www.unimondo.org/Notizie/Peru-solidarieta-internazionale-agli-indigeni-in-lotta-per-la-difesa-delle-terre-104439
Perù: solidarietà internazionale agli indigeni in lotta per la difesa delle terre
Notizie
Stampa
Stanno ricevendo sostegno e solidarietà internazionale le proteste degli indigeni peruviani protagonisti dal 9 aprile di una massiccia mobilitazione pacifica contro la politica di sfruttamento delle risorse naturali del governo di Alan Garcìa. Lo riporta l'associazione Survival International che ha chiesto al presidente Garcia e al Governo peruviano di "ritirare immediatamente tutte le forze armate dalle aree in cui gli indigeni stanno protestando, e di riconoscere e rispettare i loro diritti territoriali". "Ricorrere dell’esercito per soffocare le proteste non fa altro che infiammare una situazione già difficile - scrive Survival.
Gli indigeni hanno bisogno che le autorità ascoltino e rispondano alle loro fondamentali e legittime preoccupazioni". "L'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani deve pretendere informazioni complete" - chiede l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) che si è rivolta alla Commissaria Onu per i diritti umani,Navanethem Pillay, con un appello urgente perché si indaghi immediatamente sulle violenze.
Venerdì scorso sono scoppiati violenti scontri (i filmati) tra gli Indiani amazzonici che avevano bloccato strade e fiumi, e le unità della Polizia e dell’esercito mandate a rompere i blocchi: hanno provocano la morte di 23 poliziotti e di decine di indigeni. Le cifre diffuse dal governo le vittime sarebbero undici poliziotti e tre nativi. Ma i dati sugli indigeni morti dati del governo differiscono ampiamente da quelli forniti dal Collegio Medico Chachapoyas, dagli ospedali, dai mezzi di comunicazione e dalle organizzazioni indigene che parlano di 25 vittime (le foto delle vittime indigene) .
Survival International - che da tempo appoggia le lotte degli indigeni peruviani dell'Amazzonia - ha chiesto ieri alle compagnie petrolifere che operano nell’Amazzonia peruviana di "sospendere immediatamente le loro operazioni nel paese". "La violenza politica raggiunta in questi giorni è la peggiore mai registrata nel paese dai tempi dell’insurrezione di Sendero Luminoso degli anni ’80" - commenta Survival. Tra le compagnie si contano l’anglo-francese Perenco, l’argentina PlusPetrol, la canadese Petrolifera, la spagnola Repsol, la brasiliana Petrobras e molte altre.
La mobilitazione pacifica degli indigeni (circa 5000 di 60 diverse tribù), riunite nella Associazione Interetnica di Sviluppo della Selva Peruviana (AIDESEP) , era iniziata lo scorso 9 aprile. Gli indigeni protestano contro una decina di decreti legislativi che considerano un attentato al loro diritto di essere consultati su terre che occupano da tempi ancestrali. Le comunità dell'Amazzonia peruviana, che vivono in zone molto remote, hanno denunciato in diverse occasioni le conseguenze della deforestazione e dello sfruttamento delle risorse naturali delle loro terre: povertà e abbandono, contaminazione delle acque, conseguenze sulla salute. "Uno dei progetti più avversati è il Perù LNG, un gasdotto per il trasporto dei 600 milioni di barili di gas liquido presenti nel sottosuolo della regione amazzonica attraversata dal fiume Camisea e sostenuto, tra gli altri, anche dalla agenzia di credito all’export italiana SACE" - riporta la Crbm.
Secondo gli indigeni Il governo del presidente Alan Garcia, che ha approvato i decreti per mettersi in linea con il Trattato di Libero Commercio con gli Stati Uniti, ha violato trattati internazionali che hanno rango costituzionale (la Convenzione 169 dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro sui popoli Indigeni e Tribali, così come la dichiarazione dell'Onu sui popoli indigeni, entrambi sottoscritti dal Perù). Le proteste degli indigeni si scontrano con l'interesse del governo di incrementare le riserve di gas e petrolio, presenti in grandi quantità nella selva. Il governo accusa gli indigeni di voler mettere "il Perù in ginocchio e bloccare il suo cammino verso lo sviluppo". Ma le proteste degli indigeni hanno indotto il Congresso e rivedere il contenuto dei decreti legislativi, ma giovedì il Parlamento ha deciso di rinviare il dibattito sulla legge forestale, che i nativi considerano incostituzionale. E le tensioni sono sfociate nella violenza.
I movimenti indigeni e sociali del Perù hanno dichiarato l'11 giugno 'Giornata di lotta nazionale'. Anche a Roma - convocatao dall'associazione 'A Sud' (che è in Italia Ambasciata Politica della CAOI - Coordinamento Andino di Organizzazioni Indigene) un sit-in di solidarietà e di denuncia sotto l'ambasciata Peruviana. L’associazione A Sud invita a mandare solidarietà al movimento indigeno peruviano inviando il testo qui di seguito (firmato con nome, cognome, città, paese e - nel caso - organizzazione o associazione di appartenenza):
"Como sociedad civil italiana expresamos nuestra solidariedad, nuestra cercanìa y nuestro respaldo a la justa lucha de los pueblos indigenas de Perù - y de la Amazonìa en particular - y condemnamos la actitud criminal del Gobierno de Alan Garcìa, pidiendo a las autoridades nacionales y a las instituciones internacionales que se pongan en acto de inmediato todas las medidas necesarias para acabar con el genocidio indigena y para atander a las peticiones del pueblo de Perù."
Il testo va inviato all'indirizzo email: [email protected]
mettendo in oggetto: "En solidariedad con los Pueblos amazonicos"