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Raid israeliani nei campi profughi
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L'esercito israeliano è entrato nei campi profughi di Balata e Jenin, in Cisgiordania. E' stato uno degli scontri più duri in diciassette mesi di conflitto e il bilancio è di 14 morti tra le fila palestinesi e 1 morto tra la milizia con la stella di Davide. Sharon si difende dicendo che sono stati attaccati i campi all'interno dei quali si nascondono cellule terroristiche. L'escalation di violenza continua, eppure nella società civile israeliana crescono le voci di protesta e dissenso, che trovano la loro manifestazione nel sostegno alle dichiarazioni di disubbidienza dei riservisti israeliani. Neta Golan, attivista israeliana, intervistata da Altremappe, riguardo all'appello firmato dai riservisti così si esprime: "Anche in precedenza ci sono stati soldati che hanno rifiutato, ma… firmare una lettera, una lettera pubblica, credo sia forse il passo più importante del movimento per la pace in quanto è un vero strumento per consentire agli israeliani di sfidare il sistema d'occupazione. Credo che le persone che hanno rifiutato sono riuscite ad aprire un fronte interno nella lotta contro l'occupazione. Il fatto che Sharon li abbia attaccati direttamente nel suo ultimo discorso è un segno positivo perché fa capire quanto si senta minacciato da quest'azione". Tra le forme di sostegno alla pace in Medio Oriente , si ricordano inoltre le missioni civili di pace, che da tutta Europa si recano ad incontrare rappresentanti della società civile palestinese e israeliana e a tessere relazioni. L'Italia ne ha già inviate oltre venti e si accinge a incrementarle. La speranza non è morta in Palestina.
Pubblicato il: 01.03.2002
" Fonte: » Altremappe, Misna, Missione Oggi, Movimento Nonviolento;
" Approfondimento: » Palestine Monitor;