Rato nuovo direttore del Fmi senza trasparenza

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Una procedura di voto farsesca tenutasi questa notte ha ufficializzato l'elezione del candidato dell'Unione europea, l'ex ministro delle finanze spagnolo Rodrigo Rato, alla carica di Direttore generale del Fondo monetario internazionale. Rato, che inizierà il suo mandato quinquennale a giugno, si è imposto in un voto a scrutinio segreto contro Mohamed El-Erian, il candidato nominato del rappresentante egiziano del Consiglio. Dalle dimissioni dell'ex Direttore generale Horst Koehler, la procedura di selezione del suo successore è stata ampiamente criticata per la sua mancanza di trasparenza e democrazia dai paesi in via di sviluppo, dalla dirigenza del fondo e da moltissime Ong di tutto il mondo.

"La nomina di Rato continua la tradizione che vuole il controllo de facto da parte dell'Unione europea della selezione del capo dell'FMI" ha commentato Alex Wilks dell'autorevole Ong inglese Bretton Woods Project. "Accordi sottobanco a livello politico hanno garantito l'elezione di Rato, facendo del voto un'inutile farsa" ha concluso Wilks. Secondo fonti di stampa, El-Erian, durante la sua audizione con il Consiglio dei Direttori, aveva dimostrato una profonda conoscenza dei meccanismi di funzionamento del Fondo, mentre l'affermazione di Rato che definivano l'FMI essenzialmente come un'istituzione politica era stata mal accolta da alcuni direttori esecutivi. In Spagna numerosi Presidenti delle principali compagnie nazionali sono conosciuti con l'appellativo di "amici di Rato". Adesso poi ci si chiede quale sarà il sostegno che Rato riceverà da alcuni partner europei, anche alla luce del vero e proprio "mercato delle vacche" che ha condizionato la sua candidatura.

"Il Fondo monetario condiziona il suo sostegno ai paesi in via di sviluppo alla presenza di democrazia e di good governance, tuttavia non riesce ad applicare i suoi stessi principi" - ha affermato Martin Koehler dell'italiana Campagna per la riforma della Banca mondiale. "Fin quando i membri con più potere nell'FMI rifiuteranno qualsiasi riforma del suo processo di voto per riflettere la maggiore importanza dei paesi in via di sviluppo nell'economia globale, questa istituzione deve essere semplicemente definita per quello che è nella realtà: non rappresentativa e non democratica" ha concluso Koehler. Bretton Woods Project e la Campagna per la riforma della Banca mondiale chiedono che sia fissato un calendario per una completa riforma del processo di selezione, prima che l'anno prossimo scada l'attuale mandato del Presidente della Banca mondiale. Come evidenziato nel processo della Conferenza delle Nazioni Unite "Finanza per lo sviluppo", tenutasi a Monterrey nel 2002, "Si devono immediatamente approntare delle riforme democratiche più ampie possibili".

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