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Religione e identità nella ex Jugoslavia
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di Stasa Zajovic (Belgrado)
TENDENZE DOPO IL 5 OTTOBRE 2000.
Milosevic fece un uso del nazionalismo strumentale alla conservazione del proprio potere. Gli interessi della nazione e della patria più che da ideali fungevano da copertura per nascondere l'essenza criminale di un ex regime che saccheggiava, sequestrava, e uccideva con le proprie brigate militari e paramilitari. Dopo il 5 ottobre è giunto al potere un autentico nazionalista, Vojislav Kostunica. Kostunica non soltanto ha fallito nel prendere le distanze dalla politica bellica e dai crimini del vecchio sistema, ma durante il suo mandato (ottobre 2000-febbraio 2003) ha favorito la normalizzazione del nazionalismo e il suo sdoganamento, come fosse un normale contenuto della democrazia. Di questa normalizzazione già si vedevano i presupposti nel clima culturale e spirituale di cui erano, e sono tutt'ora, esponenti Kostunica e i suoi seguaci, più che altro concentrati su una critica alle radici ateo-comuniste della politica di Milosevic. Così il nazionalismo senza Slobodan Milosevic s'è impreziosito di una serie di aggettivi di largo consenso: positivo, democratico, civico, evangelista, moderato, civilizzato, autentico e "da buon salotto".
Cercheremo di fare un elenco sintetico delle principali caratteristiche del nuovo "nazionalismo genuino", sostanziando mano a mano le nostre affermazioni con alcuni avvenimenti politici di questi ultimi anni.
Clericalismo: all'inizio del dicembre del 2000 Kostunica ha fatto visita in veste ufficiale di Presidente della Federazione jugoslava al monastero di Cilandaria, segnado un altro passo nel progetto complessivo che hanno molti leader politici nel ridefinire i fondamenti del nazionalismo attraverso i rapporti con la Chiesa Ortodossa Serba.
Teocratizzazione dello Stato e parallela desecolarizzazione della società: la Chiesa Ortodossa vuole esercita la propria influenza politica non da semplice attore alla pari con gli altri, ma col preciso progetto di minare il principio fondante di ogni stato moderno: la separazione tra Stato e Chiesa.
Introduzione della dottrina religiosa nelle scuole pubbliche, nell'anno 2001-2002: questo fatto è contrario alla vigente norma costituzionale di separazione tra Stato e Chiesa, ma esiste come prassi culturale legittimata dalla cultura dominante. La chiesa Ortodossa nelle scuole afferma con la propria teologia la differenza tra i sessi e della sottomissione delle donne, enfatizzando al contempo le divisioni etno-religiose e discriminando le minoranze, specialmente quelle meno organizzate. Anziché favorire il confronto e la conoscenza tra religioni diverse, predilige i corsi di dottrina per "buoni fedeli", mentre le organizzazioni più reazionarie come Obraz e San Giustino Filosofo si fanno strada nelle Università, propagando apertamente i valori della misoginia e della discriminazione sessuale, con grande esercizio di stile retorico e dietro il pretesto della libertà di parola.
Clericalizzazione della vita pubblica: le istituzioni statali esercitano riti religiosi. Un esempio su tutti sia quello di Milan St. Potic, ambasciatore jugoslavo negli U.S.A., che consacrò il palazzo dell'Ambasciata senza consultare il competente ministro degli esteri. Il suo collega Vladeta Jankovic in Gran Bretagna, per non sentirsi da meno, "rispose" issando un'icona del patriarca nella Hall dell'Ambasciata a Londra, luogo dove a rigor di logica dovrebbero stare appese le immagini dei capi di Stato! Cose del tutto simili accadono in edifici pubblici, scuole e ospedali.
Rafforzamento delle tendenze clerico-reazionarie: col supporto di una parte della chiesa Ortodossa e dell'esercito di Serbia e Montenegro, organizzazioni dal nome già inquietante - come "Sangue e Onore" o come il movimento "Obraz" - esercitano le loro attività squadriste in modo pressoché indisturbato, inviando messaggi antisemiti e nazi-fascisti con le foto di Hitler, Mladic e Karazdic, ai movimenti non violenti come le Donne in Nero.
