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Quale ruolo per l'ONU nel futuro dell'Irak?
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La comunicazione minaccia anche che il far ricorso alla risoluzione Uniting for Peace sara' dannosa per l'ONU. L'organizzazione non governativa britannica 'Save the Children' ha avvertito da Damasco (Siria) che "se la guerra in Iraq si protrarrà per molte settimane, c'è il rischio che si verifichi una massiccia catastrofe umanitaria". Intanto il PAM, Programma Alimentare Mondiale chiede un miliardo e trecento milioni di dollari Usa per fronteggiare l'emergenza alimentare in Iraq nei prossimi sei mesi. Anche Boutrous Boutrous Ghali, ex-direttore generale dell'ONU, afferma che occorre riavvicinare l'ONU e coloro che vi si sono opposti. "In questo caso la soluzione migliore e' di affidare alle Nazioni Unite la gestione del dopoguerra". Ma non tutti la pensano così. Il Congresso degli Stati Uniti ha recentemente votato un emendamento alla legge finanziaria nella quale si esclude la partecipazione di Francia, Germania, Russia e Siria dalla partecipazione nei programmi di ricostruzione finanziati con danaro targato USA. Intanto l'ICG, un centro di ricerca indipendente statunitense, ha pubblicato un esercizio teorico sul futuro dell'Iraq individuando la miglior soluzione possibile per l'Iraq in un'amministrazione ONU supportata da una forza militare multinazionale sotto egida ONU la cui colonna dorsale dovrebbe essere rappresentata dagli USA. Un appello arriva da Amnesty International: chiunque governerà l'Iraq dovrà farsi carico del pieno rispetto dei diritti umani e che gli autori degli abusi dei diritti umani commessi prima, durante e dopo il conflitto vengano sottoposti alla giustizia.
Fonti: Greenpeace, Vita, Amnesty International, International Crisis Group, Save the children