Pfas, ecco chi difende gli inquinanti eterni

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Le lobby industriali stanno influenzando le decisioni dell'Unione europea sui Pfas per evitarne il divieto. I costi della mancata regolamentazione sono enormi: oltre 2.000 miliardi di euro per le bonifiche e fino a 84 miliardi all'anno per le spese sanitarie. Lo rivela una nuova inchiesta del gruppo giornalistico Forever Lobbying Project su decenni di disinformazione.

La lotta per regolamentare i Pfas, composti chimici noti come «inquinanti eterni», si sta trasformando in un campo di battaglia tra salute pubblica e interessi economici. Mentre l’Unione europea sta valutando una proposta per limitarne l’uso, le lobby industriali sono impegnate in un’intensa campagna per proteggere i propri profitti.

Un’inchiesta internazionale, coordinata dal quotidiano francese Le Monde e basata su migliaia di documenti inediti, ha rivelato decenni di disinformazione e pressioni politiche che mirano a rallentare l’adozione di misure efficaci contro queste sostanze tossiche. Il costo di questa inerzia potrebbe superare i 2.000 miliardi di euro nei prossimi vent’anni, una cifra che include interventi di bonifica e spese sanitarie, ma che non sembra spaventare i grandi colossi chimici.

Pfas in Europa, cosa ha svelato il progetto “Forever Lobbying”

Il nuovo report, Reazione chimica (qui il Pdf), è stato realizzato nell’ambito dell’inchiesta transfrontaliera “Forever Lobbying Project“, in collaborazione con il Corporate Europe Observatory, organizzazione indipendente che monitora l’influenza delle lobby sulle politiche dell’Ue. Lo studio ha visto coinvolti 46 giornalisti e 29 partners mediatici provenienti da 16 Paesi. Per l’Italia hanno partecipato Lavialibera, Radar Magazine e IlBoLive.

Questo lavoro si inserisce nel solco tracciato dal precedente “Forever Pollution Project“, che aveva mappato oltre 23.000 siti contaminati da Pfas in Europa, di cui più di 2.100 classificati come “hotspot” a causa dei livelli elevatissimi di inquinamento.

Attraverso l’analisi di oltre 14.000 documenti riservati, il nuovo studio ha evidenziato come gli interessi economici prevalgano spesso sulla tutela della salute e dell’ambiente. I dati emersi dal report rivelano, inoltre, un incremento medio del 34% nei budget destinati all’attività di lobbying da parte delle principali aziende chimiche nell’ultimo anno.

Al centro del dibattito vi è la proposta dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa) di introdurre un divieto esteso sui Pfas, con alcune esenzioni temporanee per usi considerati critici. Sebbene questa iniziativa rappresenti un passo storico, il suo iter legislativo è sotto il fuoco incrociato di pressioni industriali che mirano a influenzare le decisioni finali della Commissione europea e degli Stati membri...

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