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Pfas: Veneto, la battaglia per la salute e contro l’inquinamento ambientale
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Foto: Facebook.com
Gli abitanti delle provincie di Padova, Vicenza e Verona per decenni hanno bevuto acqua contaminata. I composti perfluoroalchilici, più conosciuti come Pfas, sono stati prodotti in provincia di Vicenza dall’azienda Miteni dagli anni Sessanta, scaricati nei torrenti e finiti nella ricarica della falda che alimenta trenta comuni.
Un processo penale ha coinvolto 15 dirigenti della società, ma manca la bonifica e la popolazione colpita ha deciso di reagire. Il Movimento No Pfas, in tutte le sue forme, si batte dal 2013 per diversi diritti che la contaminazione ambientale ha negato.
Pfas Veneto, in corso uno studio sulla fertilità maschile
La contaminazione da Pfas venne denunciata nel 2013 grazie ad un lavoro del Consiglio nazionale delle ricerche che per due anni aveva campionato l’acqua del Veneto. Pubblicato lo studio, i medici per l’ambiente del Veneto (Isde) decisero di allertare la popolazione con incontri e richieste alla sanità regionale.
Dopo querele dalle istituzioni ed esser stati etichettati come allarmisti da alcuni sindaci, ora i medici Isde sono parte civile al processo e inaugurano uno studio partecipato per capire come prevenire possibili rischi alla salute di una parte della popolazione colpita, i giovani maschi. Le sostanze Pfas, infatti, se ingerite dalle donne incinte arrivano direttamente al feto, determinando possibili parti prematuri e disfunzioni del sistema ormonale del nascituro.
Francesco Bertola, ematologo in pensione, negli ultimi tre anni ha costruito uno studio con lo scopo di capire la possibile incidenza di tumori al testicolo per chi è esposto fin dalla fase intrauterina. «Chiediamo ai ragazzi di fare alcune analisi e sottoporsi a visite specifiche come l’ecografia testicolare per capire l’effettività fertilità del soggetto. Non ci sono studi così nel mondo ma è necessario per prevenire determinate conseguenze, come il tumore», ha detto a Osservatorio Diritti. Il lavoro dei medici Isde è volontario, autofinanziato, indipendente e supportato da alcune associazioni che stanno cercando giovani volontari.
Malgrado la Regione Veneto dal 2017 abbia iniziato uno screening sanitario per analizzare i livelli di Pfas nel sangue e effettuare visite specialistiche, manca ancora uno studio epidemiologico che racconti come stanno i cittadini.
Al processo contro Miteni il dottor Giampaolo Stopazzolo, dirigente della Ulss di Vicenzache per diversi anni ha raccolto i dati dei contaminati, aveva confermato come la Regione ora abbia tutti i dati per costruire uno studio. Ma per ora la dirigenza sanitaria non risponde alle richieste dei giornalisti e in Consiglio regionale non si parla di finanziamenti ad hoc...