Scarso livello di pluralismo nei mezzi di informazione: grazie all'ampio supporto mediatico di cui godono queste tendenze politiche e sociali, senza spazi alternativi di dibattito, tutta una parte di società civile e associazioni non governative, di matrice libertaria, soffrono l'emarginazione generata dal pregiudizio che le ONG siano pericolose sette sovversive.
Revisionismo storico: l'equiparazione tra fascisti e antifascisti e tra cetnici e partigiani comunisti è una tendenza che dura da vent'anni e si sta facendo ulteriori avanti nel relativizzare i crimini commessi nel nome della nazione, col chiaro intento di rendere "potabili" quelli commessi negli anni '91-'99 da parte serba.
Linguaggio dell'odio e dell'esclusione del diverso: molti politici dell'alleanza DOS, col caso più eclatante di Velimir Ilic (partito Nuova Democrazia), tengono un registro con le persone appartenenti ai diversi gruppi nazionali e religiose, bollandole per il loro minore valore sociale e perpetuando il linguaggio della guerra, anziché smontarlo.
Religione propagandata come unica guida culturale e spirituale: il reclutamento dei giovani nelle organizzazioni religiose e para religiose fa abilmente leva sulle frustrazioni ereditate dal buco nero in cui la Serbia è stata sbalzata negli ultimi dodici anni.
COS'E' IL FONDAMENTALISMO?
Le tendenze sopra elencate sottendono fenomeni che possono esser messi a confronto col fondamentalismo islamico. Il network WLUML (Donne che vivono sotto la Legge del Corano) è una delle organizzazioni anti-fondamentaliste più forti nel monitorare e denunciare le azioni politiche che l'estremismo nazionale e confessionale, non solo quello islamico, concepiscono quotidianamente ai danni di un regolare esercizio dei diritti di cittadinanza. Le "Donne in Nero" fanno parte di questo network. L'analisi del WLUML giunge a una delineare una serie di caratteristiche largamente indotte dall'osservazione delle pratiche politiche e culturali del fondamentalismo. Il fondamentalismo, secondo il WLUML, si caratterizza per essere un grande calderone di movimenti a livello globale, dove si intrecciano forze politiche reazionarie-conservatrici di estrema destra - partiti e gruppi politici che chiameremo "fondamentalisti ombra"- e le leadership religiose dichiaratamente fondamentaliste. Ciò che accomuna questi diversi movimenti, tra loro sovente distanti per posizione geografica e dotati di interessi che spesso li rendono nemici (vedi per esempio i talebani e i gruppi del c.d. "white power"), è la volontà di acquistare visibilità nell'opinione pubblica e spazio nei mass media con manifestazioni di estremismo violento. C' è un solido "filo d'Arianna" che collega gli atti punitivi verso le donne in Nigeria agli attacchi contro le cliniche dove si pratica l'aborto negli Stati Uniti. Le donne di ogni parte mondo sono le prime vittime di questa mentalità misogina e di questa violenza fondamentalista. Quindi, il dichiarato odio tra estremisti islamici ed ebrei, e tra questi e le frange cattoliche-intransigenti finisce per generare paradossali convergenze di strategia, tanto sul piano internazionale che nazionale. In questo senso l'11 settembre, il conflitto arabo-israeliano e la guerra in Afghanistan e Iraq hanno reso ancor più esplicito come il fondamentalismo sia una forma mentis che non conosce confini e, in quanto tale, e non la si può liquidare come il "problema di chi è altro da noi", magari scuro nel viso e di lingua araba. In Serbia, per esempio, le più radicali correnti della Comunità Islamica e la Chiesa Ortodossa trovano sul tema dell'opposizione ai diritti sessuali e riproduttivi il loro momento di massima armonia di relazioni, con ottime possibilità di manifestarle in modo esclusivo nello spazio pubblico e di flirtare assieme sotto i riflettori. Negli ultimi due anni Ljubovoje Stojanovic, professore della Facoltà di Teologia della Chiesa Serbo-Ortodossa e capo editore per le pubblicazioni della casa editrice del Patriarcato Serbo "Pravoslavlje" ("Ortodossia"), ha giocato alla "primadonna" in TV e su tutti i media, prescrivendo la facile ricetta casalinga dell'equazione donne-madri-mogli (altrimenti puttane?), accompagnata dal classico aperitivo dell'astinenza sessuale prima del matrimonio. Stojanovic ha più volte definito l'adulterio come "il peggiore dei peccati", mentre l'uguaglianza tra uomini e donne una forma di "ostruzionismo ideologico". Simile battaglia stanno combattendo nel nostro paese i rappresentanti delle Comunità Islamiche. "La società si sta confrontando in crescendo con la propria impotenza a risolvere i problemi di matrimonio, famiglia, morale, abuso di droga, disagi trasmessi sessualmente, sette, e altre devianze, attraverso il suo meccanismo secolare di difesa. Questo conduce ad aprire uno spazio alla religione", ha affermato il Mufti del Sangiaccato in un'intervista al quotidiano Danas (Danas, 7-8 luglio 2002). Affermazione tutt'altro che insensata e all'apparenza non fanatica, se l'agenda politica del Muftì non avesse certe particolari priorità nell'azione repressiva, del tutto simili al sopra citato collega cristiano ortodosso.
