Pechino e la guerra all’inquinamento: chiuse o trasferite 185 aziende della metropoli

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I vertici governativi di Pechino hanno annunciato la chiusura o il ricollocamento di 185 aziende e industrie nei primi sei mesi del 2015, nel contesto di un piano lanciato dall’amministrazione locale per combattere l’inquinamento record della capitale cinese. L’intervento rientra nel contesto della “guerra all’inquinamento” promossa dal gigante cinese, che prevede il blocco complessivo di almeno 300 compagnie le cui emissioni superano di gran lunga le soglie di sicurezza.

Nei giorni scorsi i vertici della capitale si sono riuniti per discutere l’impatto sull’economia locale dello spostamento delle aziende inquinanti dall’area metropolitana; gli amministratori hanno inoltre discusso su come continuare questa politica di pulizia dell’ambiente, che sembra dare finora frutti positivi.

Pechino vuole continuare nello spostamento delle “funzioni non essenziali” dalla metropoli alla vicina municipalità di Tianjin o verso altre città della provincia dell’Hebei. Come spiegano fonti dell’amministrazione cittadina, almeno 60 mercati all’ingrosso di fascia medio-bassa sono stati chiusi per decongestionare il traffico ed eliminare gli inquinanti. Altre 8.500 bancarelle verranno rimosse entro la fine dell’anno.

Tuttavia, a dispetto degli annunci, i dati in tema di inquinamento sono ancora ben lontani dagli obiettivi fissati. In questi giorni è emerso che a giugno il 75% delle città più grandi della Cina non ha raggiunto gli standard fissati dal ministero per la Protezione ambientale. E solo 19 delle 74 principali città ha centrato gli obiettivi. Si è trattato peraltro di un miglioramento minimo rispetto all’anno precedente, in cui il 90% delle città non aveva raggiunto gli standard fissati.

La popolazione cinese considera l’inquinamento il problema numero uno del Paese. Per la maggior parte delle aziende, le tasse sull’inquinamento extra risultano minori dell’esborso necessario ad installare le tecnologie pulite richieste dalla legge. Il 9 giugno scorso, il Ministro dell’ambiente Chen Jining ha dichiarato che l’ecosistema cinese ha “raggiunto il limite” a causa dei danni ecologici dell’altissimo inquinamento, e che il governo prenderà “misure più efficaci” nei prossimo cinque anni.

Nel 2014 l'ex ministro della Salute Chen Zhu ha firmato un articolo sull'importante rivista medica The Lancet in cui ha ammesso che l'inquinamento ambientale causa ogni anno, in tutta la nazione, fra le 350mila e le 500mila morti premature. Tuttavia, uno studio pubblicato sulla stessa rivista in precedenza fissava le vittime dell'aria inquinata a 1,2 milioni soltanto per il 2010.

Da Asianews.it

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