IRIN citando fonti dell' UNHCR. Queste persone si vanno ad aggiungere ai circa 50.000 che nel passato hanno attraversato la frontiera per lo stesso motivo.
Nello stesso tempo, ai confini settentrionali e occidentali del Rwanda, l'Alto Commissariato stà lanciando una campagna per il rimpatrio volontario dei circa 80.000 rifugiati rwandesi che si trovano in RDC e nei territori confinanti dell'Uganda. La cosa non viene vista di buon occhio dal governo rwandese che ha sempre affermato la presenza di "genocidari" fra questi rifugiati.
Anche al confine fra Sudan e Uganda l'annunciata firma di un accordo di pace fra il governo Sudanese e il Sudan People's Liberation Army (SPLA) pone fra le priorità chiave il ritorno a casa del numero indefinito di persone che hanno dovuto scappare dal pluridecennale conflitto. All'interno della stessa Uganda, nel distretto di Lira, la lotta dell'esercito governativo con i ribelli del LRA (Lord Resistance Army) stà provocando la fuga di centinaia di civili che vanno ad ingrossare le fila degli sfollati interni, che spesso sfuggono alle azioni internazionali e sono vittime di ritorsioni e soprusi a tutti i livelli.