Il fondamentalismo non è "altro da noi", ma vive con noi .I suoi cambiamenti sono in stretta relazione tra paese e paese. Vi sono alcune organizzazioni sia governative che non governative che gli danno supporto e legittimazione. Due casi sono esemplari e meriterebbero di diventare oggetto di analisi e pubblico dibattito. I fondamentalisti islamici, specialmente quelli sauditi, dietro la veste di organizzazioni umanitarie non governative organizzano canali di finanziamento e supporto al fanatismo musulmano, come i wahabiti, in Bosnia Erzegovina e nel Sangiaccato. Dall'altra parte, nel cosiddetto "mondo civile", U.S.A.I.D. è vincolata a implementare la Legge sull'Ostruzionismo, emanata dall'amministrazione statunitense appena George Bush ha assunto l'incarico di Presidente, mentre non è ovviamente legittimata a formare alcun tipo di organizzazione o di programma che si impegni per il diritto all'aborto. Il problema del diritto all'aborto sarà sempre spinoso, perché investe fortemente le sfere dell'etica e della morale, pubblica e individuale, che non possono certo esser ignorate nel momento in cui tale diritto viene regolato e garantito dalla legge, né tanto meno nel momento in cui la donna ne fa uso. Ogni donna sa quanto sia terribile abortire. Tuttavia, se da un lato è impensabile concepire l'aborto come strumento di prevenzione-contraccezione, dall'altro, frange consistenti del movimento antiaborista - dietro la scusa della sacrosanta libertà di opinione- mirano al suo annullamento e dunque alla negazione di una libertà individuale di scelta, mentre la loro cultura sesso-fobica giustifica azioni di boicottaggio alle campagne per i metodi contraccezione sicuri e per l'educazione sessuale e alla salute. L'anno 2002 è stato molto significativo, sotto questo profilo, perché sono venuti alla luce gli attriti tra mondo laico e mondo clericale-reazionario in Serbia.
GLI "EDUCATIONAL SUMMER CAMPS" E IL "MOBILE CULTURAL CONTAINER", DUE SPINE NEGLI OCCHI DEI GUARDIANI DELLA CASTITA' E DELLE VIRTU' MORALI.
Nella nuova cornice della riforma del sistema educativo condotta dal Ministro dell'Educazione e dello Sport, il metodo dell' approccio partecipativo e interattivo si è diffuso anche nella forma dei campi estivi. Uno di essi è stato organizzato a Sremska Mitrovica nell'estate del 2002, dove alcuni insegnanti hanno bollato i nuovi metodi come "istigatori all'allontanamento dall'autorità", dichiarandosi amareggiati per le "molestie sessuali cui sono esposti i nostri ragazzi". "Tali molestie consisterebbero nel fatto che durante il gioco "libera tutti", due ragazzi e una ragazza hanno fatto un breve spogliarello. Nessuno li aveva forzati, né aveva suggerito loro di comportarsi così", ha detto Sanja Pejin, direttrice del campo. Guarda a caso, quegli insegnanti hanno accusato incessantemente gli educatori di "settarismo", chiedendo la chiusura dei workshops sulle malattie sessualmente trasmissibili e l'allontanamento dello staff della J.a.z.a.s. (Associazione jugoslava per la lotta all' aids). Comunque 132 studenti su 133 hanno firmato una petizione dove esprimevano chiaramente l'intento di abbandonare il campo estivo, se gli educatori della J.a.z.a.s. fossero stati rimossi. Il 1 settembre 2002, il Sinodo della Chiesa Serba Ortodossa, annuncia pubblicamente il suo bilancio sulla stagione estiva: "L'educazione moderna e lo sviluppo di una nuova coscienza che sta prendendo piede negli educational workshops sta sottomettendo i ragazzi a un perfido lavaggio del cervello …siamo i testimoni, sfortunatamente, di un matrimonio tra l'ateismo post-comunista e l'edonismo del capitalismo occidentale…e un matrimonio tra mostri genera figli mostruosi.."
