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Rachida
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L'Algeria e la guerra dei fondamentalisti contro i civili. In questo tema spinosissimo, decide di entrare Yamina Bachir-Chouikh, la regista di "Rachida". È un conflitto ancora in corso, che continua a mietere vittime, malgrado il governo l'abbia definito come "residuale". Insomma, non siamo ancora nello spazio della memoria e della storia. E, quindi, tutto è più difficile. "Ma bisognava cominciare a raccontare, perché raccontare significa resistere", dice Yamina, cui è stato ucciso un fratello e che in questo tempo difficilissimo non ha mai voluto lasciare l'Algeria.
Ecco, dunque, "Rachida", un film salutato a Cannes - nella sezione Un certain regard - da una standing ovation, e premiato quale miglior lungometraggio al 13° Festival del cinema africano di Milano. La storia: Rachida, 20 anni, lavora come insegnante in un quartiere popolare di Algeri. Un mattino viene avvicinata da quattro giovani. Uno di loro si chiama Sofiane, è un suo ex allievo. Questi gli ordina di mettere una bomba nella scuola. Seppur attanagliata dalla paura, lei rifiuta e tenta di dare l'allarme. Loro le sparano, lasciandola a terra ferita e sanguinante. Rachida sopravviverà e si rifugerà con la madre in un piccolo villaggio alle porte della capitale. Crede (e si sbaglia) di poter sfuggire così ai terroristi…
Continua...
Nazione: Algeria/Francia
Genere: Drammatico
Durata: 100'
Regia: Yamina Bachir-Chouikh