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Per un'educazione capace di futuro⅀⅀sulle rotte dell'arcobaleno
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Si è concluso a Viterbo il 42° Convegno Nazionale di Cem Mondialità a cui hanno partecipato circa 350 educatori.
All'apertura gradito e significativo è stato il saluto del vescovo della città. Mons. Chiarinelli.
Il tema del convegno è stato illustrato dal Prof. Franco Cambi, ordinario di pedagogia generale dell'Università di Firenze e Presidente dell'IRRE Toscana (Istituto Regionale di Ricerca Educativa). La sua relazione si è sviluppata sulla traccia "Il futuro dell'educazione e l'educazione per il futuro" e si è articolata in quattro punti: la società planetaria e il suo bisogno di educazione; pensare in grande l'educazione; a partire dal futuro; i compiti più urgenti della pedagogia e le sfide che oggi interpellano la scuola.
Il pedagogista fiorentino ha affermato che nella nostra società complessa e planetaria "solo l'educazione ci può salvare" poiché è la più importante risorsa di cui l'uomo dispone per formare la coscienza dei cittadini in una società globale e multiculturale.
La globalizzazione non è solo un fatto economico ma riguarda anche le culture, gli stili di vita delle persone, l'intero mondo della "noosfera". Il vero tallone d'Achille dell'educazione attuale è di essere troppo esecutiva e poco progettuale, troppo funzionalistica e poco profetica, troppo adattiva e poco utopico-emancipativa.
Bisogna reagire a questo stato di cose. Non è accettabile, infatti, che tanti educatori vengano considerati (e si autopercepiscano) come dei "funzionari". Non è questa la vera identità dell'educatore, il quale, al contrario, è sempre portatore di nuove grandi mete umanizzanti, in una prospettiva di trasformazione sociale e secondo una cultura della mondialità.
Oggi l'educazione deve diffondere un pensiero complesso, deve costruire democrazia e cittadinanza democratica, laicità e spirito di tolleranza, assumendo i diritti umani come "meta-regole" e valori condivisi.
La scuola non può essere ridotta ad uno spazio di conservazione. Nessuna società può fare a meno della scuola, ma è chiaro che l'educazione deve "incalzare" il mondo della politica e non lasciarsi pilotare dall'alto e svuotare dall'interno. Pertanto, in una prospettiva di globalizzazione "spirituale", la stessa educazione è chiamata a ripensarsi, come il CEM sta proponendo da tempo, valorizzando in particolare le proposte di Edgar Morin. Il grande pensatore, in una video-intervista proiettata nel corso del convegno, ha affermato, tra le altre cose, che "tutto ciò che non si rigenera, degenera", sollecitando gli educatori a mettersi sulla strada della rigenerazione e della ri-educazione di tutti. Così dal convegno del CEM è emersa anche una volontà generale di impegnarsi per un'altra educazione e per un'altra scuola, poiché quella delle cosiddette "3 i" (inglese, informatica, impresa) non appare capace di futuro ma funzionale al mantenimento dello status quo. Infatti in quei "3 i" non c'è il riferimento al futuro (immaginazione, interculturalità, intelligenze multiple⅀) ma adattamento passivo all'impero del presente.
Iniziato sabato 23-08-2003, il Convegno "Educazione capace di futuro" di Cem mondialità è proseguito fino a giovedì 28-08-2003 con 14 "laboratori di ricerca" nei quali i partecipanti - guidati da esperti - hanno ripreso il tema del convegno e cercato di elaborare percorsi alternativi nel campo della musica e della narrazione, del disegno e dell'immagine, della poetica e della "mappatura del territorio", della drammaturgia e della "ricostruzione della memoria", dell'esperienza del sacro e della comprensione dell'identità culturale, della corporeità e del gioco.
Ricche sono state le serate, su Palestina, Nevè Shalom/Waahat as Salaam, Sud Africa, e sempre con molta musica e messaggi a cura dei numerosi giovani.
Ha concluso il convegno p. Alex Zanotelli con un ispirato messaggio per il futuro. Tra l'altro ha detto: "La prima educazione fondamentale capace di futuro è proprio quella dell'accoglienza dell'altro, il quale è ricco per me perché è differente da me. ⅀ Non c'è umanità se non al plurale. ⅀Ma, purtroppo, siamo tutti prigionieri del "bozzolo". Facciamo parte del "sistema", di comportamenti sociali che ci tengono schiavi. Viviamo in un sistema che è assurdo. La sfida enorme che pongo nelle vostre mani è di aprire gli occhi e di leggere la realtà. Se si resta dentro il "bozzolo" si muore".
L'educazione che il CEM intende promuovere - ha detto il direttore padre Arnaldo De Vidi - è quella che cammina sulle rotte dell'arcobaleno, una sola luce in 7 colori, ossia verso un mondo di pace e di giustizia a partire dal cuore e dalla mente di ogni persona.
Il Centro di Educazione alla Mondialità propone agli educatori l'impegno di "rigenerare l'educazione", condividendo le esperienze e partecipando dal basso ad un cammino comune, stringendo alleanze di resistenza e di dissidenza, aprendo varchi alla contaminazione, alla mescolanza e al meticciamento.