Il Sinodo ha chiesto pubblicamente al Ministro dell'Educazione e, anzitutto ai parenti dei ragazzi, di "non permettere che qualcuno possa pervertire le anime innocenti di questi ragazzi e di seppellire la leggendaria dignità della nazione Serba (e se vi fossero stati studenti di altre religioni o appartenenze etniche nel campo?)…e di fermare lo svilimento dei valori culturali e spirituali della propria nazione, etc." La tendenza a stigmatizzare tutti questi metodi educativi come persuasori occulti della grande "Setta della Cospirazione anti-Serba" continua a manifestarsi nella Chiesa e in tutte le organizzazioni più estremiste, para-religiose clericali e nazional-clericali. Una delle prove di questa cospirazione antiserba, secondo loro, giace nel fatto che l'autore del programma per la "Comunicazione non violenta" all'interno della materia di educazione civica è un intellettuale di origine ebrea: "Marshall Rosenberg non è Cristiano, e questo ci sembra il fatto più importante".
Le organizzazioni reazionarie clericali pubblicano materiale e si manifestano nei media con attacchi xenofobi, che denotano una cultura etnocentrica, paranoide e spesso anti-semita. Blagovesnik Despot Stefan, una delle organizzazioni parareligiose più attive e aggressive sostiene l'educazione religiosa come unico mezzo per "salvare i nostri ragazzi dalla dissacrazione atroce", mentre il Sinodo ortodosso difende il proprio ruolo educativo acquisito nelle scuole statali, come unico baluardo contro "l'immoralità da scimmie, vergognosa e Satanista" che s'è diffusa nella società.
IL CONTAINER MOBILE DELLA CULTURA
Il "Cultural Mobile Container" è un progetto dell'Unione Europea per la diffusione dell'interculturalità e dei contatti tra persone giovani delle diverse comunità etniche. Il progetto consiste nell'acquisizione di abilità in varie aree: cinema, fotografia, attività ricreative e così via. Il "Container" si sposta di settimana in settimana in città diverse. Il 12 ottobre era la volta di Novi Pazar, nel Sangiaccato. A tre giorni dall'installazione del "Container" sono cominciati i problemi, quando gli educatori della J.a.z.a.s. hanno distribuito i profilattici. Subito la MOK ( club Musulmano della gioventù), che lavora col beneplacito del Meshihat della Comunità Islamica del Sangiaccato, ha qualificato il "Container" con le seguenti parole: " Il Mobile Cultural Container inietta ideologie dannose nel subconscio della gioventù di queste parti, mentre la distribuzione dei profilattici è la legalizzazione della vita depravata…Cosa c'è di Bosniaco o di Islamico in questo Container? …Il progetto incoraggia lesbismo, omosessualità, abuso di droghe, promiscuità sessuale e pornografia … e insegna al mancare di rispetto alla famiglia e al ripudio del destino…
Il Presidente del MOK, d'altro canto, manifesta un' autentico approccio interculturale, ma a rovescio: "I programmi del Mobile Culturale Container non sono per noi, ma per le tribù africane"
Dopo la breve ma intensa offensiva del MOK, il Cultural Container ha perso 67 partecipanti sui settanta iniziali. Non soddisfatti del risultato, i membri del MOK hanno preso a sassate il Container, esattamente un mese dopo il 12 novembre, riuscendo così a ottenere la chiusura del progetto. Capo spirituale e referente politico di questa azione repressiva è proprio il Mufti Zukorlic.
Testimoni diretti della sua operazione ostruzionista sono i membri dell'organizzazione URBAN-IN, che lavorano con i giovani di Novi Pazar. Ecco le parole significative di alcuni report: "Durante le preghiere in molte moschee di Novi Pazar, sono state diffuse notizie false sul nostro conto, basate sull'accusa di essere ebrei e mercenari degli Stati Uniti, trafficanti di droga, tossicomani e omosessuali…Sfortunatamente il Mufti del Sangiaccato appare con un atteggiamento davvero tollerante e con la capacità di usare i suoi seguaci,che sono persone davvero ben educate. Pertanto, un grande numero di questi seguaci sono coinvolti nel gioco, perché privatamente affiliati alla rete di affari privati del Mufti Zukorlic e della Comunità Islamica. Suscita un serio interesse il crescente numero di wahabiti, la setta islamica più militante. E' attraverso di loro che nella nostra città è stato distribuito il volantino della Organizzazione della Gioventù Attiva Islamica (OOAIO) di Sarajevo, con chiari contenuti fascisti."
Ma il problema forse ancor più grave è che nonostante tutti i risaputi passaggi finanziari dai paesi islamici più fondamentalisti alle reti di organizzazioni delle comunità musulmane dell'ex Jugoslavia questi "nuovi profeti della teocrazia" ricevono varie forme di supporto, a livello statale e internazionale: "il Mufti del Sangiaccato è ricevuto dalle più alte cariche statali di Serbia e Montenegro e dalle rappresentanze delle più importanti istituzioni internazionali e delegazioni diplomatiche" lamentano quelli di URBAN-IN, mentre la coordinatrice del progetto ha pubblicamente lamentato "…l'indifferenza e attitudine restrittiva verso di noi da parte delle organizzazioni internazionali e missioni diplomatiche. E non intendo solo la penuria di supporto finanziario, ma di tutti i tipi di supporto pubblico per i nostri sforzi nel creare una società civile" (Danas, 9 ottobre 2002).
Non si può non dire, a questo punto, che Zukorlic è il Rettore della nuova università privata, di forti tendenze tradizionaliste-islamiche e, al contempo, è stato un membro attivo della delegazione dello Stato Serbo in visita in alcuni paesi arabi. Simili tendenze all'integrazione nello Stato le ritroviamo nell'azione politica della Chiesa Ortodossa. Sotto questo profilo tra le due comunità religiose non ci sono mai state tensioni. Questo conferma la tesi delle "alleanze strategiche". Dividi et impera!
GUARDIANI DI CASTITA'?
Nel Gennaio 2003, un ragazzo ha accusato il vescovo di Pahomije di Vranje di molestie sessuali. Il vescovo ha immediatamente rigettato le accuse, scagliandosi contro il Giornale di Vranje, incolpandolo d'esser l'artefice di uno scandalo sessuale. Vennero fuori, a quel punto, altri due ragazzi con la stessa accusa contro il vescovo di Pahomije. Dopo tre mesi di investigazioni, il Tribunale di Vranje dichiarò l'arcivescovo indiziato per molestie sessuali. Nonostante ciò, la Chiesa Serbo Ortodossa ha continuato, fino all'epistola di Pasqua del 2003, a montare un'intensa campagna che presentava l'alto profilo del vescovo. Purtroppo, in questo paese è difficile credere che l'atteggiamento della Chiesa verso il vescovo Pahomije non fosse una semplice questione di principio, dopo che durante le guerre dal 1991 al 1999 patrioti serbi, guerrieri, assassini e stupratori hanno ricevuto la benedizione ortodossa. Così siamo di fronte ai corsi e ricorsi storici di una vecchia questione, che non si è certo conclusa col 5 ottobre: l'invasività della Chiese nella società civile e nello Stato. Questa azione invasiva si traduce nell'aperta tendenza all'esercizio del monopolio sulla vita spirituale, morale e sulle virtù umane, e continuerà finchè le autorità politiche e la società civile permetteranno di farlo, concedendo uno spazio che la Costituzione non ammette. Questo spazio d'azione non solo non deve esser loro procurato, in quanto non ne hanno il diritto, ma va negato in quanto incompatibile con la conquista secolare della separazione tra Stato e Chiesa. In caso contrario, siamo sicuri che la nostalgia sia tale da voler ritornare ai tempi di Galileo?
di Stasa Zajovic (Belgrado) da Notizie Est-Balcani
Titolo originale: "Il fondamentalismo religioso e la repressione sui diritti riproduttivi e sulle identità sessuali")